22 Jul, 2025 - 14:20

Scuola, l’Umbria fa fronte comune contro il taglio delle dirigenze: Bandecchi scrive al Ministro Valditara

Scuola, l’Umbria fa fronte comune contro il taglio delle dirigenze: Bandecchi scrive al Ministro Valditara

In Umbria si alza una voce compatta e decisa contro il dimensionamento scolastico imposto a livello nazionale. A darle forma è per primo  il Presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, che in una lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprime una netta contrarietà alla riduzione delle dirigenze scolastiche previste dal piano per gli anni 2026-2029.

Un messaggio chiaro, senza giri di parole: La Provincia di Terni si dichiara contraria a qualsivoglia ‘taglio’ delle dirigenze scolastiche, scrive Bandecchi, denunciando un disegno che rischia di penalizzare irreparabilmente i territori più fragili dell’Umbria. Nella lettera, inviata anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione Umbria, all’assessore regionale all’Istruzione e alla Provincia di Perugia, Bandecchi evidenzia come la logica sottesa al piano sia figlia “di una politica europea distante dalla realtà”, che mette in secondo piano le esigenze reali delle comunità locali.

Bandecchi all'attacco: “Così si compromette il diritto allo studio e si impoverisce il territorio”

Il nodo della questione è il decreto interministeriale n. 124 del 30 giugno 2025, che formalizza la riduzione delle autonomie scolastiche e delle posizioni dirigenziali. L’Umbria, osserva Bandecchi, è l’unica regione italiana a vedere diminuire la propria dotazione organica: da 134 a 130 unità, tra dirigenti scolastici e DSGA. “Le proposte avanzate non sono state minimamente prese in considerazione -scrive il presidente ternano -e non ne comprendiamo né la motivazione né il senso, proprio a fronte del riconteggio che ha aumentato i numeri nelle altre Regioni”.

Secondo Bandecchi, “questa scelta compromette il diritto allo studio, la possibilità di avere un’offerta formativa consona ai nostri ragazzi e apre la strada a un deficit formativo che le scuole di ogni ordine e grado non possono più tollerare”. Il presidente chiede dunque un incontro urgente tra Ministero, Regione Umbria e le due Province, affinché si possa rivedere la strategia nazionale alla luce delle specificità umbre.

L’assessore regionale Barcaioli: “Chiudere una scuola significa spegnere il futuro dei nostri territori”

La posizione della Regione Umbria, condivisa con le Province e con le rappresentanze istituzionali della scuola, è altrettanto ferma. Nel vertice convocato a Perugia dall’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli, è emersa la volontà di costituire un fronte comune contro la decisione del Ministero. Presenti anche i presidenti delle Province di Perugia, Massimiliano Presciutti, e di Terni, Stefano Bandecchi, nonché le delegate alla programmazione scolastica, Francesca Pasquino e Viviana Altamura.

“La scuola non è un semplice numero - ha dichiarato Barcaioli - è un presidio di cittadinanza attiva, uno strumento di inclusione, un luogo che tiene viva la relazione tra generazioni e alimenta il senso di appartenenza nelle comunità”.

L’assessore ha sottolineato come nei territori più soggetti allo spopolamento, “chiudere una scuola significa spegnere il futuro”. La Regione è pronta a fare la sua parte, anche percorrendo la via legale: “Valuteremo il ricorso al Tar qualora non si trovi una soluzione condivisa”, ha spiegato Barcaioli.

Tavolo di confronto richiesto al Ministero: istituzioni umbre unite per difendere il diritto allo studio

Dal vertice è uscita una posizione condivisa: sollecitare formalmente l’apertura di un tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione, con la partecipazione congiunta di Regione e Province. L’obiettivo è dare voce a famiglie, studenti, docenti e personale scolastico, che ogni giorno si impegnano per garantire il diritto allo studio in tutti i territori umbri.

“Non possiamo accettare che l’Umbria sia l’unica Regione a pagare un prezzo così alto”, concludono all’unisono i rappresentanti delle istituzioni. Un messaggio diretto a Roma, nel tentativo di fermare una decisione che rischia di lasciare intere comunità scolastiche senza guida, proprio in un momento storico in cui la scuola dovrebbe rappresentare il primo investimento per il futuro.

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Federico Zacaglioni
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