La Regione Umbria ha deciso di impugnare la determinazione dirigenziale n. 2088 del 23 luglio 2025 firmata dall’architetto Piero Giorgini, responsabile unico del procedimento del Comune di Terni, relativa al progetto per la realizzazione del nuovo Stadio-Clinica. Al centro della contesa vi è la convenzione sanitaria con la struttura privata prevista nel complesso, e in particolare la distribuzione dei posti letto accreditati.
Per la giunta guidata da Stefania Proietti, la determina comunale non rispetterebbe le determinazioni vincolanti assunte in sede di Conferenza dei Servizi, oltre a presentare difformità sostanziali rispetto agli atti regionali già approvati. La presidente, nel proporre l’atto poi approvato all’unanimità in giunta, ha disposto il ricorso legale contro il provvedimento comunale, affidando la difesa all’Avvocatura regionale rappresentata dagli avvocati Luca Benci e Anna Rita Gobbo.
“La Regione ritiene necessario tutelare la correttezza amministrativa e il principio di equilibrio territoriale nella programmazione sanitaria”, è la posizione emersa dal documento istruttorio allegato alla delibera.
La delibera regionale pubblicata sul sito dell'ente
Nel merito, la Regione Umbria ha ritenuto che la determina comunale e la relativa nota di trasmissione presentino elementi di illegittimità e non conformità. L’atto impugnato riguarda la convenzione che consentirebbe alla nuova struttura sanitaria privata, integrata con il progetto del nuovo stadio Libero Liberati, di disporre di posti letto in convenzione con il servizio sanitario regionale.
Secondo quanto si legge nella deliberazione regionale n. 1021 del 16 ottobre 2025, la giunta Proietti contesta che il provvedimento del RUP Giorgini attribuisca un numero di posti letto convenzionati non coerente con la programmazione sanitaria regionale, basata sulla deliberazione della precedente giunta Tesei. Quest’ultima aveva stabilito la disponibilità di 80 posti letto da destinare a strutture private accreditate nella provincia di Terni, carente di offerta rispetto ad altre aree umbre.
Le discipline previste erano chirurgia generale, medicina generale, oculistica, ginecologia, ortopedia, otorinolaringoiatria e riabilitazione funzionale. Con l’atto impugnato, la Regione ritiene che tali parametri siano stati superati o interpretati in modo non conforme, alterando il quadro di riequilibrio territoriale che prevedeva, parallelamente, 562 posti letto per l’ospedale pubblico di Terni.
“La pianificazione sanitaria deve rispondere a criteri di equilibrio e non a iniziative unilaterali”, si legge tra le motivazioni dell’impugnazione.
La Giunta regionale ha affidato la difesa legale all’avvocato Luca Benci, responsabile del procedimento, e all’avvocato Anna Rita Gobbo, con mandato disgiunto e congiunto per agire in giudizio, anche in sede cautelare. La delibera precisa che la spesa relativa agli oneri professionali graverà sui capitoli del bilancio gestionale 2025-2027, con impegno al momento della maturazione dell’obbligazione.
La decisione, approvata all’unanimità dai componenti dell’esecutivo regionale - Tommaso Bori, Fabio Barcaioli, Thomas De Luca, Francesco De Rebotti e Simona Meloni - si fonda sull’esigenza di riaffermare la competenza regionale in materia di programmazione sanitaria.
Il documento istruttorio ricorda che le determinazioni in materia di servizi sanitari accreditati e di allocazione dei posti letto spettano alla Regione e devono rispettare gli indirizzi della Conferenza dei Servizi tenutasi nel 2022, in cui erano stati definiti i parametri per l’intervento di valorizzazione dello stadio ternano.
Perugia, si legge nell’atto, ha dunque scelto di impugnare formalmente la determina comunale “stante la difformità formale e sostanziale dei contenuti rispetto alle determinazioni vincolanti assunte”.
Oltre agli aspetti giuridici, la vicenda apre un fronte di tensione politica e amministrativa tra la Regione e il Comune di Terni. Al centro dello scontro, il tema del riequilibrio territoriale dei servizi sanitari e della mobilità passiva ma anche - e soprattutto - il progetto Stadio-Clinica, che è stato determinante per il passaggio di proprietà della Ternana Calcio alla famiglia Rizzo, titolare del Gruppo Villa Claudia.
Il contenzioso ora passa al vaglio del giudice amministrativo. La Regione mira a ottenere l’annullamento della determina comunale, rivendicando la centralità del livello regionale nella pianificazione sanitaria e la necessità di garantire trasparenza, coerenza e equilibrio territoriale tra sanità pubblica e privata. Il Comune di Terni, invece, è certo di avere fatto tutto secondo le regole e che la previsione degli 80 posti letto decisa dalla giunta Tesei dopo un confronto con il Ministero della Sanità era destinato a rispondere alle prescrizioni arrivate in Conferenza dei Servizi.
La partita dello Stadio-Clinica di Terni si sposta dunque sul terreno del diritto amministrativo, ma il suo esito avrà effetti diretti sul futuro assetto sanitario della provincia e sulla gestione di uno dei progetti urbanistici e infrastrutturali più discussi degli ultimi anni in Umbria.