Dopo tre anni di attesa, la Corte di Appello di Perugia ha accolto il ricorso presentato dall’associazione Codici Umbria, ribaltando la precedente decisione del Tribunale di Perugia che aveva dichiarato inammissibile l’azione di classe.
Una svolta giudiziaria importante in una vicenda che si trascina dal gennaio 2022, quando l’impianto sportivo chiuse improvvisamente lasciando centinaia di utenti senza la possibilità di usufruire degli abbonamenti sottoscritti nel semestre precedente.
L’associazione dei consumatori ha ottenuto che si apra una nuova fase del procedimento, con udienza fissata per il 27 marzo 2026. Un passaggio decisivo che consente agli abbonati di far valere i propri diritti e chiedere il rimborso delle somme versate per servizi mai goduti.
“La Corte d’Appello di Perugia ha accolto il nostro ricorso contro l’inammissibilità dell’azione di classe dichiarata dal Tribunale di Perugia e così si è aperta una nuova fase” ha spiegato Massimo Longarini, Responsabile di Codici Umbria. “Questo significa che l’azione di classe prosegue, la partita per i rimborsi è aperta e chi non lo avesse fatto può ancora unirsi all’iniziativa. Gli abbonati hanno subito un danno evidente, è arrivato il momento che ottengano il rimborso”.
La chiusura dell’impianto, situato inella zona di ingresso alla città e a immediato ridosso del centro di Terni, aveva sollevato da subito proteste e interrogativi. Da allora, tra rimpalli di competenze e mancata chiarezza sulle responsabilità, la questione è rimasta sospesa.
Secondo Codici, la società che gestiva la struttura non ha fornito risposte adeguate né mostrato la volontà di risarcire i cittadini coinvolti.
“Abbiamo provato a percorrere la via del dialogo – dichiara Longarini – e pensavamo di trovare dall’altra parte ascolto e comprensione, disponibilità e responsabilità. Così, purtroppo, non è stato. A distanza di tre anni ci troviamo ancora in una situazione inaccettabile: gli abbonati sono gli unici ad aver pagato per l’improvvisa chiusura dell’impianto”.
Un appello netto e diretto, quello di Codici Umbria, che invita anche Comune di Terni, Regione Umbria e i soggetti gestori a intervenire per una soluzione definitiva. “È giusto restituire ai consumatori quanto pagato per un abbonamento che non hanno potuto utilizzare”, ha ribadito Longarini.
Possono partecipare all’azione collettiva tutti gli abbonati che nel secondo semestre del 2021 hanno sottoscritto un abbonamento presso “Le Piscine dello Stadio” e hanno subito la mancata fruizione del servizio a seguito della chiusura dell’impianto nel gennaio 2022.
Per aderire è necessario presentare:
la prova dell’abbonamento sottoscritto,
l’indicazione della durata e del corrispettivo versato,
e la dimostrazione, anche tramite autocertificazione, della mancata fruizione del servizio per il periodo residuo non goduto.
L’associazione Codici Umbria mette a disposizione il proprio sportello di assistenza ai consumatori, fornendo supporto nella raccolta della documentazione e nella presentazione della domanda di adesione.
Per informazioni è possibile scrivere a segreteria.sportello@codici.org o contattare il numero 06.5571996.
La riapertura della class action non è solo una questione di rimborsi, ma anche un segnale di giustizia e tutela dei cittadini nei confronti di gestioni pubbliche e private che mancano di chiarezza e responsabilità.
Secondo Codici, il caso delle Piscine dello Stadio di Terni rappresenta un esempio emblematico di come l’assenza di una risposta alle istanze degli utenti penalizzati possa ledere la fiducia dei cittadini verso le strutture sportive e i servizi aperti al pubblico.
“Torneremo in aula per difendere i diritti dei consumatori” ha concluso Longarini. “Gli abbonati hanno subito un danno evidente, è arrivato il momento che ottengano il rimborso”.
La vicenda delle Piscine dello Stadio torna così al centro dell’attenzione cittadina e giudiziaria.
La decisione della Corte d’Appello di Perugia segna un punto di svolta ma la battaglia legale non è ancora conclusa. Il 27 marzo 2026 sarà una data cruciale per capire se e come gli abbonati potranno finalmente ottenere giustizia e rimborsi. Il caso di Terni, con la sua lunga attesa e le sue ombre gestionali, diventa così un monito per tutte le realtà pubbliche e private: la trasparenza e la responsabilità verso i cittadini non sono optional, ma il fondamento di ogni servizio credibile.