Il rafforzamento degli organici della Polizia di Stato in Umbria torna al centro dell’agenda istituzionale. Con il piano di assegnazioni di dicembre 2025, il Governo destina alla regione 28 nuovi agenti, indirizzati a commissariati e questure delle due province con l’obiettivo dichiarato di aumentare il controllo del territorio e ridurre la pressione su strutture che da tempo segnalano carenze di personale.
Ad annunciarlo è il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, che rivendica un intervento definito concreto e mirato, inserito in una più ampia strategia nazionale sul tema sicurezza.
“Con il piano di assegnazioni di dicembre 2025 il Governo rafforza la presenza della Polizia di Stato anche in Umbria”, afferma Prisco, sottolineando come le nuove unità provengano dagli ultimi corsi di formazione e vadano dunque a incrementare in modo immediato gli organici effettivi. Secondo la linea istituzionale, l’arrivo dei nuovi agenti risponde alle richieste provenienti dai territori e punta a rendere più visibile e continuativa la presenza delle pattuglie, soprattutto nei contesti dove le scoperture risultano più marcate.
Le nuove assegnazioni riguardano in modo particolare i commissariati di Città di Castello, Foligno e Spoleto, indicati come presidi da potenziare, oltre alle questure di Perugia e Terni, che vengono descritte come rafforzate. La distribuzione delle 28 unità interessa entrambe le province umbre e segue una logica di intervento selettivo sui presidi ritenuti più esposti o strategici nella mappa regionale della sicurezza.
Nel comunicato non viene indicata la ripartizione puntuale degli agenti per singolo ufficio. La definizione delle quote, come avviene di norma, è affidata ai piani interni della Polizia di Stato, che tengono conto delle scoperture di organico e degli indici di fabbisogno elaborati a livello centrale. Una scelta che lascia margini di flessibilità ma che mantiene alta l’attenzione dei territori e delle organizzazioni sindacali, da tempo attente a verificare l’impatto reale degli annunci sugli equilibri quotidiani dei servizi.
Nel racconto politico, il pacchetto di dicembre viene presentato come un passaggio ulteriore nel percorso di rafforzamento dei presidi di sicurezza regionali. “Si tratta di un intervento che aumenta il presidio del territorio e la capacità operativa delle forze dell’ordine”, è il messaggio che accompagna l’annuncio, con l’obiettivo di rispondere a una domanda di sicurezza che negli ultimi mesi ha trovato nuovo spazio nel dibattito pubblico umbro.

L’arrivo dei 28 nuovi agenti si colloca in una fase delicata per l’Umbria, dove il tema sicurezza è tornato al centro dell’attenzione anche a seguito di episodi di cronaca e di prese di posizione sindacali. A Perugia, in particolare, il sindacato di polizia Coisp ha denunciato una situazione ritenuta critica, parlando della presenza di sole due pattuglie di controllo del territorio per turno, giudicate “veramente insufficienti” per una città universitaria e turistica di medie dimensioni.
Le criticità non riguardano soltanto la Polizia di Stato. Sul fronte giustizia, la Procura generale e le procure umbre hanno segnalato carenze di personale amministrativo e di magistratura, evidenziando come la scarsità di risorse incida sull’efficacia complessiva del sistema. In questo quadro, il rafforzamento degli organici di polizia viene letto come un tassello di un mosaico più ampio, in cui prevenzione, controllo del territorio e risposta giudiziaria risultano strettamente intrecciati.
Il piano di dicembre non rappresenta un episodio isolato. Già tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 erano stati annunciati ulteriori rinforzi, con 31 unità aggiuntive per la Questura di Perugia e nuove assegnazioni per quella di Terni, presentate come risposta alle sollecitazioni del territorio. A questi interventi si sono affiancati, sul versante penitenziario, nuovi ingressi di polizia penitenziaria negli istituti di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto, nell’ambito dei piani nazionali di distribuzione.
Nel giudizio delle sigle sindacali del comparto sicurezza, i nuovi arrivi vengono accolti come un segnale positivo ma non risolutivo. La richiesta più ricorrente resta quella di un incremento strutturale delle pattuglie sul territorio, con l’obiettivo di garantire almeno tre equipaggi contemporaneamente nei centri maggiori, traguardo che in alcune fasce orarie appare ancora lontano.