Un conflitto d’interessi, un potenziale danno erariale e un ampliamento dirigenziale giudicato illegittimo. Sono queste le accuse pesanti che il consigliere regionale Enrico Melasecche (Lega) ha rivolto in Aula alla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, nell’ambito della discussione sull’interrogazione riguardante la recente riorganizzazione dell’Ufficio speciale ricostruzione (Usr).
Nel mirino dell’ex assessore alle Infrastrutture, la decisione della Giunta di assegnare un incarico dirigenziale tramite comando dal Comune di Assisi - amministrazione che fino a pochi mesi fa era guidata dalla stessa Proietti - senza procedura pubblica e con una spesa stimata in 40mila euro per il solo 2025. Una scelta che, secondo Melasecche, non solo è ridondante rispetto all’assetto preesistente, ma solleva interrogativi di legittimità e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche.
Nel suo intervento, la presidente della Regione ha rivendicato la legittimità della riorganizzazione, giustificandola con esigenze operative connesse alla ricostruzione post-sisma 2023. "Serviva un rafforzamento della struttura per affrontare al meglio la fase operativa, anche alla luce dei 90 milioni di euro stanziati per il 2025 dalla Legge Finanziaria", ha spiegato Proietti.
Il nuovo assetto prevede tre dirigenti, di cui uno con funzioni di coordinamento, senza compensi aggiuntivi per quest’ultimo ruolo. È prevista una spesa aggiuntiva di circa 40mila euro per l’anno in corso, ma - ha precisato la presidente - uno dei due dirigenti andrà in pensione dal 1° settembre, riducendo di fatto l’onere a regime. Nessuna assunzione ulteriore, ma redistribuzione del personale già assegnato: 29 unità comandate, 20 distaccate dalla Regione, 7 a tempo determinato, oltre ai tre dirigenti.
Quanto alla scelta del dirigente proveniente dal Comune di Assisi, Proietti ha sottolineato che l’istituto del comando è previsto dalla normativa speciale sisma e che l'accordo è stato formalizzato con atti gestionali condivisi tra le amministrazioni.
Il consigliere Melasecche ha contestato punto per punto le spiegazioni della presidente. “La struttura precedente funzionava già bene, senza necessità di ampliamenti - ha affermato -. Le opere pubbliche principali erano già coordinate dalla Direzione Governo del Territorio. Non si comprende la ragione di moltiplicare le posizioni dirigenziali, per di più senza un avviso pubblico”.
Ma il passaggio più critico è stato riservato alla provenienza del nuovo dirigente. “La scelta del comando da Assisi, città dove Proietti era sindaco, si presta a evidenti valutazioni di opportunità politica. In un contesto di riorganizzazione e razionalizzazione della spesa, questo intervento appare come un passaggio opaco, che rischia di configurare un conflitto d’interessi”.
L’ex assessore ha anche messo in dubbio la gestione della tempistica relativa al pensionamento del dirigente uscente: “Se davvero era previsto che andasse in pensione a settembre, perché tenerlo tre mesi in ferie e poi reintegrarlo? È un’aggiunta di costi che non ha alcuna giustificazione tecnica, e che pesa sui conti pubblici in una fase in cui ai cittadini umbri è chiesto un sacrificio fiscale importante”.
Nel prosieguo della discussione, la presidente Proietti ha ribadito che l’intervento sull’Usr è conforme alla normativa vigente e risponde a un preciso indirizzo amministrativo, già formalizzato con atti giuntali e convenzioni sottoscritte. “L’Ufficio - ha precisato - opera in un contesto straordinario, disciplinato da norme speciali post-sisma. L’utilizzo dello strumento del comando è legittimo e condiviso con le amministrazioni interessate. La riorganizzazione garantisce continuità, efficienza e rispetto delle professionalità esistenti”.
Proietti ha inoltre ricordato che il rafforzamento della struttura si inserisce in un più ampio piano di riforma della macchina amministrativa, che ha portato alla riduzione delle direzioni regionali e alla necessità di concentrare le competenze operative in settori chiave, come la ricostruzione.
Melasecche ha replicato contestando sia le motivazioni tecniche che quelle economiche, ritenute insufficienti a giustificare il nuovo assetto. “Questa non è un’effettiva semplificazione - ha dichiarato - ma una duplicazione delle funzioni. La figura del direttore, oggi eliminata, rappresentava un modello efficace già sperimentato. La scelta di un dirigente proveniente da un ente guidato in precedenza dalla stessa presidente apre un fronte critico su cui continueremo a vigilare”.