Scheggia e Pascelupo si preparano a vivere una delle giornate più attese dell’anno: lunedì 8 settembre torna la Corsa delle Bighe, giunta alla sua 35ª edizione, cuore pulsante dei festeggiamenti civili e religiosi dedicati alla Natività di Maria, compatrona del comune. La comunità ha già respirato aria di festa nei giorni scorsi con la novena nella chiesa di San Patrizio e con i momenti di condivisione nelle cantine rionali, ma è nella giornata di lunedì che la tradizione raggiungerà il suo apice.
La rivalità tra i due rioni, Il Borgo (blu) e La Piazza (giallo), si accenderà ancora una volta al calar del sole, quando gli aurighi e le loro squadre si lanceranno in una sfida che richiama riti antichi e passioni popolari. Non si tratta solo di sport o spettacolo: è un evento che sintetizza l’identità di Scheggia, unendo devozione religiosa, folklore e senso di appartenenza comunitaria.
La Corsa delle Bighe nasce ufficialmente negli anni Ottanta, come reinterpretazione creativa di un passato lontanissimo: quello delle corse di bighe e quadrighe dell’antica Roma, che attiravano folle immense nei circhi imperiali. Scheggia, che sorge ai piedi del Monte Cucco e fu crocevia importante lungo la via Flaminia, ha da sempre un legame con la storia romana: l’idea di riportare in vita la corsa con un carattere goliardico e popolare ha rappresentato un modo per riconnettere il presente al passato.
Le bighe scheggine non sono trainate da cavalli, bensì da quattro corridori per ogni rione, che si alternano lungo il percorso sotto la guida dell’auriga. Un’idea semplice ma geniale, capace di trasformare una festa religiosa in un evento unico che richiama ogni anno centinaia di visitatori. Non mancano elementi di spettacolarità che rimandano all’antico: il corteo storico con abiti medievali e romani, le Tamburine che scandiscono i ritmi, il premio della biga in ottone, che richiama il simbolo del carro da corsa.
Il calendario della Natività di Maria è fitto e scandito da momenti di devozione e convivialità. La vigilia, domenica 7 settembre, si accende con l’apertura delle cantine rionali alle 19.30, accompagnata dal gruppo delle Tamburine, creando un’atmosfera di attesa e festa che attraversa le vie del borgo.
Il giorno successivo, 8 settembre, la sveglia avviene all’alba, alle 6, con i tamburi che risuonano per il paese. Segue la visita al cimitero in memoria dei defunti, segno del legame tra passato e presente, e la colazione collettiva in via Roma per aurighi e tamburine. Dopo la messa solenne delle 11, il pomeriggio vede sfilare il corteo storico, la processione religiosa con la banda musicale e la distribuzione di dolci, in una perfetta unione di sacro e profano.
Alle 18 l’attesa si concentra sulla Corsa delle Bighe: due manche a cronometro decideranno quale rione avrà l’onore di issare la biga in ottone. La giornata si chiuderà con spettacoli, musica, stand gastronomici e fuochi d’artificio che illumineranno la vallata.
La Corsa delle Bighe è una gara che dura pochi minuti, ma la preparazione è lunga e intensa. Ogni squadra sceglie con cura gli atleti, gli allenamenti si susseguono nei mesi estivi e l’orgoglio rionale spinge i corridori a dare tutto sul tracciato. Ogni biga è trainata da quattro persone, con cambi durante il percorso per mantenere ritmo e resistenza, mentre l’auriga guida e incita. La cronometrazione in due manche garantisce equità, e la somma dei tempi decreta il vincitore.
La sfida è accesa ma sempre caratterizzata da una rivalità sana. Prima e dopo la corsa, Borgo e Piazza tornano a unirsi in un’unica comunità: il premio non è solo per il rione vincitore, ma per tutto il paese, che attraverso la competizione riafferma la propria identità. Come sottolineano spesso gli organizzatori, “la corsa divide per un’ora, ma unisce per un anno intero”.
La Corsa delle Bighe non riguarda solo chi corre. Tutto il paese è coinvolto: i bambini imparano a conoscere i colori e i simboli dei rioni, gli anziani raccontano aneddoti delle edizioni passate, le donne si impegnano nelle cucine rionali, i giovani si occupano dell’organizzazione logistica e dell’accoglienza. Le Tamburine, con il loro ritmo inconfondibile, accompagnano ogni momento della festa, dando un tocco unico e profondamente identitario.
Le cantine rionali, aperte nei giorni precedenti, rappresentano un altro elemento fondamentale: qui si mangia, si beve, si canta e si rafforza il senso di appartenenza, in un clima che unisce ospitalità e allegria.
La Corsa delle Bighe si inserisce in un più ampio panorama di feste umbre che reinterpretano il passato in chiave folcloristica. A Scheggia si è riusciti a trasformare una memoria storica in un evento vivo e partecipato. Non si tratta di pura rievocazione, ma di un patrimonio in continua evoluzione, che ogni anno si rinnova con nuove energie senza perdere le proprie radici.
Il legame con la religione resta forte: la corsa non è un evento isolato, ma parte di un contesto più ampio che include la festa della compatrona. La spiritualità si intreccia così con la convivialità e la competizione, in un equilibrio che è tipico delle feste di paese dell’Umbria, capaci di far convivere devozione e divertimento.
Oggi la Corsa delle Bighe è riconosciuta come un vero patrimonio identitario di Scheggia. Ogni edizione aggiunge un tassello alla memoria collettiva, con fotografie, racconti, aneddoti e vittorie che diventano parte della storia familiare di molti abitanti. È un rito di passaggio per i giovani che, indossando i colori del proprio rione, si sentono parte di una storia più grande.
Il valore della corsa va oltre la competizione: è un’occasione per valorizzare il territorio, attrarre visitatori, rafforzare i legami comunitari. Come sottolineano spesso gli organizzatori, “la biga non corre solo per vincere, ma per ricordarci chi siamo e da dove veniamo”.
Con la 35ª edizione della Corsa delle Bighe, Scheggia riafferma la propria identità e la propria capacità di custodire e rinnovare tradizioni che uniscono passato e presente. La corsa non è solo una gara: è una celebrazione della comunità, un modo per onorare la compatrona, un momento di festa che trasforma un piccolo borgo dell’Appennino in un palcoscenico di emozioni condivise.
Il rullo dei tamburi, i colori dei rioni, la tensione al via, il boato della folla e l’esplosione di gioia al traguardo: sono questi gli ingredienti che ogni anno rendono unica la Corsa delle Bighe. Una tradizione che continua a correre, proprio come le bighe scheggiane, tra memoria, fede e futuro.