16 Sep, 2025 - 17:30

Sciopero dei precari della giustizia in Umbria: rischio paralisi del sistema giudiziario

Sciopero dei precari della giustizia in Umbria: rischio paralisi del sistema giudiziario

Il cuore amministrativo dell’Umbria è tornato a ospitare una protesta di lavoratori stamane in piazza Italia, dove i precari della giustiziah anno occupato la scena con bandiere e striscioni, mentre una delegazione veniva accolta in Prefettura da Marco Migliosi, vicecapo di gabinetto.

Alla base dell’iniziativa, promossa da Fp Cgil Umbria, una parola d’ordine chiara:“Senza di noi il sistema si ferma”. In ballo c’è il futuro di 120 lavoratori, un terzo della forza lavoro nei tribunali umbri, tutti assunti col Pnrr e con il contratto in scadenza a giugno 2026. La richiesta è netta: servono risorse e volontà politica per scongiurare la paralisi del sistema giudiziario regionale.

Il nodo della stabilizzazione: numeri che fanno riflettere

La vertenza ormai è cronica e va avanti da molti mesi. I lavoratori, molti dei quali già scesi in piazza a giugno e ancora prima a luglio davanti alla Corte d’appello di Perugia, tornano ad evidenziare i numeri di quello che rischia di trasformarsi nell’ennesima emergenza occupazionale per la regione.Parliamo di circa 120 precari, di cui un centinaio nella sola provincia di Perugia. Al Tribunale del capoluogo, su 150 dipendenti, almeno cinquanta sono in bilico”, spiega Michele Agnani, segretario regionale della Fp Cgil Umbria, subito dopo il confronto in Prefettura.

Nel corso della riunione, lo stesso vicecapo di gabinetto si sarebbe detto sorpreso:“I dati che abbiamo fornito hanno sorpreso anche lui”, aggiunge Agnani. Un segnale inequivocabile della portata del problema, che rischia di travolgere non solo chi è precario oggi, ma l’intero sistema giudiziario regionale:“La diretta conseguenza di un mancato rinnovo è il collasso degli uffici. Senza il contributo di questi lavoratori, semplicemente la giustizia si arresta”.

Risorse insufficienti e competenze a rischio: “Abbiamo già dimostrato il nostro valore”

A rendere la situazione ancor più insostenibile, le notizie sul piano nazionale: secondo quanto comunicato dalla Fp Cgil, le risorse inserite in finanziaria dal Governo consentirebbero la stabilizzazione di appena un quarto degli attuali precari, ovvero circa 3mila su 12mila in tutta Italia. Il paradosso è sotto gli occhi di tutti:“Abbiamo contribuito a velocizzare i procedimenti, dato ossigeno agli uffici e rispettato gli obiettivi che ci erano stati assegnati col Pnrr. Negare la stabilizzazione è miope”, denuncia ancora Agnani.

 

Non si tratta soltanto di una questione contrattuale, insomma. Questi lavoratori, spesso giovani, laureati, con competenze che si sono consolidate a stretto contatto con le esigenze quotidiane della giustizia locale, incarnano quel capitale umano che da anni si dice di voler difendere dalla“fuga dei cervelli”. Eppure, sottolineano i sindacalisti,“rischiamo che tra meno di un anno metà delle competenze acquisite vengano disperse, col concreto rischio di una nuova paralisi giudiziaria”.

Soluzioni attese e la voce degli operatori: “Non vogliamo essere sacrificabili”

All’uscita dall’incontro in Prefettura, il clima tra i rappresentanti sindacali è teso ma non rassegnato.Abbiamo chiesto che il Governo individui le risorse necessarie per la stabilizzazione di tutti i 12mila precari della giustizia, conclude Agnani, invocando una presa di posizione netta dopo mesi di mobilitazione costante.

Un film già visto, in occasione di una precedente protesta che aveva fermato per una mattinata la centralissima piazza Italia a Perugia.I precari della giustizia sono la stampella del sistema, lo hanno snellito e reso più moderno. Ma oggi, senza risposte strutturali, tutto rischia di bloccarsi”.

Il tempo stringe. E, ancora una volta, la voce che si alza da piazza Italia risuona come un monito per tutta la regione:“Non siamo sacrificabili, né come lavoratori né come cittadini che credono nel diritto a una giustizia efficiente”.

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Federico Zacaglioni
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