01 Oct, 2025 - 20:30

Scuola, Bandecchi accusa: “In Provincia di Terni piano di dimensionamento bloccato da destra e sinistra per l'ideologia su Gaza”

Scuola, Bandecchi accusa: “In Provincia di Terni piano di dimensionamento bloccato da destra e sinistra per l'ideologia su Gaza”

E' braccio di ferro a Palazzo Bazzani tra il Presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi e l'opposizione. E nella polemica politica che si è scatenata a farne le spese è il piano provinciale di dimensionamento scolastico che non verrà discusso e approvato. E così, se centrodestra e centrosinistra tentano la spallata contro "il terzo incomodo" Bandecchi, che ha conquistato Comune di Terni e Provincia da una posizione terza rispetto alle coalizzioni maggioritarie, lui tira dritto per la sua strada e risponde ai colpi politici e alle chiamate della piazza con parole di fuoco.

In un comunicato diramato nella tarda serata di mercoledì, il numero uno di Palazzo Bazzani non usa infatti mezzi termini e punta il dito contro le opposizioni: Destra e sinistra hanno bloccato il piano di dimensionamento scolastico, anteponendo questioni ideologiche e politiche legate a Gaza alle esigenze reali degli studenti e delle famiglie”.

L’ultima seduta del Consiglio provinciale, convocata per discutere la programmazione territoriale della rete scolastica e dell’offerta formativa in Umbria, si è trasformata in un caso politico. La protesta dei consiglieri di centrodestra e centrosinistra, che hanno fatto mancare il numero legale, ha determinato l’annullamento della discussione. Sullo sfondo, le controverse dichiarazioni di Bandecchi sul conflitto israelo-palestinese e, in particolare, sui numeri delle vittime civili a Gaza.

Bandecchi accusa: “Scelte politiche irresponsabili che danneggiano il futuro della scuola umbra”

Bandecchi, nelle sue dichiarazioni ufficiali, ha insistito sul danno arrecato al territorio: La mancata seconda convocazione è stata un richiamo alle responsabilità di chi ha anteposto ragioni politiche su questioni internazionali ad atti amministrativi fondamentali per il sistema scolastico e per lo sviluppo del territorio in generale”.

Il presidente, che è anche sindaco di Terni, ha stigmatizzato con durezza l’atteggiamento delle opposizioni: “Una destra allo sbando e una sinistra iperideologicizzata hanno bloccato e paralizzato tutto. In Consiglio hanno fatto mancare il numero legale, congelando l’attività amministrativa per ragioni esclusivamente politiche legate all’espressione del pensiero del Sindaco, nonché Presidente della Provincia, su questioni di politica internazionale”.

Secondo Bandecchi, questo comportamento avrebbe vanificato il lavoro compiuto dagli uffici provinciali negli ultimi mesi: “È stato irresponsabilmente annullato tutto il faticoso e importante lavoro istruttorio svolto dagli uffici provinciali, dopo che si sono tenute conferenze territoriali partecipative con i comuni e con gli organi delle istituzioni scolastiche”.

Il piano di dimensionamento scolastico, ricorda la Provincia, doveva essere presentato alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale entro il 31 ottobre e rappresentava uno strumento strategico per programmare l’offerta formativa sul territorio. Un documento che, nelle intenzioni dell’amministrazione, sarebbe stato discusso anche in sede di Conferenza provinciale con enti locali, associazioni come Anci e Upi, istituzioni scolastiche e universitarie, organizzazioni sindacali e rappresentanze delle imprese.

Le polemiche su Gaza e la protesta in Consiglio provinciale: perché la seduta è stata bloccata

Il contesto che ha portato al boicottaggio della seduta è legato alle dichiarazioni di Bandecchi sul conflitto in Medio Oriente. Nei giorni scorsi, il presidente aveva espresso su Instagram dubbi sulla veridicità dei dati relativi alle vittime palestinesi, sostenendo di non credere alle cifre diffuse da fonti locali e internazionali. Parole che hanno provocato una reazione immediata da parte di gruppi politici, cittadini e movimenti.

Durante le manifestazioni sotto il municipio, Bandecchi aveva definito i contestatori “quattro drogati facinorosi”, ribadendo la sua posizione a favore di Israele, pur dichiarandosi critico nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu. Le sue affermazioni hanno alimentato tensioni che si sono riversate, dopo lo show di Palazzo Spada, anche in aula a Palazzo Bazzani.

I consiglieri del Partito Democratico hanno motivato la loro assenza parlando di un atto politico contro quelle che hanno definito “incredibili e vergognose parole” del presidente. La stessa linea è stata seguita anche da esponenti del centrodestra, che hanno scelto di non partecipare alla seduta. Solo Forza Italia ha inizialmente presenziato, salvo poi abbandonare l’aula in segno di protesta.

La conseguenza è stata la mancanza del numero legale e quindi la sospensione della discussione, con il conseguente blocco del piano scolastico.

Un nuovo scontro istituzionale con l'opposizione dopo il caso del blocco della variante Amerina

La vicenda ha aperto un nuovo fronte di scontro istituzionale, con il rischio che il ritardo nella presentazione del piano provinciale comporti conseguenze per la riorganizzazione dell’offerta scolastica umbra. Un piano che, in assenza di approvazione entro i termini stabiliti, potrebbe non essere recepito dalla Regione, rallentando processi di razionalizzazione considerati indispensabili sia dalle istituzioni che dalle famiglie.

Al momento, non è chiaro come la Provincia di Terni intenda procedere per superare lo stallo. Anche se Bandecchi ha chiarito che non ci sarà una seconda chiamata al voto sul piano di dimensionamento. A dire il vero, per la tormentata consiliatura iniziata dopo le dimissioni della ex presidente Pernazza eletta in consiglio regionale, non si tratta del primo atto messo in stand by per prove di forza reciproche. Era già successo, infatti, con il conto consuntivo della vecchia amministrazione e poi con la Variante Amerina, usata proprio da Bandecchi come elemento di forzatura politica per ottenere attenzione sul tema dell'ospedale di Terni.

In questa fase, dunque, resta il segnale politico forte di un Consiglio spaccato, in cui il confronto locale si intreccia con le polemiche su scenari internazionali. Nel mezzo, studenti, famiglie e istituti scolastici che attendono risposte concrete.

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Federico Zacaglioni
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