Assetto organizzativo, il Santa Maria di Terni accelera sul rinnovo delle Strutture Complesse. Una scelta di campo precisa, che parla il linguaggio della stabilità e della progettualità. Dopo il riassetto del servizio infermieristico, l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni ha chiuso il cerchio del suo nuovo disegno organizzativo completando, nel corso del 2025, il delicato processo di rinnovo delle Strutture Complesse. Sette procedure concorsuali concluse, sette nuovi direttori chiamati a guidare reparti fondamentali per la diagnostica, la clinica e la gestione dell’ospedale umbro. Un’operazione a tutto campo che mira a sedimentare una governance solida e a tracciare la rotta dei prossimi anni, in un settore, quello sanitario, dove la continuità della leadership è spesso sinonimo di efficacia delle cure.
L’amministrazione guidata dal direttore generale Andrea Casciari ha dunque mantenuto il passo serrato annunciato dopo la riorganizzazione del SITRO. L’obiettivo, dichiarato e perseguito, era di espletare entro l’anno tutti i concorsi previsti dalla programmazione regionale per coprire gli incarichi vacanti. Il risultato è un cambio della guardia, o in molti casi una conferma, in settori nevralgici: Immunologia e Trasfusionale, Pneumologia, Direzione Medica di Presidio, Radiologia Interventistica, Neuroradiologia, Malattie Infettive a direzione universitaria e Anatomia Patologica, anch’essa universitaria.

“Il rinnovo delle Strutture Complesse rappresenta un passaggio fondamentale per dare solidità all’organizzazione e accompagnare la crescita dell’Azienda”, spiega il direttore generale Andrea Casciari, mettendo in fila le priorità. “Investire su una governance clinica stabile e qualificata significa rafforzare la capacità di risposta dell’ospedale, sostenere i professionisti e garantire ai cittadini servizi sempre più efficienti e di qualità”.
Le sue parole non sono di circostanza. In un sistema sanitario spesso sotto pressione, la definizione chiara delle responsabilità e l’insediamento di figure dirigenziali confermate attraverso selezione pubblica sono il primo, essenziale, mattoncino per costruire percorsi assistenziali lineari. Gli incarichi, quinquennali, forniscono ai reparti una prospettiva di medio termine, necessaria per programmare attività, investire in formazione e aderire a protocolli di innovazione. Una scelta che l’Azienda lega esplicitamente ai “già ottimi risultati di efficienza raggiunti nel 2025”, quasi a suggerire una correlazione diretta tra chiarezza organizzativa e performance.
Chi sono dunque i nuovi direttori chiamati a guidare questi comparti strategici? Le procedure, condotte nel nome della “trasparenza e del merito professionale” come sottolinea una nota dell’Azienda, hanno visto in alcuni casi delle conferme.
Alla guida della Struttura Complessa di Anatomia Patologica (a direzione universitaria) è stato riconfermato il Prof. Guido Bellezza, mentre Marta Micheli è stata assegnataria dell’incarico per Immunoematologia e Servizio Trasfusionale, con mandato dal 28 gennaio 2025 al 2 marzo 2030. Altre conferme giunte all’inizio dell’anno riguardano Massimiliano Allegritti, ora direttore a titolo pieno di Radiologia Interventistica, e Massimo Rizzo, in forza alla Direzione Medica di Presidio.
Per la Neuroradiologia, la direzione è affidata a Massimo Principi. Completano il quadro le selezioni per le direzioni universitarie di Malattie Infettive e per la Pneumologia, i cui nominativi, sebbene il processo sia concluso, attendono le formalità di pubblicazione sull’organigramma aziendale, attualmente in fase di aggiornamento.

Il mosaico che ne risulta descrive un’istituzione in movimento, che cerca di coniugare la necessaria stabilità con l’immissione di nuove energie. L’aver incluso due strutture a direzione universitaria (Anatomia Patologica e Malattie Infettive) nel novero di quelle rinnovate segnala, inoltre, l’intenzione di rinsaldare il legame con il mondo accademico, crocevia essenziale per la ricerca e l’alta formazione.
L’operazione “rinnovo delle Strutture Complesse” al Santa Maria di Terni si configura così come un tassello decisivo non solo di un assetto organizzativo, ma di una visione. In un momento in cui la sanità pubblica è chiamata a fare i conti con risorse finite e domanda crescente, puntare sulla qualità e sulla stabilità della guida clinica appare una scommessa obbligata. I frutti di questa scelta, come ammette la stessa direzione, si misureranno nella capacità quotidiana di rispondere ai bisogni dei cittadini, nella tenuta dei reparti e nella capacità di attrarre professionisti. La partita, ora, si gioca tutto tra le mura dei reparti.