L’Umbria si conferma tra le regioni italiane più colpite dal fenomeno degli sfratti. Nel 2024 sono state 550 le famiglie raggiunte da un provvedimento di rilascio dell’abitazione, un dato superiore alla media nazionale che riflette la crescente fragilità del mercato degli affitti e le difficoltà economiche che gravano sui nuclei familiari.
A riportarlo è Il Sole 24 Ore, sulla base dei dati del Ministero dell’Interno, secondo cui l’incidenza media nazionale è di 9,3 provvedimenti ogni mille famiglie in affitto. In Umbria, invece, il tasso cresce sensibilmente, con valori a doppia cifra nella provincia di Perugia e un primato negativo nel Ternano.
Nel dettaglio, la provincia di Perugia ha registrato 367 provvedimenti di sfratto, di cui 318 per morosità, pari all’86 per cento del totale. Il tasso complessivo raggiunge 10,6 casi ogni mille affittuari, evidenziando una diffusione significativa del fenomeno anche nei centri minori e nelle aree periferiche. Ancora più critica la situazione a Terni, dove il tasso sale a 12,4 per mille, ossia tre punti sopra la media nazionale. In termini assoluti si tratta di 183 provvedimenti, tutti motivati da morosità degli inquilini, un dato che conferma la crescente fragilità economica delle famiglie e la difficoltà a sostenere i costi abitativi.
Nel complesso, a livello nazionale, gli sfratti disposti nel 2024 sono stati 40.158, in aumento di circa il 2 per cento rispetto all’anno precedente. Un trend che, secondo gli analisti, rispecchia l’effetto combinato dell’inflazione, della precarietà lavorativa e della ridotta accessibilità a canoni di locazione sostenibili, fattori che stanno alimentando una pressione crescente sul diritto all’abitare.
Dietro ai numeri si nasconde una realtà sociale complessa. Secondo le associazioni degli inquilini, la morosità rappresenta oggi la causa principale degli sfratti. La perdita di reddito, la crescita dei prezzi energetici e alimentari e l’aumento degli affitti nelle aree urbane hanno compromesso la capacità di molte famiglie di sostenere le spese abitative.
A rendere il quadro ancora più delicato, il progressivo esaurimento dei fondi di sostegno all’affitto e la riduzione degli alloggi a canone calmierato, che lasciano scoperti molti nuclei familiari a rischio. “Serve un piano organico di intervento - sottolineano i rappresentanti dei sindacati degli inquilini - che rafforzi i contributi pubblici, rilanci l’edilizia residenziale e favorisca la mediazione tra proprietari e affittuari per evitare lo sfratto come unica soluzione.”
Il fenomeno presenta anche marcate differenze territoriali. A Perugia gli sfratti interessano spesso i comuni dell’hinterland e le aree periurbane, mentre nel Ternano l’incidenza risulta più alta nei centri con maggior disoccupazione e minore disponibilità di alloggi pubblici.
A livello nazionale, si conferma inoltre il divario tra provvedimenti emessi e sfratti effettivamente eseguiti: nel 2024 le esecuzioni materiali sono state circa 21.300, poco più della metà dei provvedimenti totali. Un dato che evidenzia l’impatto delle procedure giudiziarie lente, delle moratorie e degli accordi extragiudiziali che spesso sospendono o rinviano l’esecuzione.
Di fronte a un fenomeno che tende a consolidarsi, amministrazioni locali e associazioni chiedono misure strutturali di prevenzione e sostegno. Tra le proposte: il potenziamento dei fondi affitto, programmi di accompagnamento per le famiglie in difficoltà e l’attivazione di sportelli comunali per la mediazione abitativa.
Alcuni comuni umbri stanno valutando la possibilità di istituire tavoli permanenti tra enti locali, sindacati e proprietari per gestire i casi più delicati e prevenire le esecuzioni forzate. “Gli sfratti non sono solo un problema economico, ma anche umano e sociale - spiegano gli operatori del settore -. Servono risposte coordinate per evitare che la perdita della casa diventi l’inizio di un percorso di esclusione.”
I dati del 2024 confermano che l’Umbria vive un fenomeno di pressione abitativa crescente, che rischia di accentuarsi nei prossimi anni se non accompagnato da interventi efficaci. Il quadro delineato dal Ministero dell’Interno e dalle analisi de Il Sole 24 Ore evidenzia come la regione si collochi stabilmente sopra la media nazionale e come la morosità resti la causa dominante dei provvedimenti.
Un segnale d’allarme che, secondo gli esperti, impone un’azione politica coordinata a livello regionale e nazionale, capace di unire strumenti economici, sociali e urbanistici per affrontare una questione che non riguarda solo il diritto alla casa, ma anche la tenuta complessiva del tessuto sociale.