04 Jun, 2025 - 09:57

Referendum 2025, l'Umbria si prepara al voto: le ragioni del "sì" e del "no"

Referendum 2025, l'Umbria si prepara al voto: le ragioni del "sì" e del "no"

Si avvicina il doppio appuntamento elettorale dell'8 e 9 giugno 2025, in cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che toccano in profondità il mondo del lavoro e il diritto alla cittadinanza. In Umbria, come nel resto d'Italia, cresce l'attenzione attorno a una consultazione popolare che potrebbe cambiare gli equilibri giuridici e sociali di milioni di lavoratori e cittadini stranieri residenti nel Paese.

Jobs Act e piccole imprese: si torna a parlare di reintegro e risarcimenti

Tra i temi più sentiti nella regione spicca quello del primo quesito del referendum 2025, che mira ad abrogare le norme sui contratti a tutele crescenti introdotte dal Jobs Act. Una riforma che, dal 2015, ha ridotto le possibilità di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamenti giudicati illegittimi, sostituendole con indennità economiche.

Con l'eventuale vittoria del "sì", si tornerebbe a un sistema più vicino all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, modificato dalla legge Fornero, ristabilendo il diritto al reintegro in molti casi oggi esclusi. In Umbria, dove il tessuto produttivo è composto in larga parte da PMI e imprese manifatturiere, questo tema ha raccolto forte interesse, soprattutto tra i lavoratori del settore industriale e sindacati di categoria.

Altro fronte caldo è quello delle piccole imprese: il secondo quesito propone di eliminare il tetto massimo di sei mensilità previsto per le indennità in caso di licenziamento ingiustificato. Attualmente, infatti, un giudice non può superare questa soglia anche in caso di decisione favorevole al lavoratore. I sostenitori del "sì" chiedono di lasciare al giudice piena libertà nel determinare il risarcimento, mentre i contrari paventano un aumento del contenzioso e un freno alle assunzioni.

Precariato e sicurezza: una sfida per il lavoro stabile e protetto

Il terzo quesito si concentra sui contratti a termine e chiede di ripristinare l'obbligo di causali anche per quelli di durata inferiore ai 12 mesi. Questo significherebbe un ritorno a una maggiore rigidità contrattuale, con l'obiettivo dichiarato di contrastare il precariato diffuso. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Umbria quasi il 13% dei rapporti di lavoro attivati nel 2024 è stato a tempo determinato senza causale, con punte più alte nel turismo e nel commercio stagionale. Il tema divide anche le forze politiche regionali, con il centrosinistra compatto per il "sì" e il centrodestra schierato sul "no".

Il quarto quesito affronta invece la questione della sicurezza nei contratti di appalto, proponendo di estendere la responsabilità dell'impresa committente anche ai danni derivanti da rischi specifici propri delle aziende appaltatrici. Una proposta che nasce per ridurre l'evasione delle norme antinfortunistiche e che trova riscontro nella cronaca umbra, dove negli ultimi anni non sono mancati casi di infortuni gravi nei cantieri e nella logistica. L'estensione della responsabilità solidale è vista da alcuni come uno strumento efficace per rafforzare la prevenzione, mentre i critici parlano di un aggravio burocratico e giuridico per le imprese appaltanti.

Cittadinanza italiana: in Umbria il dibattito su inclusione e diritti

Il quinto quesito, infine, tocca un tema culturale e sociale di grande attualità: la cittadinanza. Si propone di dimezzare da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale richiesto per gli stranieri extracomunitari adulti per presentare domanda di cittadinanza italiana. Una proposta che interessa direttamente migliaia di persone anche in Umbria, dove vive una comunità straniera significativa, in particolare nelle province di Perugia e Terni. Tra le associazioni del territorio c'è chi sottolinea l'importanza del voto favorevole per promuovere una maggiore integrazione, mentre alcuni ambienti politici e civici temono effetti distorsivi su identità e coesione nazionale.

Partecipazione decisiva: il nodo del quorum

Come ogni referendum abrogativo, anche questa tornata è soggetta al raggiungimento del quorum: affinché il risultato sia valido, dovrà votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto. In Umbria, dove l'affluenza è spesso superiore alla media nazionale nelle elezioni politiche e amministrative, resta però l'incognita della mobilitazione per una consultazione non accompagnata da altre tornate elettorali.

Le urne saranno aperte domenica 8 giugno dalle 7.00 alle 23.00 e lunedì 9 giugno dalle 7.00 alle 15.00. In gioco, per lavoratori, imprese e cittadini stranieri, c'è molto più di un semplice voto tecnico: è la visione del Paese che si vuole costruire nei prossimi anni.

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Giorgia Sdei
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