L’Umbria consolida un approccio olistico al randagismo, che mette insieme salute pubblica, benessere animale e tutela dell’ambiente. È la logica One Health a guidare un cambio di paradigma misurabile nei numeri: i cani accalappiati scendono da 1.380 nel 2022 a 698 nel 2024, -49% in tre anni, mentre aumentano le restituzioni ai proprietari e le adozioni. È l’esito di una strategia che combina formazione, riorganizzazione dei canili, campagne di sterilizzazione e una spinta digitale che rende più semplice e trasparente adottare. Ma come si declina, nello specifico?
L’impostazione non è più settoriale, ma di salute collettiva. Come ha ricordato la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, "La lotta al randagismo non è solo una questione di benessere animale ma un pilastro della visione 'One Health', che riconosce l'interconnessione tra salute umana, animale e ambientale". E ancora: "Ogni cane che trova una famiglia, ogni intervento preventivo che realizziamo, contribuisce alla sicurezza e alla qualità di vita di tutta la comunità umbra".
Il resto del messaggio è tradotto in atti: un piano straordinario che investe su formazione degli operatori, ristrutturazione dei ricoveri e sterilizzazioni, con l’impegno – inserito nel nuovo Piano sociosanitario – a aggiornare la normativa regionale in materia di randagismo per consolidare gli interventi nel lungo periodo.
Tre vettori si muovono in parallelo. Primo: la professionalizzazione degli operatori, per gestioni più omogenee e percorsi d’adozione più sicuri. Secondo: la ristrutturazione dei ricoveri, con standard logistici e sanitari che riducono stress e permanenze. Terzo: campagne di sterilizzazione mirate, per agire a monte del problema e contenere gli ingressi. Il tutto è coordinato con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia e con la rete sanitaria territoriale, così da assicurare continuità clinica dall’ingresso alla dimissione in famiglia.
Cuore operativo della strategia è “RandAgiamo”, il progetto con il Dipartimento di Medicina Veterinaria di UniPg che lavora sul profilo comportamentale dei cani. Addestramento e socializzazione preparano gli animali alla vita domestica, supportano gli adottanti e riducono i rientri in canile.
Sulle criticità mediche interviene una rete clinica d’eccellenza: "Il nostro ospedale veterinario universitario gestisce le complessità mediche dei randagi, garantendo cure di alto livello", sottolinea Proietti. "Siamo inoltre una delle poche regioni in Italia a disporre di un registro dei tumori canini, strumento cruciale per la ricerca scientifica e la prevenzione".
La leva tecnologica è Findog, il portale regionale che raccoglie i profili dei cani presenti nei canili umbri e consente di candidarsi direttamente all’adozione. L’aggiornamento recente, con l’integrazione all’anagrafe canina nazionale, ha reso più lineare il matching tra cane e famiglia, aumentando trasparenza e velocità del percorso. Schede chiare, fotografie, procedure guidate e interoperabilità dei dati trasformano la ricerca di un compagno a quattro zampe in un’esperienza accessibile anche a chi si avvicina per la prima volta all’adozione.
I dati del 2024 confermano la tendenza: nei canili sanitari 107 cani sono tornati ai proprietari e 131 sono stati adottati; nei canili rifugio le adozioni sono state 236. In parallelo, il calo degli accalappiamenti nell’ultimo triennio fotografa l’efficacia delle misure di prevenzione. La sinergia tra Regione, Università di Perugia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche garantisce presidio clinico, monitoraggio epidemiologico e lettura dei trend utili a indirizzare le politiche.
La combinazione di governance One Health, competenze, interventi strutturali nei canili, accompagnamento comportamentale e servizi digitali sta trasformando il randagismo da emergenza a processo governato. L’Umbria mostra che investire in prevenzione, dati e alleanze produce risultati verificabili: meno ingressi, più adozioni, famiglie supportate e comunità più sicure. Un impianto metodologico esportabile, che può diventare riferimento per amministrazioni di altre regioni alla ricerca di soluzioni stabili e misurabili.