La festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, è tornata a riempire di emozione, simboli e gratitudine la caserma di via Michelangelo. Una cerimonia intensa, partecipata, che ha unito spiritualità, memoria civile e riconoscenza verso chi quotidianamente opera al servizio della sicurezza della comunità eugubina.
All’ingresso del Comando campeggia l’immagine di Santa Barbara realizzata dall’artista eugubina Cristina Vinciarelli in occasione dell’inaugurazione del nuovo distaccamento nel 2016. Dietro l’altare, la lapide che ricorda Umberto Paruccini, vigile del fuoco ucciso dai tedeschi sul monte Ingino nel 1944, testimonia come il sacrificio e il servizio siano valori che attraversano la storia.

Santa Barbara è una martire cristiana vissuta tra il III e il IV secolo. Secondo la tradizione, fu uccisa dal padre per la sua fede. Subito dopo la sua esecuzione, un fulmine colpì l’uomo che l’aveva condannata. Da qui il legame con il fuoco, le esplosioni, i fulmini e, nel tempo, la sua elezione a protettrice di chi affronta quotidianamente i pericoli legati agli elementi.
Santa Barbara è patrona dei Vigili del Fuoco, degli artiglieri, dei minatori, degli elettricisti, dei marinai e di tutti coloro che lavorano a stretto contatto con il rischio. La sua figura rappresenta protezione, fermezza e coraggio, gli stessi valori che ispirano l’azione quotidiana dei pompieri.

La celebrazione si è svolta all’interno della caserma, resa luogo sacro per l’occasione grazie a un allestimento fortemente simbolico: gli elmetti, l’ascia, le tute protettive, l’idrante tricolore e un moderno Crocifisso realizzato con il tubo dell’idrante hanno fatto da cornice alla liturgia.
A officiare la Messa sono stati il Vicario generale della Diocesi, don Mirko Orsini, e il parroco don Pasquale Criscuolo.
«È un onore e una gioia celebrare Santa Barbara insieme a voi – ha detto don Mirko – perché siete persone che ogni giorno lavorano per il bene comune».
Durante l’omelia, don Pasquale Criscuolo ha delineato le tre grandi virtù che caratterizzano i Vigili del Fuoco.
«La prima è la forza per fare il bene: voi usate la forza non per distruggere, ma per salvare e proteggere. La seconda è la compassione: perché il bene non si fa da soli, ma insieme agli altri, con parole che confortano chi soffre. La terza è il fare squadra: capirsi al volo, essere uniti, sostenersi. Questa è una ricchezza immensa».
Parole che hanno toccato profondamente i presenti, sottolineando il valore umano, oltre che operativo, del Corpo.

A portare i numeri e l’esperienza concreta dell’ultimo anno è stato il Capo Distaccamento Gaetano Massotti, visibilmente emozionato.
«È stato un anno impegnativo – ha dichiarato – con 1.150 interventi all’attivo».
Un dato che racconta la mole di lavoro svolto sul territorio eugubino e nella fascia appenninica. Alla fine del suo intervento, un lungo applauso ha salutato Massotti, che andrà in pensione il 1° marzo 2026. Presenti in sala anche numerosi ex comandanti che hanno fatto la storia del distaccamento, tra cui Sauro Monacelli, Raoul Sbianchi e Primo Lupatelli.
Il vigile del fuoco Marco Sbianchi ha letto la Preghiera di Santa Barbara, un momento di raccoglimento che ha unito idealmente tutti i presenti e l’intero Corpo nazionale.
A prendere la parola è stato anche il sindaco Vittorio Fiorucci: «Vi abbracciamo uno a uno. Gubbio vi ringrazia e vi vuole bene per quello che fate. Il vostro addestramento, la vostra dedizione e la vostra presenza sono fondamentali per la sicurezza di questo territorio».
Il primo cittadino ha ricordato il costante dialogo tra amministrazione e Vigili del Fuoco, sottolineando come il distaccamento rappresenti un presidio insostituibile per l’intera area.
I numeri regionali parlano chiaro: nel 2024 i Vigili del Fuoco in Umbria hanno effettuato 16.215 interventi. Il distaccamento di Gubbio si colloca al settimo posto per numero di operazioni, dopo Perugia Centrale, Cavour, Foligno, Spoleto, Città di Castello e Assisi.
Un risultato che conferma il ruolo strategico del Comando eugubino in un territorio complesso, caratterizzato da aree montane, viabilità articolata e spesso da condizioni ambientali difficili.

La festa di Santa Barbara a Gubbio non è soltanto una ricorrenza religiosa. È un momento in cui la città si riconosce nei suoi servitori più silenziosi, che operano spesso lontano dai riflettori ma sempre in prima linea.
Tra simboli, parole di ringraziamento, il ricordo dei caduti e l’emozione di chi ogni giorno affronta il rischio per gli altri, la cerimonia ha fatto emergere il valore profondo del servizio come missione.
In un tempo in cui le emergenze sono sempre più frequenti e complesse, il volto dei Vigili del Fuoco resta quello della forza che soccorre, della rapidità che salva, della umanità che consola. E Santa Barbara, ancora una volta, veglia su di loro e sull’intera comunità eugubina.