29 May, 2025 - 12:05

Scuola “Aldo Moro”, è scontro tra Stirati e Fiorucci: inaugurazione con retrogusto di campagna elettorale

Scuola “Aldo Moro”, è scontro tra Stirati e Fiorucci: inaugurazione con retrogusto di campagna elettorale

Lunedì scorso, con l’inaugurazione della rinnovata scuola primaria “Aldo Moro” di Gubbio, si è chiuso un lungo cantiere e, insieme, si è riaperto un vecchio fronte politico. Al centro dell’evento, almeno formalmente, c’erano gli alunni, gli insegnanti e un edificio restituito finalmente alla sua funzione. Ma a rubare la scena sono stati i toni, tutt’altro che concilianti, tra il sindaco in carica Vittorio Fiorucci e il suo predecessore Filippo Mario Stirati, presenti entrambi alla cerimonia accanto al vicesindaco Francesco Gagliardi e al dirigente scolastico Maria Gioia Pierotti.

Dietro i sorrisi di rito, gli applausi e i ringraziamenti, si è consumato uno scontro verbale e mediatico che ha fatto dimenticare, per un momento, l’obiettivo comune: la scuola pubblica. Le due visioni – quella del centrodestra di Fiorucci e quella dell’ex sindaco Stirati, sostenuto da una coalizione civico-progressista – si sono fronteggiate non tanto sulle finalità dell’opera quanto sulla sua paternità, i tempi, le risorse e il metodo.

Stirati: “Scelta lungimirante, non elettorale”

Nel suo discorso, Stirati ha rivendicato con forza l’impostazione strategica che ha portato all’intervento sull’edificio scolastico: “Noi riteniamo di aver fatto a suo tempo una scelta lungimirante, ovviamente non elettorale come qualcuno ama ripetere in maniera abbastanza amena”, ha dichiarato dal palco, lanciando un messaggio chiaro a chi oggi cercherebbe di intestarsi i meriti finali.

E ancora: “Fare queste scelte significa pensare non alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni, come ebbe a dire un grande statista”.

Una frase che Stirati ha poi rilanciato anche sui social, sottolineando l’investimento complessivo: “Un’opera da oltre 3 milioni di euro; 20 sono stati i milioni investiti nell’edilizia scolastica, un terzo circa del totale degli investimenti dei miei dieci anni da sindaco”.

Per Stirati, la scuola “Aldo Moro” rappresenta un tassello di un progetto più ampio e coerente: un patrimonio edilizio comunale “completamente messo in sicurezza ed efficientato”. E per rafforzare la sua posizione, ha evocato anche la tragedia di San Giuliano di Puglia del 2002: “Un edificio scolastico ristrutturato, ma senza criteri antisismici, uccise una maestra e 27 alunni. Quello fu un monito. Questa è una scelta di civiltà”.

Fiorucci: “Senza il nostro intervento, i lavori non si chiudevano”

Di tutt’altro tenore l’intervento del sindaco in carica, Vittorio Fiorucci, che non ha perso l’occasione per ribadire il ruolo decisivo della sua amministrazione nella fase conclusiva dei lavori: “Abbiamo fatto quell’ultimo passetto che serviva di fare, ovvero investirci 410.000 euro di avanzo che era stato chiesto di mettere nella discarica. Noi l’abbiamo messo nella scuola”.


Un riferimento polemico, ma preciso, alle critiche delle minoranze che avevano chiesto di destinare quei fondi alla gestione della discarica di Colognola. Secondo Fiorucci, tale scelta avrebbe “lasciato finanziariamente completamente scoperti i lavori per la scuola Aldo Moro.

Nel comunicato ufficiale diffuso dopo l’inaugurazione, la giunta di centrodestra ha celebrato il completamento dell’opera come un successo della nuova amministrazione: “I lavori sono stati completati entro il primo semestre del 2025 grazie al buon lavoro della nuova Giunta Fiorucci, sia dal punto di vista dell’impegno finanziario che del costante e sollecito controllo dell’avanzamento del cantiere”.

Una scuola, due narrative

A ben vedere, la scuola “Aldo Moro” è oggi un edificio antisismico, efficiente dal punto di vista energetico, dotato di spazi innovativi e moderni. Ma attorno a essa si agitano due narrative opposte e parallele.

Per Stirati, si tratta del frutto di un lungo lavoro, portato avanti tra mille difficoltà – pandemia, guerra in Ucraina, aumento dei costi – e costruito su una visione di città a lungo termine. Per Fiorucci, invece, il merito va anche – e soprattutto – all’ultimo miglio percorso dalla nuova amministrazione, senza il quale “gli alunni e gli insegnanti non sarebbero tornati a settembre in via Magellano”.

In mezzo, una realtà complessa: quella dei finanziamenti misti, in parte provenienti da fondi europei del POR FESR, in parte da risorse statali del MIUR e del GSE, ma non sufficienti per portare l’opera a termine. È qui che si innesta il contributo dell’attuale giunta, che ha scelto di coprire l’ultimo disavanzo con l’avanzo di bilancio.

Riconoscimenti mancati, meriti contesi

Un altro punto dolente è il riconoscimento del lavoro amministrativo precedente. Stirati ha voluto esplicitamente ringraziare “tutti i tecnici che si sono adoperati” e in particolare “l’assessore ai lavori pubblici Valerio Piergentili e l’assessora alla pubblica istruzione Simona Minelli.

Fiorucci, al contrario, ha speso parole di gratitudine solo per la propria squadra e in particolare per l’assessore Cappanelli che ha realizzato i lavori e con la quale ci siamo confrontati strada facendo”.

Una mancanza di reciprocità che non è passata inosservata né tra i presenti né sui social, dove gli ambienti vicini all’ex sindaco hanno lamentato la “cancellazione sistematica della memoria amministrativa”, mentre quelli della nuova maggioranza accusano Stirati di “autoreferenzialità e retorica autocelebrativa”.

L’ombra lunga delle urne

Al netto delle parole, il clima che si è respirato lunedì scorso assomigliava molto a quello di una campagna elettorale appena iniziata, più che a un’inaugurazione condivisa.

Le frecciate incrociate, le rivendicazioni, le omissioni, hanno riacceso i riflettori su una dialettica politica che pareva sopita ma che, evidentemente, non ha mai davvero chiuso i conti. E poco importa che le elezioni comunali siano ancora lontane: quando si parla di scuola, sicurezza, risorse pubbliche e identità amministrativa, ogni opera conclusa può diventare un campo di battaglia simbolico.


Nel frattempo, le famiglie e i bambini di Gubbio potranno finalmente tornare a vivere la loro scuola, rinnovata e sicura. Il futuro che, a parole, entrambi gli schieramenti dichiarano di avere a cuore.

Ma il presente racconta un’altra storia. E forse, un’altra campagna.

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Mario Farneti
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