27 Dec, 2025 - 14:30

Treni, scontro Regione Umbria-Trenitalia: pendolari nel caos, diffida e penali da 200 mila euro per la "fermata fantasma" di Orte

Treni, scontro Regione Umbria-Trenitalia: pendolari nel caos, diffida e penali da 200 mila euro per la "fermata fantasma" di Orte

È una diffida formale l’arma con cui la Regione Umbria ha deciso di rispondere al caos che da settimane attanaglia i pendolari del regionale veloce delle 17 da Roma a Foligno. L’assessore ai Trasporti, Francesco De Rebotti, ha aperto un duplice fronte contro Trenitalia e Rfi: da un lato la fermata “fantasma” di Orte sul treno RV 4514, annunciata come soppressa ma ancora in vendita, dall’altro una montagna di penali contrattuali, oltre 200 mila euro, che l’azienda non avrebbe versato. Uno scontro istituzionale senza precedenti che mette a nudo la crisi di un servizio fondamentale e costringe la Regione a invocare l’intervento del Ministero delle Infrastrutture“Non è accettabile assistere a questo modo di fare”, tuona De Rebotti, mentre centinaia di viaggiatori continuano a litigare per un posto a sedere.

La fermata di Orte che non scompare: dalla trattativa alla diffida

Tutto nasce dalle segnalazioni, sempre più insistenti, di chi quel treno lo prende ogni giorno. Il regionale veloce RV 4514, partenza delle 17 da Roma Termini con destinazione Foligno, è da mesi un supplizio: sovraffollamento cronico, disagi, liti. La causa, secondo la ricostruzione regionale, è anche nella fermata intermedia di Orte, che rallenta la corsa e carica ulteriormente un convoglio già saturo.

A inizio novembre, la Regione Umbria, in qualità di titolare del contratto di servizio, si è seduta al tavolo con Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana proponendo soluzioni per tenere la fermata ma alleviare la pressione: “aumento delle carrozze, attraverso un investimento aggiuntivo sul personale; treni duplex e/o declassamento di una carrozza di prima classe”. Proposte tutte naufragate davanti a un secco no.

A quel punto, il 4 novembre, Perugia ha chiesto ufficialmente la soppressione della fermata di Orte. Trenitalia, il 3 dicembre 2025, ha risposto per iscritto accogliendo la richiesta e iniziando a comunicare il cambio di programma direttamente ai viaggiatori. Sembrava la fine della vicenda. Invece, era l’inizio di un altro pasticcio. “A distanza di oltre un mese - racconta De Rebotti - la fermata risultava ancora presente nei programmi di esercizio e nei canali di vendita”. L’annuncio era solo virtuale, la realtà dei binari non era cambiata di un millimetro.

L’esasperazione ha portato all’atto formale. Il 19 dicembre, l’assessore ha inviato una diffida a Trenitalia“Sono stato costretto – spiega – affinché prima possibile o proceda al declassamento di una carrozza di prima classe o cancelli la fermata, perché è grave che non abbia adempiuto agli impegni precedentemente assunti”. Il colpo più basso, per De Rebotti, è proprio la discrepanza tra comunicazione e realtà: “È assurdo che oggi risponda direttamente agli utenti, dichiarando per iscritto una cosa che non corrisponde alla realtà dei fatti”.

Il conto salato delle penali e l’appello al Ministero dei Trasporti

Ma lo scontro non si esaurisce con l’orario di un treno. C’è un conto economico in sospeso che aggrava la frattura. La Regione Umbria vanta crediti per oltre 200 mila euro di penali verso Trenitalia, maturate per violazioni contrattuali sul capitolo delle agevolazioni. Una somma ingente che l’assessore rivendica con toni durissimi, respingendo qualsiasi narrazione che la dipinga come una concessione discrezionale dell’azienda. “Queste risorse devono essere riconosciute alla gestione regionale – puntualizza De Rebotti – ; esse non possono essere presentate come una generosa iniziativa dell’azienda, derivando da obblighi contrattuali”. Gli uffici regionali starebbero già predisponendo un atto per definire ogni dettaglio di questa controversia finanziaria.

Di fronte a quello che viene percepito come un muro di gomma, la Regione ha deciso di alzare il livello dello scontro, chiamando in causa il Governo. “In questa vicenda la Regione ha richiesto più volte che al tavolo con Trenitalia e Rfi intervenga anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – afferma l’assessore – per la correttezza, rispetto dei ruoli e degli impegni assunti”. Una richiesta che è un chiaro segnale di sfiducia nella possibilità di risolvere la vertenza in sede bilaterale.

Il caso dell'Interity 598 di Orvieto da riportare in Direttissima

De Rebotti non si limita al caso specifico, ma allarga lo sguardo a un altro nodo cruciale per la mobilità umbra: il collegamento per Orvieto. “Considero inoltre indispensabile rimettere in Direttissima l’Intercity 598 di Orvieto - prosegue l'assessore regionale - perché si tratta di un collegamento fondamentale per i pendolari umbri e per la competitività di quel territorio”.

La vicenda del treno delle 17 è così diventata il caso simbolo di un rapporto ormai logoro. Da una parte un ente locale che, schiacciato dalle lamentele dei cittadini, pretende che il contratto di servizio sia rispettato alla lettera, negli orari come nei pagamenti. Dall’altra, un gigante ferroviario accusato di agire con sufficienza, disattendendo impegni formali e creando un danno di immagine alla politica regionale. La diffida è l’ultimo avvertimento prima di passare a vie legali. Per i pendolari, intanto, resta l’incertezza quotidiana di un viaggio che non migliora, in attesa che le parole sui documenti ufficiali trovino finalmente riscontro nella realtà di un vagone.

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Federico Zacaglioni
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