Che Mark Samson avesse provato maldestramente a mettere in piedi un grande castello di bugie era apparso chiaro fin dai primi momenti. Una costruzione goffa che al 23enne reo confesso del brutale femminicidio di Ilaria Sula, si sta sgretolando pezzo dopo pezzo. Troppe le incongruenze, troppe le contraddizioni che in questi giorni vegono smontate una dopo l'altra dagli inquirenti.
Samson alla fine è crollato e ha confessato al pm e alla gip Antonella Minnuni alcuni dettagli cruciali sui quali nei giorni scorsi si era trincerato dietro al silenzio. Un interrogatorio fiume, durato cinque ore che sta facendo luce sulla dinamica dell'omicidio di Ilaria in quell'appartamento al seminterrato di via Homs, nel quartiere Africano della Capitale.
Un omicidio commesso con lucidità e freddezza ma soprattutto vigliaccamente. Samson ha rivelato di aver colpito Ilaria alle spalle. "Le ho dato due coltellate da dietro, con il coltello che avevamo utilizzato per tagliare la mortadella. Ilaria non si è accorta di nulla, ha gridato poco".
"È morta subito" ha detto Samson a più riprese. L'omicidio è avvenuto nella camera da letto del 23enne, nella mattina di martedì 26 marzo intorno alle 11. A quel punto Samson ha pensato a come disfarsi del corpo e l'ha messo in due sacchi neri, quelli della spazzatura, che aveva in cucina.
"Piano, piano stavo realizzando cosa avevo fatto e che era un problema più grande di me - ha detto piangendo -. Allora mi sono ricordato di una frase che disse mio nonno prima di andarsene: 'A tutto c'è una soluzione, tranne che ai morti'".
"Ho controllato se fosse viva ma era morta, le ho messo un sacco dalla testa fino al bacino, poi sono rimasto lì immobilizzato e traumatizzato per quello che avevo fatto". Samson ha preso quindi la valigia nella camera dei genitori, messo un altro sacco della spazzatura sui piedi di Ilaria e poi l'ha infilata in quel trolley, lasciandolo nel corridoio, fuori dalla sua stanza. È dentro a quel valigione che verrà rinvenuto il corpo della ragazza all'alba di mercoledì 2 aprile, gettato in una scarpata boschiva a Capranica Prenestina, a una quarantina di chilomteri da Roma.
Eppure gli esami autoptici sollevano ancora dei dubbi, sembra infatti che Samson possa aver tramortito Ilaria prima di accoltellarla a morte.
Nei giorni successivi all'omicidio di Ilaria, mentre ovunque si rincorrevano gli appelli disperati della famiglia e degli amici, Samson ha provato a depistare le ricerche. Lui ha tenuto con sè lo smartphone della ragazza e ha continuato a mandare messaggi e a postare storie spacciandosi per lei.
Il padre di Ilaria, Flamur Sula, aveva capito subito che qualcosa non tornasse, perché chi gli scriveva non poteva essere la figlia. Quello non era il suo stile e lei non si sarebbe mai allontanata in quel modo. E poi c'è quell'amica di Ilaria, Maria Sofia Lombardo che è stata sentita proprio nelle scorse ore. Lei ha ricevuto un messaggio il 26 marzo, c'era scritto: "Non so se sto per fare una cazzata. Ma vado a casa di un tizio che ho conosciuto per strada. Ho fatto la birichina".
Ma è Samson a scriverle, dopo aver uccisio Ilaria. La conversazione tra Sofia e Samson che si spaccia per Ilaria va avanti per un po' e emergono circostanze che fanno insospettire la ragazza. Maria Sofia dice che vuole vederla, vuole fare una videochiamata ma si vede rispondere "Non mi funziona il microfono, ha preso acqua il telefono".
Maria Sofia capisce che non c'è Ilaria dietro a quei messaggi: "La mamma di Ilaria è già partita per andare a Roma. Ti do 4 minuti. Ti saluto chiunque tu sia" ma dall'altre parte non risponde più nessuno. Il 31 marzo l'ultimo messaggio dallo smartphone di Ilaria quando compare quella storia sul suo profilo social: "Grazie a tutti. Sto bene".