È stata fissata per martedì 11 febbraio 2026 la data della sentenza del processo d’appello bis sulla tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017, evento che causò la morte di 29 persone. La decisione è emersa nel corso dell’udienza davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia, che ha contestualmente definito il calendario delle ultime fasi dibattimentali prima della pronuncia finale.
Nel corso dell’udienza, celebrata a Perugia, la Corte ha ascoltato le arringhe degli avvocati difensori dell’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e di Pierluigi Caputi, dirigente della Regione Abruzzo all’epoca dei fatti. I legali hanno ribadito le rispettive linee difensive, sostenendo l’assenza di responsabilità dirette nella catena decisionale che precedette la tragedia e richiamando valutazioni già formulate nelle precedenti fasi del procedimento.
Le difese hanno inoltre sottolineato il contesto emergenziale in cui si verificarono gli eventi, richiamando elementi già oggetto di discussione nei precedenti gradi di giudizio e insistendo sulla correttezza delle condotte contestate agli imputati.
Al termine della seduta, la Corte ha fissato il prosieguo del processo con una nuova udienza programmata per il 2 febbraio 2026, seguita, con ogni probabilità, da un’ulteriore sessione il 5 febbraio. Solo al termine di queste ultime fasi dibattimentali il collegio giudicante si ritirerà in camera di consiglio per la decisione finale, attesa per l’11 febbraio.
Il processo d’appello bis è stato disposto dalla Corte di Cassazione, che ha annullato parzialmente le precedenti sentenze e ha ordinato un nuovo giudizio limitatamente ad alcune posizioni. Il rinvio ha riguardato in particolare la valutazione delle responsabilità legate alla mancata pianificazione del rischio valanghe, alla gestione delle emergenze e all’adozione di strumenti di prevenzione ritenuti dalla Suprema Corte non adeguatamente esaminati nei precedenti gradi di giudizio. Nel procedimento sono coinvolti amministratori locali ed ex dirigenti regionali, chiamati a rispondere, a vario titolo, delle decisioni assunte nella fase antecedente alla tragedia.
All’udienza di Perugia ha preso parte anche una delegazione del comitato delle vittime di Rigopiano, che ha seguito i lavori in aula. Al termine della seduta, i rappresentanti del comitato hanno espresso il proprio punto di vista sull’andamento del processo e sulle prospettive legate alla sentenza. “Siamo fiduciosi, dobbiamo esserlo per forza - dicono dal comitato vittime di Rigopiano, presente in aula con una delegazione - Abbiamo ascoltato le difese, abbiamo assistito al solito scaricabarile. Noi abbiamo sempre sostenuto che la Regione avesse delle responsabilità. Ora la parola passa al giudice”.
La valanga che colpì l’hotel Rigopiano il 18 gennaio 2017 si staccò dal massiccio del Gran Sasso dopo una sequenza di forti scosse di terremoto e intense precipitazioni nevose. L’albergo, situato nel territorio del comune di Farindola, venne completamente travolto, causando la morte di 29 persone tra ospiti e dipendenti. Undici persone riuscirono a sopravvivere, alcune delle quali furono estratte vive dopo ore sotto le macerie e la neve.
Parallelamente allo svolgimento del processo, i familiari delle vittime sono impegnati nell’organizzazione delle iniziative per il nono anniversario della tragedia, che si terrà il 18 gennaio 2026. La commemorazione rappresenta un momento di raccoglimento e memoria, ma anche un’occasione per richiamare l’attenzione pubblica sulle lezioni che, secondo i familiari, non devono andare perdute.
Con la fissazione della data dell’11 febbraio, il procedimento entra nella sua fase conclusiva. La sentenza dell’appello bis è destinata a rappresentare un passaggio cruciale non solo per la posizione degli imputati, ma anche per i familiari delle vittime e per l’intero sistema giudiziario, chiamato a pronunciarsi in via definitiva su uno dei casi più drammatici ed emblematici della recente cronaca giudiziaria italiana.