Scontro frontale tra opposizione di centrodestra e maggioranza del Patto Avanti in consiglio regionale, con al centro il destino di centinaia di lavoratori e la tenuta della rete commerciale regionale. Al cuore del contendere, il piano aziendale del gruppo Unicoop Etruria – che controlla anche la catena Superconti – che, nell’ambito del processo di fusione con Coop Centro Italia, prevede chiusure di punti vendita, cessioni e un pesante rischio di esuberi. Un dossier caldissimo, noto da settimane, su cui i partiti si accusano reciprocamente di inazione e di strumentalizzazione politica.
La scintilla è scattata quando i gruppi di opposizione - Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Tp-Uc - hanno presentato una mozione urgente per forzare un dibattito immediato in Consiglio, chiedendo alla Giunta di attivarsi con “ogni strumento possibile”. La maggioranza di centrosinistra, composta da Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle e Ud-Pp, ha però respinto la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno, bloccando sul nascere la discussione. Una mossa che ha fatto esplodere la polemica.
La reazione dell’opposizione è stata durissima, condensata in una nota congiunta dai toni di condanna per quello che viene definito "l'immobilismod ella giunta".
“Quanto accaduto in consiglio è gravissimo e dimostra, ancora una volta, la distanza siderale che separa la sinistra dai problemi reali del territorio”, esordiscono i consiglieri del centrodestra. L’accusa è di un “immobilismo totale” da parte della Regione, certificato, a loro dire, dall’assenza di atti concreti in quasi un anno di ristrutturazione aziendale: nessun monitoraggio strutturato, nessun tavolo di confronto tempestivo.
“Di fronte a un piano aziendale che prevede chiusure di punti vendita, cessioni e possibili esuberi – si legge nella nota –, la sinistra ha scelto consapevolmente di non affrontare il problema, di non assumersi responsabilità e di non dare risposte a chi oggi teme concretamente di perdere il proprio posto di lavoro”.
Il rifiuto di discutere la mozione urgente è visto come l’ultimo, emblematico gesto di disinteresse. “La sinistra parla tanto di diritti, lavoro e coesione sociale, ma quando c’è da difendere concretamente centinaia di famiglie umbre, volta le spalle e scappa”, affermano i capigruppo di opposizione, che concludono promettendo battaglia: “Non ci fermeremo finché non verranno attivate tutte le misure necessarie per evitare una crisi occupazionale senza precedenti”.
La risposta dei gruppi che sostengono la presidente Stefania Proietti e la Giunta regionale non si è fatta attendere, ed è un netto rinvio al mittente delle accuse. Il tono della loro nota è prima di tutto di sorpresa, quasi di scetticismo. “Sorprende l’attenzione che la minoranza, a fasi alterne, riserva al mondo del lavoro”, dichiarano, bollando la mozione del centrodestra come “decisamente strumentale”.
La maggioranza ricostruisce un impegno opposto, fatto di presenza sul territorio e di azioni già in corso. “Siamo stati accanto ai lavoratori insieme al Comune di Castiglione del Lago, abbiamo partecipato agli stati di agitazione proclamati e abbiamo incontrato i sindacati in più occasioni”, precisano i consiglieri di Pd, Avs, M5S e Ud-Pp. Il fulcro della loro difesa è un appuntamento istituzionale preciso: lo scorso 9 dicembre, un incontro tra la presidente Proietti, l’assessore allo Sviluppo Economico Francesco De Rebotti e le organizzazioni sindacali.
In quell’occasione, assicurano, la Giunta si è già impegnata a dare risposte. E indica una prossima data cruciale: il 22 dicembre, quando al tavolo si tornerà a confrontarsi con l’azienda. “Torneremo a chiedere garanzie all’azienda su mantenimento delle sedi, sul mantenimento della rete di vendite e sul piano di investimenti, per la tutela dell’occupazione”, concludono i gruppi di maggioranza, dipingendo la mozione urgente dell’opposizione non come uno strumento utile ai lavoratori, ma come un’inutile forzatura politica su un percorso già avviato.