Nella Conca Ternana si apre una nuova stagione di ricerca ambientale. L’assessorato regionale all’Ambiente, guidato da Thomas De Luca, ha annunciato un pacchetto di interventi strutturati per migliorare la qualità dell’aria, contenere le emissioni industriali e potenziare il monitoraggio sanitario in una delle aree più complesse e industrializzate dell’Umbria. L’obiettivo è chiaro: integrare salute, ambiente e clima in una strategia comune di lungo periodo.
Il cuore della manovra è una determinazione dirigenziale del 30 ottobre che stanzia 300 mila euro per il nuovo progetto di collaborazione tra Arpa Umbria, enti di ricerca e università. Si tratta di un investimento mirato a studiare in modo più approfondito le sorgenti emissive di nichel e altri metalli pesanti, particolarmente presenti nel territorio ternano, e a individuare eventuali punti di emissione non ancora rilevati all’interno dello stabilimento Acciai Speciali Terni.
L’assessore De Luca ha sottolineato che “il percorso di riconversione ambientale e industriale della Conca Ternana deve fondarsi su dati scientifici certi, su analisi oggettive e su un monitoraggio costante: solo così possiamo garantire sviluppo economico e tutela della salute nello stesso tempo”.
La Regione intende così consolidare un approccio che guarda alla transizione energetica come occasione di equilibrio tra produzione e qualità della vita. “Gli investimenti sbloccati con l’Accordo di Programma per Ast, oltre un miliardo di euro, dimostrano che non esiste più contrapposizione tra industria e sostenibilità ambientale”, ha ribadito De Luca.
Tra i progetti cardine, spicca InSingergia, iniziativa nazionale sostenuta dal PNRR, con la Regione Umbria partner insieme al Veneto capofila. Il programma, del valore complessivo di 1,5 milioni di euro, prevede una durata di 36 mesi, fino a dicembre 2026.
Il progetto punta al biomonitoraggio umano di 200 volontari - uomini e donne tra i 20 e i 50 anni - per analizzare oltre 50 elementi, tra cui PFAS e metalli pesanti, su sangue, urine e siero. È un passaggio cruciale per mappare con precisione il livello di esposizione della popolazione e avviare politiche sanitarie basate su evidenze scientifiche.
In parallelo, il Progetto Neo Conca, finanziato dal MASE e dal Ministero dell’Economia, mette a disposizione 200 mila euro per un’ampia indagine epidemiologica affidata all’Università degli Studi di Perugia. L’obiettivo è studiare il legame tra inquinamento ambientale, stili di vita e stato di salute dei residenti, con un’attenzione particolare alle patologie oncologiche e respiratorie.
Lo studio utilizzerà i dati del Registro Tumori Regionale e seguirà il modello dello studio SENTIERI, sviluppato a livello nazionale per la valutazione del rischio sanitario nelle aree industriali.
De Luca ha chiarito: “Dobbiamo capire con esattezza dove e come intervenire. La scienza ci dirà quali esposizioni hanno effetti reali sulla salute, e su quella base costruiremo la nuova politica ambientale della Conca Ternana”.
Parallelamente agli studi epidemiologici, la Regione avvia una serie di interventi tecnici per consolidare la rete di monitoraggio.
Sarà potenziata la centralina di Prisciano, che diventerà un punto di rilevazione ad alta risoluzione, capace di misurare in modo continuo i metalli in aria e il particolato ultrafine. È previsto inoltre lo spostamento della centralina di Maratta in un sito più idoneo per valutare con precisione la ricaduta industriale, in particolare quella legata all’inceneritore.
La collaborazione con l’Università La Sapienza permetterà di sviluppare un modello avanzato per l’analisi delle emissioni fuggitive e delle sorgenti diffuse dello stabilimento siderurgico, così da ottimizzare le azioni di riduzione delle emissioni di nichel e altri inquinanti.
In prospettiva, la Regione intende istituire due “supersiti” di monitoraggio - uno urbano di fondo a Le Grazie e uno remoto sui Monti Martani - per confrontare i dati delle aree industriali con quelli delle zone meno esposte.
A livello idrico, l’Umbria è la prima regione italiana ad aver firmato un Protocollo d’intesa con Auri, Arpa, Usl Umbria 1 e 2 per il monitoraggio continuo dei PFAS nelle acque destinate all’uso urbano. Il protocollo introduce un doppio campionamento con controprova, una misura che consente di verificare e garantire la sicurezza del sistema acquedottistico, soprattutto nelle aree più vulnerabili come la Conca Ternana.
Sul fronte produttivo, la Regione sostiene progetti di decarbonizzazione, efficientamento energetico e recupero delle scorie siderurgiche, trasformandole da rifiuti in risorse.
Entro la primavera 2026 sarà completata la nuova Rampa Scorie coperta, infrastruttura chiave per ridurre le emissioni diffuse, le vibrazioni e gli odori nel quartiere di Prisciano.
L’assessore ha ricordato che “ogni scelta infrastrutturale viene valutata in relazione alla salute dei cittadini e alla protezione delle risorse naturali. Il futuro della Conca Ternana passa per un nuovo equilibrio tra industria, ambiente e benessere collettivo”.
Con un piano che intreccia ricerca scientifica, tecnologie ambientali e politiche di prevenzione, la Regione Umbria punta a trasformare un territorio simbolo delle difficoltà industriali in un laboratorio nazionale per la sostenibilità.