03 Oct, 2025 - 12:08

Restauro della chiesa di San Giovanni Decollato, detta dei Neri: tra storia, simboli e nuove suggestioni esoteriche

Restauro della chiesa di San Giovanni Decollato, detta dei Neri: tra storia, simboli e nuove suggestioni esoteriche

La Famiglia dei Santantoniari ha annunciato ufficialmente la conclusione dei lavori di restauro del portale lapideo e del portone ligneo della piccola chiesa di San Giovanni Decollato, nota a tutti gli eugubini come la “chiesetta dei Neri”, situata in via Savelli della Porta.
L’intervento, condotto dall’azienda eugubina Ikuvium R.C., specializzata da oltre 35 anni in opere di restauro monumentale, ha avuto come obiettivo la conservazione e valorizzazione del manufatto, sia dal punto di vista estetico sia funzionale.

Le operazioni, rigorosamente eseguite secondo i criteri del restauro scientifico, hanno previsto l’impiego di materiali reversibili e tecniche sperimentate, con costante monitoraggio da parte della Soprintendenza delle Belle Arti. Ogni fase è stata documentata fotograficamente, a garanzia di trasparenza e tracciabilità.

Il presidente della Famiglia dei Santantoniari, Ubaldo Gini, ha voluto ringraziare “le maestranze e i volontari che hanno contribuito con professionalità e amore per le cose belle e rare della nostra amata Gubbio, profondamente intrecciate con la tradizione dei Ceri”.

Un simbolo di fede e identità comunitaria

La chiesa dei Neri non è solo un luogo di culto, ma un punto di riferimento identitario per gli eugubini. Vi si celebrano annualmente momenti chiave della tradizione locale:

  • la festa di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio, con la benedizione dei piccoli Santantoniari;

  • la commemorazione dei ceraioli defunti;

  • le cerimonie legate al 15 e 16 maggio, quando la statua di Sant’Ubaldo viene accolta e poi ricondotta in Cattedrale in occasione del solenne pontificale.

Di recente, la chiesa è stata anche arricchita da nuovi arredi sacri, favorendo momenti di riflessione e preghiera durante l’intero anno liturgico.

Un patrimonio storico che attraversa i secoli

I primi riferimenti storici all’edificio risalgono al 1508, quando la confraternita dei Disciplinati del Crocifisso di Sant’Agostino eresse la propria chiesa. Negli anni successivi, vi furono ampliamenti e un tentativo di unione con la confraternita romana dedicata al culto di San Giovanni Decollato.

Secondo le fonti, nel 1591 fu inaugurata la nuova chiesa, e nel 1596 si registrò l’aggregazione ufficiale tra le due confraternite. Nei secoli seguenti, la chiesa subì modifiche architettoniche e decorative, custodendo al suo interno opere di vari artisti.

Nel 1974, l’edificio divenne sede della Famiglia dei Santantoniari, che ne assunse piena proprietà nel 1992, con atto notarile stipulato dal vescovo mons. Pietro Bottaccioli.

La Compagnia della Buona Morte

Per capire nel concreto “come” agissero i Neri di Gubbio, è utile il confronto con gli statuti e le cronache coeve (Roma, Milano), che mostrano un canone operativo comune:

  1. Pre-esecuzione: ottenimento di accesso al detenuto; conforto e sacramenti (se richiesti); preparazione alle ultime parole e al perdono cristiano.

  2. Corteo al patibolo: confratelli in abito scuro o cappuccio (da qui “Neri”), croce e stendardo, litanie, testi biblici, invocazioni.

  3. Dopo l’esecuzione: recupero del corpo (quando possibile), sepoltura in terra consacrata o cimitero confraternale, messe di suffragio registrate su libri confraterni. I “Registri dei giustiziati” sono fonte primaria per ricostruire casi, riti e linguaggi.

