I cancelli dei cimiteri di Terni, dal centrale ai sedici frazionali, resteranno aperti senza soluzione di continuità. E dietro quelle aperture, il lavoro di cura e manutenzione non subirà contraccolpi. È il messaggio che l’amministrazione comunale vuole passare con forza, chiudendo un anno di transizione e aprendone uno, il 2025, che vedrà Terni Reti srl, la società partecipata dal Comune, gestire in house l’intero “global service” cimiteriale. Un passaggio delicato, che ha sollevato timori sull’occupazione e sulla qualità del servizio, ma sul quale l’assessore allo Sviluppo Economico, Sergio Cardinali, stende un velo di rassicurazione ufficiale: "L’Amministrazione non ha programmato alcuna riduzione indiscriminata dei livelli occupazionali, ma ha perseguito una riorganizzazione del servizio finalizzata alla sostenibilità economica e alla qualità delle prestazioni. I progetti industriali e organizzativi della società partecipata sono coerenti con l’affidamento del servizio e mirano a garantire continuità, efficienza e controllo pubblico diretto".

L’operazione, che ha un valore annuo di 466.000 euro per i soli servizi cimiteriali - cifra che sale a circa 568.500 euro IVA inclusa per il global service decennale -, è stata presentata come una scelta di razionalizzazione, controllo pubblico e sostenibilità economica. In una dichiarazione dettagliata, l'assessore Cardinali ha fornito il quadro giustificativo: "L’affidamento del servizio a Terni Reti srl dei servizi cimiteriali per un importo annuo pari a 466.000 euro risulta congruo, in quanto inferiore alla stima attualizzata del costo del servizio; più conveniente rispetto ai valori medi di mercato rilevabili mediante appalto esterno; coerente con il principio di economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa; conforme alle previsioni del D.Lgs. 201/2022 in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica".
La decisione di internalizzare la gestione nasce da una valutazione tecnica e amministrativa precisa. L’amministrazione punta a un controllo diretto su un servizio ritenuto di particolare sensibilità per la comunità, garantendo standard uniformi su tutto il territorio comunale, dall’apertura 365 giorni all’anno alla gestione informatizzata. Tuttavia, il cuore della discussione, più che sui numeri del contratto, si è spostato rapidamente sulle persone. Il passaggio da un sistema affidato a cooperative sociali private a una gestione in house, infatti, non prevede un trasferimento automatico dei lavoratori. Una frattura che ha immediatamente allarmato le organizzazioni sindacali.

Sul punto, Cardinali è stato chiarissimo nel delineare i limiti giuridici e le prospettive: "Con riferimento alle preoccupazioni espresse circa la potenziale perdita di livelli occupazionali, l’affidamento in house non determina automaticamente obblighi di assorbimento del personale precedentemente impiegato da operatori economici privati, trattandosi di soggetti giuridicamente distinti. La società Terni Reti srl, in qualità di società pubblica, è tenuta al rispetto delle normative vigenti in materia di reclutamento del personale, trasparenza e contenimento della spesa; eventuali esigenze di personale saranno valutate esclusivamente in funzione dei fabbisogni organizzativi e nel rispetto delle procedure selettive previste dalla legge".
Fp‑Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno contestato la scelta, definendola un’"internalizzazione a metà" che rischia di tradursi in un aumento della precarietà. Molti degli addetti, spesso figure fragili con minori opportunità nel mercato del lavoro, passerebbero infatti da contratti a tempo indeterminato nelle cooperative a contratti a termine nella società pubblica. Il tema è diventato politico, approdando anche in consiglio comunale con interrogazioni dell’opposizione, preoccupata per la perdita di professionalità maturate sul campo.
Per stemperare la tensione, l’assessorato ha avviato un tavolo di confronto. Il risultato è stato una soluzione ponte: un passaggio in Terni Reti con contratti a tempo determinato, concepito come una fase transitoria in attesa di future procedure concorsuali pubbliche. L'amministratore unico di Terni Reti, Alessandro Campi, ha ribadito la posizione della società partecipata, sottolineandone il ruolo e la visione: "Nessun timore per il futuro. La società è solida e allineata con gli obiettivi di continuità ed efficienza stabiliti dal Comune. Lavoriamo per un servizio che unisca il rispetto per la cittadinanza e la sostenibilità di gestione".
Alla fine di questo percorso negoziale, una delle due cooperative coinvolte ha deciso di mantenere in organico cinque suoi dipendenti. Terni Reti, dal canto suo, si è impegnata ad assumere un lavoratore dell’altra cooperativa e tre addetti alle pulizie e al decoro.
Ora, con l’avvio a regime del nuovo modello, l’attenzione si sposta sulla sua effettiva attuazione. Restano due verifiche cruciali per i prossimi mesi: la qualità quotidiana percepita dai cittadini - dalla manutenzione delle aree al rapporto con l’utenza - e la capacità di trasformare quei contratti a termine in stabilizzazioni effettive, evitando che la ricerca di efficienza economica si scarichi sulla precarietà del lavoro. La scommessa di Terni è proprio questa: dimostrare che un servizio pubblico più controllato può tenere insieme il rigore dei conti, la cura per la città e la dignità di chi ci lavora. La dichiarazione di Cardinali sulla continuità del servizio rimane la promessa cardine: "Non risulta programmata alcuna interruzione del servizio né un depauperamento delle prestazioni a danno della collettività".