Si chiama 'Scuole Sicure' ed è il progetto promosso dal Ministero dell'Interno con l'obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno dello spaccio di droghe nei pressi degli istituti scolastici. Sul piatto per l'anno scolatico 2025/2026, ci sono un milione e mezzo di euro che verranno ripartiti tra 50 Comuni al di sopra dei 15mila abitanti. Nella lista figurano anche Perugia e Terni a cui verranno destinati, rispettivamente 35mila e 28mila euro, per 63mila euro in totale.
Le risorse, spiegano dal Viminale, "potranno essere utilizzate per realizzare sistemi di videosorveglianza, assumere agenti di Polizia locale a tempo determinato, acquistare mezzi e attrezzature e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione".
Il Viminale con i fondi di 'Scuole Sicure' "rinnova l'impegno sui territori per prevenire e contrastare un fenomeno odioso che lucra sul benessere di giovani e giovanissimi mettendo a repentaglio non solo la salute ma l'equilibrato sviluppo di ragazze e ragazzi. I fondi sono un segno concreto di supporto ai comuni che, anche grazie alla preziosa collaborazione delle Prefetture, potranno dotarsi di personale e strumenti aggiuntivi per la vigilanza", ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"Un impegno e un'attenzione altissimi - ha ribadito - che rientrano nel più ampio disegno portato avanti - anche a livello internazionale - dal Governo, con l'incessante apporto delle Forze dell'ordine e della magistratura, nella lotta alle organizzazioni criminali cui fa capo il narcotraffico, come mostrano i quasi quotidiani arresti e sequestri di quantitativi di droghe su tutto il territorio, per riaffermare la legalità e garantire la sicurezza delle comunità".
L'umbro Emanuele Prisco, sottosegretario all'Interno, ha espresso soddisfazione per lo stanziamento dei fondi. "Con 'Scuole Sicure' - ha dichiarato in una sua nota - il Governo Meloni conferma la sua attenzione verso i più giovani e la volontà di rafforzare la sicurezza nei luoghi dove si costruisce il loro futuro".
"È un segno concreto di supporto ai territori e al lavoro delle forze di polizia - così l'ha definito -, ma anche un messaggio chiaro a chi pensa di poter mettere a rischio la salute e la crescita dei ragazzi: lo Stato c'è, e non arretra. Ma serve un presidio di sicurezza e sociale che solo gli enti territoriali possono garantire".
I Comuni per richiedere i fondi dovranno presentare i progetti alle Prefetture competenti, che ne valuteranno l'idoneità. Sull'impiego dei fondi il Ministero dell'Interno ha fornito le linee guida di cui sopra, rispetto alle quali i Comuni potranno lavorare anche insieme agli istituti scolastici del territorio per definire priorità e stabilire gli interventi più efficaci sia per contrastare il fenomeno, sia per sensibilizzare e creare consapevolezza nei più giovani con campagne informative ad hoc.
La scuola è il luogo deputato all'apprendimento e alla formazione dei più giovani. Uno spazio che deve essere sicuro e garantire un clima in cui la crescita avvenga a tutto tondo. Far riflettere le giovani generazioni sui rischi connessi alle droghe è un impegno condiviso dall'intera comunità educante ed è importante che la scuola crei dei momenti dedicati ad approfondire l'argomento.
Le cronache pullalano di notizie che riportano l'arresto di spacciatori; capita a volte che siano anche giovanissimi. Un segnale che qualcosa si è inceppato nel meccanismo di prevenzione dello spaccio, che indica chiaramente che è bene continuare a lavorare sul fronte. Molti gli Istituti scolastici che in tutto il Paese si sono attivati, partendo dal dialogo con ragazze e ragazzi, coinvolgendo esperti, anche dalle forze dell'ordine, dimostrando un impegno costante nel promuovere una cultura diffusa della salute affinché i giovani cittadini diventino sempre più consapevoli.