02 Dec, 2025 - 18:18

Sicurezza alimentare, l'Umbria si conferma tra le regioni più solide d'Italia: indicatori sotto la media nazionale

Sicurezza alimentare, l'Umbria si conferma tra le regioni più solide d'Italia: indicatori sotto la media nazionale

L’Umbria si colloca tra le regioni italiane con un rischio di povertà alimentare inferiore alla media nazionale e con livelli più contenuti di insicurezza alimentare percepita. È quanto rileva l’Atlante della fame in Italia, redatto da Azione contro la Fame e presentato alla Camera dei Deputati. La regione è collocata nel cosiddetto “cluster più favorevole”, accanto a Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Toscana e Lazio: una classificazione che, precisano gli autori, non elide le fragilità presenti, ma sottolinea una esposizione relativamente più contenuta rispetto ad altre aree del Paese. 

Tale valutazione riguarda anche il versante dell’“insicurezza percepita”, ovvero la sensazione, sempre più diffusa tra le famiglie, di non riuscire a sostenere in modo pienamente adeguato le spese alimentari in rapporto alle proprie capacità economiche.

Il quadro nazionale: quasi 3 milioni di famiglie italiane in difficoltà alimentare nel 2024

L’Atlante - presentato a Montecitorio - restituisce l’immagine di un Paese alle prese con un progressivo deterioramento delle condizioni di accesso al cibo: nel 2024 quasi 3 milioni di famiglie non sono riuscite a garantire un’alimentazione sana e bilanciata, pari a circa 6 milioni di persone coinvolte in forme di insicurezza alimentare.

Un andamento confermato anche dalle rilevazioni ISTAT, secondo cui la quota di popolazione che non può permettersi un pasto proteico almeno ogni due giorni ha raggiunto nel 2024 il 9,9%, in crescita rispetto all’8,4% registrato nel 2023.

Il rapporto evidenzia inoltre come l’insicurezza alimentare non riguardi soltanto la disponibilità dei prodotti, ma anche la loro qualità: un numero crescente di famiglie è costretto a ridurre l’acquisto di frutta, verdura e fonti proteiche, orientandosi verso alimenti meno costosi ma anche meno nutrienti, con ripercussioni potenzialmente significative sulla salute pubblica nel medio e lungo periodo.

Presentazione alla Camera e metodologia dell’Atlante

Lo studio è stato illustrato in un evento ufficiale presso la Camera dei Deputati, trasmesso in diretta istituzionale. L’Atlante integra organicamente dati statistici, indicatori territoriali e analisi delle politiche pubbliche, offrendo una mappatura estremamente dettagliata e aggiornata dei livelli di rischio su scala regionale e provinciale.

La definizione dei cosiddetti “cluster”, che vanno dalle aree a maggiore fragilità a quelle più resilienti, si basa su un’articolata combinazione di fonti ufficiali, indagini sul campo e valutazioni socio-economiche. Secondo gli autori, l’analisi dell’insicurezza percepita costituisce un indicatore di rilievo strategico: essa anticipa infatti comportamenti di rinuncia alimentare che, nel tempo, possono compromettere la qualità della dieta e tradursi in ripercussioni concrete sulla salute della popolazione.

Perché l’Umbria mostra una maggiore resilienza

Il posizionamento relativamente favorevole dell’Umbria deriva da una serie di fattori:

  • una rete di servizi sociali regionali considerata efficiente,

  • la presenza di filiere agroalimentari locali di qualità,

  • politiche territoriali di sostegno al reddito,

  • interventi di contrasto alla povertà attuati da enti locali e terzo settore.

Gli analisti sottolineano tuttavia che l’inserimento nel “cluster più favorevole” non solleva la regione dall’esigenza di mantenere un elevato livello di vigilanza, soprattutto nelle aree più vulnerabili e nei periodi - come quello invernale - in cui la pressione sui bilanci familiari si intensifica. Particolare attenzione va riservata ai nuclei con minori, agli anziani soli e alle persone con disabilità, segmenti della popolazione maggiormente esposti a una progressiva riduzione della qualità dell’alimentazione.

Le implicazioni politiche: prevenzione, servizi integrati e sostegno alle filiere

I dati dell’Atlante rappresentano un monito per le politiche pubbliche. Per contenere il fenomeno, Azione contro la Fame indica alcune priorità:

  • potenziare gli interventi di prevenzione, come buoni spesa strutturati, mense sociali con standard nutrizionali adeguati e programmi di educazione alimentare;

  • rafforzare il coordinamento tra amministrazioni locali e organizzazioni del terzo settore;

  • sostenere le filiere agricole locali per ridurre i costi e migliorare l’accesso ai prodotti freschi.

L’organizzazione sottolinea inoltre la necessità di collegare le politiche contro la povertà alimentare con le misure su occupazione e reddito, evidenziando che la sicurezza alimentare dipende in modo diretto da condizioni economiche stabili e lavoro di qualità.

Rischio alimentare in Italia: dati, criticità e strategie per rafforzare la resilienza delle comunità

L’Atlante offre una fotografia nitida e significativa del rischio alimentare in Italia: l’Umbria, pur presentando fragilità locali, si colloca complessivamente in una posizione più solida rispetto alla media nazionale. Il quadro generale resta tuttavia preoccupante: la portata del fenomeno - quasi 3 milioni di famiglie in difficoltà alimentare - impone una risposta coordinata e tempestiva, capace di coniugare interventi immediati di emergenza con politiche strutturali di lungo periodo.

Serve un piano integrato, costruito in sinergia tra istituzioni nazionali, amministrazioni regionali e locali, terzo settore e filiere produttive. Occorre prevedere sia azioni immediate - buoni spesa strutturati, mense con standard nutrizionali, reti di prossimità - sia interventi di lungo periodo per rafforzare la resilienza delle comunità: sostegno al reddito, politiche attive del lavoro, potenziamento dei servizi sociali e promozione delle filiere agricole locali per rendere più accessibili e sostenibili i prodotti freschi.

Solo un approccio sistemico, basato su monitoraggio costante, targetizzazione mirata degli aiuti e integrazione tra welfare e politiche economiche, può garantire il diritto fondamentale a un’alimentazione sana e adeguata, trasformando i dati dell’Atlante in azioni concrete che migliorano la vita delle persone e rafforzano le comunità.

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Francesco Mastrodicasa
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