17 Oct, 2025 - 13:45

Presidi a Perugia e Terni per lo sciopero dell’igiene ambientale, adesione altissima in Umbria: “Ora il contratto”

Presidi a Perugia e Terni per lo sciopero dell’igiene ambientale, adesione altissima in Umbria: “Ora il contratto”

Un’adesione che sfiora il 90% tra Perugia e Terni, con i lavoratori dei servizi di igiene ambientale che hanno incrociato le braccia e presidiato le sedi di Gesenu e Asm. Venerdì 17 ottobre, il comparto dell’igiene ambientale umbro si è fermato per chiedere il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto lo scorso 31 dicembre. A guidare la mobilitazione, le sigle Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, che parlano di una “partecipazione straordinaria” a testimonianza del “forte disagio che i lavoratori stanno vivendo”.

Altissima adesione in tutte le aziende umbre: “I lavoratori sono stanchi di aspettare”

Da Perugia a Terni, passando per i centri più piccoli, le adesioni allo sciopero sono state altissime. “In Umbria l’adesione allo sciopero è stata altissima, con punte del 90%” fanno sapere i sindacati, sottolineando come il segnale arrivi “da un settore che non può più aspettare un rinnovo contrattuale adeguato, nuovi investimenti e una reale valorizzazione del personale”.

Nei due presidi principali, organizzati davanti alla sede di Gesenu a Perugia e alla Asm di Terni, erano presenti i rappresentanti delle quattro sigle sindacali. Nel capoluogo, per la Fp Cgil il segretario regionale Michele Agnani e il provinciale Fabrizio Cecchini, per la Fit Cisl il segretario regionale Pasquale Qualatrucci, per la Uiltrasporti il segretario regionale Walter Bonomi e per la Fiadel il segretario regionale Michele Strettomagro. A Terni, insieme alle maestranze, anche Andrea Pitoni per Fp Cgil, Leonardo Celi per Uiltrasporti e Andrea Ribeca per Fit Cisl.

“I lavoratori dell’igiene ambientale hanno dimostrato che sono stanchi di aspettare ancora” aggiungono i sindacati. Dopo anni di incertezza contrattuale e di condizioni di lavoro difficili, la protesta assume un valore simbolico e sostanziale: segna il ritorno di un fronte sindacale compatto, deciso a riaprire la trattativa nazionale.

Anci Umbria apre al confronto: “Disponibili a coinvolgere l’Anci nazionale”

Nel corso della giornata, una delegazione sindacale è stata ricevuta dal segretario di Anci Umbria, Silvio Ranieri, mentre il presidente Federico Gori non ha potuto partecipare per impegni precedenti. “Il segretario Ranieri, che ringraziamo - fanno sapere le sigle sindacali - si è detto disponibile a coinvolgere l’Anci nazionale e le aziende del settore affinché si facciano carico delle istanze dei lavoratori”.

L’incontro, pur interlocutorio, ha permesso di gettare le basi per un nuovo tavolo di confronto. “Anci Umbria - aggiungono i rappresentanti sindacali - si è impegnata ad aprire un dialogo sulle criticità del comparto, puntando al miglioramento del servizio e alla salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori”.

Un passaggio che, secondo le organizzazioni dei lavoratori, potrebbe rappresentare un primo segnale di disponibilità istituzionale dopo mesi di stallo. La priorità, ribadiscono, resta la riapertura del tavolo negoziale nazionale per adeguare il contratto alle nuove condizioni economiche e sociali.

Sicurezza, salario e dignità: le richieste dei sindacati per un settore “usurato”

Dietro lo sciopero, spiegano Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, non c’è solo la questione economica, ma la necessità di un ripensamento complessivo del settore. Gli operatori dell’igiene ambientale, ricordano, lavorano in condizioni spesso difficili, con un elevato rischio di infortuni. “Il comparto è al primo posto per infortuni, spesso mortali, nei servizi pubblici locali”, denunciano i sindacati, chiedendo “strumenti e norme di prevenzione più efficaci per la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

Tra le priorità indicate, la modernizzazione della classificazione del personale, il riconoscimento delle nuove professionalità legate alle innovazioni tecnologiche e l’adeguamento delle tutele per gli over 55. Le organizzazioni chiedono inoltre di ridurre il divario salariale tra generazioni, riequilibrare i tempi di vita e di lavoro e garantire la stabilità occupazionale dei lavoratori in appalto.

Sul fronte economico, la rivendicazione principale riguarda il recupero del potere d’acquisto dei salari, eroso dall’inflazione degli ultimi anni. I sindacati chiedono di “riqualificare il sistema indennitario, implementare il welfare e la sanità integrativa”, per restituire dignità a una categoria spesso dimenticata ma essenziale per il funzionamento quotidiano delle città.

Lo sciopero del 17 ottobre segna un punto di svolta per il comparto umbro e, in prospettiva, per l’intero sistema nazionale. L’altissima partecipazione ha mostrato un fronte del lavoro coeso, deciso a ottenere risposte concrete. Ora la palla passa ai tavoli negoziali: senza un nuovo contratto, il malcontento rischia di trasformarsi in una vertenza permanente, in un settore che, più di altri, tiene insieme la salute dei territori e la dignità del lavoro.

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Federico Zacaglioni
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