Dopo un importante intervento di restyling, ha riaperto le porte al pubblico il MUMO – Museo di San Francesco di Montone. La nuova inaugurazione è stata partecipatissima a conferma di un appuntamento molto sentito. Oltre ai cittadini montonesi, erano presenti anche i rappresentanti delle principali istituzioni culturali del territorio umbro, delle amministrazioni ed esponenti del mondo politico come il senatore Valter Verini e la consigliera Regionale Letizia Michelini.
"Il nuovo allestimento - specificano in una nota - curato da Atlante Servizi Culturali in collaborazione con il Comune di Montone, la Pro Loco e la Soprintendenza per i Beni Culturali dell’Umbria, restituisce al museo una veste contemporanea, pensata per rafforzare l’identità del luogo e il senso di appartenenza della comunità. Il percorso espositivo è stato ripensato non solo per valorizzare le opere presenti, ma per metterle in dialogo diretto con la storia, la memoria e lo spirito del territorio montonese, interpretando il museo come uno spazio vivo, partecipato e profondamente radicato nella collettività"
Tra gli aspetti più interessanti del nuovo allestimento c'è lo spazio dedicato alla Santa Spina, una delle reliquie più venerate dalla popolazione locale che viene ora presentata nel contesto espositivo del Mumo.
La Santa Spina di Montone venne portata nel borgo umbro da Carlo Fortebracci, conte di Montone, nella seconda metà del '400. Figlio del celebre Braccio Fortebraccio, combattè al servizio della Repubblica di Venezia che in segno di gratitudine gli donò una Spina della corona di Gesù.
La festa della Donazione della Santa Spina ricorre a Montone il Lunedì dell'Angelo e secondo la leggenda, la Spina fioriva il venerdì santo emanando un profumo inconfondibile. Si narra che quel profumo fosse in grado di attrarre migliaia di pellegrini al punto che nei primi anni del '600 si stabilì una seconda ostensione durante l'anno, ovvero ad agosto in occasione della rievocazione storica della Donazione che è anche patrocinata dall'Unesco e che quest'anno si terrà dal 17 al 25 con molti suggestivi appuntamenti in programma. (Fonte: Umbria Tourism).
Il Mumo riserva anche altre sorprese, stavolta sul versante contemporaneo. Appositamente per l'inaugurazione è stata esposta l’opera Trittico (1994) di Alberto Burri, concessa in prestito dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. "Un gesto - sottolineano dal Mumo - che segna l’inizio di nuove collaborazioni istituzionali e di un percorso condiviso di valorizzazione del patrimonio artistico regionale".
La collezione del maestro tifernate che nella sua Città di Castello ha trovato una doppia e prestigiosa collocazione, rappresenta uno dei patrimoni più straordinari dell'arte contemporanea umbra. Scomparso a Nizza nel febbraio del 1995, il Trittico in prestito al Mumo, una delle sue ultime opere, fotografa il momento della maturità dell'artista.
Il Mumo grazie alla riqualificazione è oggi uno spazio culturale dinamico, aperto al dialogo con le principali realtà museali umbre e nazionali. Il percorso iconografico con l'accostamento tra tradizioni locali, memoria storica e arte contemporanea è già di per sè un segnale chiaro che parla di valorizzazione del territorio e apertura alla creazione di nuovi ponti e sinergie con altri soggetti culturali. Un luogo che integra passato e presente guardando al futuro esattamente come dovrebbe fare ogni istituzione culturale.
L'Umbria vanta una rete museale di pregio che è in grado di coprire un arco temporale vastissimo, dall'antichità ai giorni nostri. Se la cultura rappresenta un volano fondamentale di crescita per i territori, nei piccoli borghi questo è ancora più vero. I centri minori custodiscono arte e memorie spesso inaspettate e sorprendenti che meritano di essere valorizzate e tramandate. Il Mumo di Montone, in questo senso, costituisce a pieno titolo un esempio virtuoso.