Il portale e il mistero del “rosto”

L’attenzione del recente restauro si è concentrata sul portale in pietra palombina e sul portone ligneo a doppia anta.
Particolarmente significativo è il sovrapporta lunettato (il cosiddetto rosto), con grata in ferro. In questa mezzaluna architettonica si trova un elemento iconografico di grande suggestione: un disegno che richiama la forma rivisitata del Sole Nero (Schwarze Sonne).

Il Sole Nero: tra simbolismo esoterico e appropriazione nazista

Il Sole Nero è un antico simbolo runico, la cui interpretazione affonda le radici nella tradizione esoterica germanica. È costituito da una ruota circolare composta da dodici raggi doppi che si intrecciano a formare un mosaico di linee convergenti verso il centro.
Nella simbologia runica originaria, il Sole Nero rappresentava:

  • la forza vitale e il ciclo eterno della vita;

  • la connessione tra cosmo e natura;

  • il concetto di energia nascosta e potere interiore.

Tuttavia, nel XX secolo, questo antico simbolo fu indebitamente appropriato dai nazisti, che lo adottarono come elemento della loro propaganda esoterico-politica. Il Sole Nero venne infatti inciso nel pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, in Germania, destinato da Heinrich Himmler a centro cerimoniale e luogo di iniziazione per gli ufficiali delle SS.

Questa rilettura ideologica ha compromesso per lungo tempo la percezione del simbolo, associandolo all’oscuro progetto nazista. Ma il suo valore archetipico e la sua origine antica rimangono patrimonio simbolico universale, che precede e travalica l’uso distorto del Novecento.

Un simbolo a Gubbio: casualità o segno identitario?

Che nella chiesa di San Giovanni Decollato compaia un segno così potente non deve sorprendere. Gubbio, città impregnata di tradizioni medievali, confraternite e simbolismi, ha spesso inglobato nelle sue architetture elementi carichi di significati multipli.

Nel contesto eugubino, la mezzaluna che sovrasta il portale potrebbe essere interpretata come:

  • un richiamo alla ciclicità solare e lunare, in sintonia con il calendario liturgico e agricolo;

  • un emblema di rinascita spirituale, coerente con il culto penitenziale dei Disciplinati;

  • una soglia iniziatica, che separa lo spazio sacro dall’esterno, proteggendolo con un simbolo di energia cosmica.

È verosimile che, al momento della sua realizzazione, il simbolo fosse letto in chiave devozionale e mistica, senza alcun legame con le interpretazioni novecentesche.

La voce della tradizione

Gli stessi Santantoniari ribadiscono il valore comunitario e spirituale della chiesa. “Questa piccola chiesa è il cuore pulsante di una tradizione che lega fede, identità e memoria – ha dichiarato il presidente Gini –. Restituirla alla città dopo il restauro significa ridare voce alla nostra storia e rafforzare il legame con la Festa dei Ceri.

Conservare, conoscere, riflettere

Il restauro della chiesa di San Giovanni Decollato non è stato soltanto un intervento conservativo, ma anche un’occasione per riaprire il dibattito culturale e simbolico attorno a un edificio che rappresenta un tassello fondamentale dell’identità eugubina.

Il caso del “rosto” e del presunto Sole Nero mostra come i simboli possano cambiare di significato nel corso dei secoli, assumendo interpretazioni diverse a seconda dei contesti storici e culturali. Da segno di energia cosmica a emblema distorto della propaganda totalitaria, il Sole Nero ci ricorda la forza e l’ambivalenza dei simboli.

Tra memoria e responsabilità

Oggi la chiesa dei Neri torna a risplendere dopo il restauro, pronta ad accogliere ancora celebrazioni, preghiere e tradizioni popolari. Ma il restauro ci invita anche a guardare oltre la pietra e il legno, a riflettere sui segni che attraversano la storia, sui loro usi e abusi, e sulla responsabilità che ogni comunità ha nel custodirli.

Gubbio, città di pietra e di simboli, conferma così la sua capacità di mantenere viva la memoria, intrecciando la fede popolare con la ricerca storica, l’identità locale con la riflessione universale.

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Mario Farneti
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