21 Feb, 2025 - 12:21

Umbria, Metalmeccanici in sciopero per il rinnovo del contratto: presidio principale davanti all'Ast di Terni

Umbria, Metalmeccanici in sciopero per il rinnovo del contratto: presidio principale davanti all'Ast di Terni

Lo sciopero di oggi dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto collettivo nazionale sta registrando un'adesione massiccia in Umbria. Il presidio principale è stato di fronte all'Ast di Terni, il polo che più di tutti rappresenta la situazione precaria di questi ultimi mesi. Secondo i dati diffusi dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, la partecipazione supererebbe il 90% tra i lavoratori di Ast, l’85% nell’indotto e l’80% in Faurecia. Anche a Perugia la mobilitazione è significativa: qui l’adesione è circa del 75% in Polplastic e dell’80% alla Terex.

Ma quali sono i motivi di questo nuovo sciopero? E quali le richieste dei sindacati e dei lavoratori?

Trattativa bloccata: le richieste dei sindacati

Il rinnovo del contratto collettivo è fermo da dieci mesi. Federmeccanica infatti, secondo i sindacati, rifiuta di accogliere le richieste avanzate già a maggio 2024. "Sono dieci mesi che Federmeccanica tiene bloccata la trattativa per il rinnovo contrattuale. Tutto ciò non è possibile, soprattutto in un momento come questo in cui l'intero settore metalmeccanico è attraversato da una profonda transizione", dichiara Simone Liti, segretario Fim Terni. "Oggi i lavoratori pagano di tasca propria queste otto ore di sciopero, come quelle del mese scorso. Senza contratto non c’è futuro".

Le rivendicazioni principali riguardano un aumento salariale di 280 euro e il miglioramento delle condizioni lavorative, con un'attenzione particolare alla riduzione dell’orario di lavoro. In questo caso "sia per le aziende che vanno in transizione ecologica, sia per le realtà in crisi. Siderurgia e automotive rappresentano in pieno questi settori, fortemente presenti anche in Umbria", afferma Alessandro Rampiconi, segretario Fiom Terni. Che aggiunge: "Sul contratto si gioca il futuro dei metalmeccanici e del Paese".

Presidio in Ast per lo sciopero dei metalmeccanici, il terzo indetto in pochi mesi

L’azione di protesta di oggi rappresenta il terzo sciopero indetto dai sindacati, il secondo con una durata di otto ore nella regione. La posizione di Federmeccanica, considerata inaccettabile dai lavoratori, continua a generare tensione. "Protestiamo per tutelare salario, orario di lavoro, combattere la precarietà e tutelare i lavoratori delle ditte in appalto", sottolinea Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni. "La nostra proposta, votata dal 98% dei lavoratori, è l’unica su cui discutere. Il tavolo della trattativa va riaperto e se Federmeccanica non tornerà a negoziare, la lotta sindacale proseguirà".

Sciopero del 13 gennaio: 20mila lavoratori in mobilitazione

Già con lo sciopero del 13 gennaio scorso, che ha visto un presidio davanti alla sede regionale di Confindustria, si era data via una protesta contro l'immobilità di istituzioni e governo e per rivendicare il rinnovo del contratto collettivo nazionale. In quell'occasione la mobilitazione ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori che hanno manifestato il proprio dissenso.

I motivi dello sciopero sono gli stessi che hanno spinto i lavoratori a scendere in piazza nelle settimane precedenti e anche oggi: la contro-piattaforma presentata da Federmeccanica e Assistal ha respinto le richieste sugli aumenti salariali, sul premio di risultato e sulla regolamentazione dell’uso dei contratti precari. "Nessuna disponibilità" – hanno dichiarato Fim, Fiom e Uilm – "a ridurre l’orario di lavoro e a regolamentare lo smart working, come nessuna disponibilità a riconoscere permessi per conciliare tempi di vita e di cure dei figli e dei genitori".

La piattaforma unitaria dei sindacati prevede un incremento dei minimi retributivi di 280 euro nei prossimi tre anni, cifra che Federmeccanica e Assistal giudicano insostenibile. Queste ultime propongono invece un adeguamento automatico degli stipendi in base all’Indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca). Che nei prossimi quattro anni porterebbe a un incremento di soli 173 euro. Il rifiuto di accogliere una proposta più adeguata ha generato uno stallo nelle trattative.

AUTORE
foto autore
Giorgia Sdei
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE