L'alluvione in Brasile non accenna ad arrestarsi e Laura Abenante, post dottoranda in chimica e ricercatrice perugina, residente in Brasile dal 2017, si trova nel mezzo di una situazione che lei stessa descrive come "di altissima emergenza". Attualmente residente a Caxias do Sul, una città nel sud del Brasile, Abenante sta vivendo in prima persona gli effetti devastanti delle alluvioni che hanno colpito la regione.
"Qui non smette di piovere", ha dichiarato Laura Abenante ad ANSA. La ricercatrice perugina ha descritto una situazione allarmante, una vera e propria emergenza: "Ad oggi il livello del Guaiba, il fiume di Porto Alegre, è di poco inferiore ai cinque metri. Era sceso venerdì, ma con le continue piogge del fine settimana è risalito di nuovo e si aspettano che arrivi anche a 5,5, battendo un record storico".
Nonostante la stessa Abenante non abbia subito danni personali diretti, le immagini che ha condiviso via Whatsapp rivelano le gravi conseguenze dell'evento: case di amici quasi completamente sommerse e supermercati con gli scaffali vuoti. Queste testimonianze fotografiche dimostrano l'ampia portata di una catastrofe che da molti giorni riempie i notiziari di tutto il mondo. Le statistiche aggiornate a ieri, lunedì 13 maggio, e diffuse dalle istituzioni brasiliane indicano che le alluvioni hanno colpito 447 comuni, lasciando 147 morti, quasi 81.000 sfollati e 127 dispersi. L'incubo è iniziato il 29 aprile, con intense piogge che hanno causato esondazioni di fiumi e inondazioni estreme, che con la loro furia hanno spazzato via intere città.
Continua ancora la ricercatrice: "Sono cominciate fortissime piogge nella parte centro nord del Rio Grande do Sul, come a Caxias do Sul, che hanno fatto esondare i fiumi e allagato intere città fino ai tetti delle case, ma anche causato molte frane e morti. Poi tutta quest'acqua ha iniziato a scendere per andare verso l'oceano: prima è arrivata nella capitale Porto Alegre, inondandola completamente, poi nelle città intorno, ancora totalmente allagate".
Stando alla testimonianza diretta di Laura Abenante, l'acqua sembra continuare ancora a scendere verso la Lagoa dos Patos, ma sfortunatamente "i venti non la stanno aiutando ad andare verso l'oceano, ma la spingono verso le città".
La macchina della solidarietà si è però rapidamente organizzata: sono già molti i volontari che si sono mobilitati per supportare le operazioni di soccorso, nonostante le difficoltà di accesso a molte delle aree colpite. "La mobilitazione è davvero grande", afferma le ricercatrice perugina, "la prefettura sta facendo molto e sono tantissimi i volontari che stanno aiutando da tutte le parti del Brasile". Ma aggiunge anche: "Purtroppo con strade bloccate o allagate è anche molto difficile raggiungere certi posti. I danni sono e saranno enormi. E molti si scopriranno solo quando l'acqua scenderà, mentre tanta gente non avrà dove tornare".
E la situazione non sembra si possa risolvere nel breve periodo. Le previsioni metereologiche, infatti, non promettono miglioramenti nei prossimi giorni: il rischio di ulteriori inondazioni rimane elevato, specialmente nelle città e regioni vicine ai fiumi, compresa la capitale. "Per tutti gli altri", dice ancora Abenante, "l'avviso è di seguire sempre le indicazioni della difesa civile. Se in zone di rischio o di forti piogge uscire solo se necessario o andare al supermercato comprando ciò di cui si ha veramente necessità. E stessa cosa riguardo la benzina".
Il contesto attuale del Rio Grande do Sul evidenzia una crisi ambientale e umanitaria che necessita di attenzione immediata e sostenuta. La comunità internazionale osserva con apprensione, sperando in un rapido miglioramento delle condizioni e nella ricostruzione delle aree più colpite.