08 Aug, 2025 - 18:00

Radioamatori sul Monte Serrasanta: conclusa la grande esercitazione ARI in VHF. Collegamenti fino all'Ucraina

Radioamatori sul Monte Serrasanta: conclusa la grande esercitazione ARI in VHF. Collegamenti fino all'Ucraina

Si è conclusa con successo domenica 3 agosto la quarta esercitazione di copertura radio in VHF organizzata dai radioamatori dell’ARI – Associazione Radioamatori Italiani, Sezione di Perugia, sul Monte Serrasanta, a 1.400 metri d'altitudine. Due giorni intensi di attività, sabato 2 e domenica 3 agosto, dedicati all’addestramento, alla sperimentazione tecnica e al rafforzamento della rete di comunicazione alternativa più affidabile: quella fatta di onde radio e operatori appassionati.

“Avevamo iniziato negli anni ’80 – spiega il presidente della sezione perugina, Francesco Fucelli – poi ci siamo fermati per diversi motivi. Ora siamo tornati sul Serrasanta per addestrare i nostri operatori e migliorare l’efficienza delle comunicazioni radio”.

Addestramento e sperimentazione tecnica sul campo

L’attività si inserisce in una serie di test avviati sistematicamente dal 2021, dopo decenni di pausa. L’obiettivo è duplice: formare operatori pronti a intervenire in ogni situazione, anche senza infrastrutture o ponti radio, e individuare le configurazioni d’antenna più performanti per coprire vaste aree geografiche, fino oltre i confini italiani ed europei.

In questa edizione è stato testato un nuovo sistema radiante a fascio più ampio, pensato per raggiungere una copertura estesa e direzionalità flessibile. I risultati non si sono fatti attendere:
“Siamo riusciti a collegare stazioni radioamatoriali di diversi Paesi europei – racconta Fucelli – tra cui Polonia, Germania, Macedonia, Bulgaria, Romania, Austria e fino ai confini con l’Ucraina.

Un’attività strategica: l'importanza della radio in caso di emergenza

Oltre all’aspetto tecnico e formativo, l’esercitazione ha una funzione strategica fondamentale, che spesso resta nell’ombra dell’opinione pubblica:
“Addestriamo i nostri operatori a intervenire in scenari di emergenza senza infrastrutture e senza ponti radio sottolinea Fucelli –. La nostra associazione gestisce le sale radio di tutte le Prefetture d’Italia, all’interno della rete Zamberletti, nata per garantire comunicazioni affidabili in ogni situazione”.

La rete Zamberletti, così chiamata in onore dell’ex Ministro della Protezione Civile Giuseppe Zamberletti, è il sistema italiano di comunicazione alternativa in caso di calamità, in cui i radioamatori dell’ARI svolgono un ruolo fondamentale. Quando tutto si spegne – fibra ottica, ponti telefonici, internet – la radio resta, e i suoi operatori, addestrati, presenti e operativi, diventano un’ancora vitale per la protezione civile e la popolazione.

Radioamatori secondo l’ITU: chi sono e cosa fanno

Ma chi è davvero il radioamatore? Secondo la ITU (International Telecommunication Union), agenzia delle Nazioni Unite che regola le telecomunicazioni a livello globale, il radioamatore è un operatore autorizzato che utilizza apparati radiofonici per scopi personali, sperimentali, tecnici e di addestramento, senza fini di lucro.

La definizione ufficiale dell’ITU recita: “Servizio di radioamatore: servizio di radiocomunicazione avente per scopo l’autoistruzione, l’intercomunicazione e gli studi tecnici effettuati da amatori, vale a dire da persone debitamente autorizzate, interessate alla tecnica radio esclusivamente a titolo personale e senza interesse pecuniario”.

In altre parole, il radioamatore è un ricercatore indipendente, un comunicatore esperto, un volontario della scienza e dell’emergenza. Oggi, grazie a tecnologie sempre più sofisticate, la figura del radioamatore unisce passione e competenza tecnica, esperienza sul campo e spirito di servizio.

Una comunità attiva e in crescita: 130 soci a Perugia, 12.000 in Italia

La sezione ARI di Perugia conta oltre 130 soci attivi, parte di una rete nazionale che supera i 12.000 operatori autorizzati. Nell’esercitazione sul Serrasanta hanno partecipato circa venti radioamatori, provenienti non solo dall’Umbria, ma anche da altre regioni, a conferma del forte spirito di collaborazione che anima questa comunità.

“Abbiamo allestito e smontato la stazione in giornata – racconta Fucelli –. Lavorare in quota significa affrontare condizioni ambientali complesse, ma l’energia del gruppo e la passione condivisa fanno la differenza”.

Prossimo appuntamento: Colle della Trinità, obiettivo HF globale

L’estate dei radioamatori non finisce sul Serrasanta. Il prossimo appuntamento è fissato per il primo weekend di settembre, al Colle della Trinità, dove l’attività si sposterà anche sulle bande HF (alta frequenza), con lo scopo di raggiungere l’intero globo.

“Lo scorso anno abbiamo collegato le Isole Fiji e gli Stati Uniti ricorda Fucelli –. Le HF permettono di superare i confini continentali, sfruttando la riflessione delle onde radio sulla ionosfera. È il cuore pulsante della comunicazione globale radioamatoriale”.

Giovani e radio: un ritorno al futuro

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il mondo dei radioamatori non è affatto riservato a nostalgici o pensionati. Al contrario, si assiste a un costante ritorno di interesse tra i più giovani, attratti sia dalla sfida tecnica sia dal fascino delle comunicazioni a lunga distanza, senza internet.

“Sempre più ragazzi e ragazze sotto i 25 anni si avvicinano a questo mondo – conclude Fucelli –. È un segnale importante per il futuro di questo servizio. La radio non è morta, ha solo cambiato voce.

Questo avvicinamento è anche favorito da corsi di formazione, attività scolastiche, laboratori, giornate dimostrative e, naturalmente, dal passaparola tra gli appassionati, che resta la forma più autentica di contagio positivo.

La radio è viva, e parla da una montagna umbra

L’esercitazione sul Monte Serrasanta ha ricordato, ancora una volta, che la radio è molto più di un mezzo di comunicazione. È un linguaggio di libertà, un ponte invisibile tra popoli e territori, un’arte di resistenza in un mondo sempre più digitale ma anche sempre più vulnerabile.

In un’epoca in cui la connettività sembra ovunque eppure può svanire in un attimo, la voce di un radioamatore – modulata in VHF o HF – diventa segno di resilienza, presenza e solidarietà. Sul Serrasanta non è stato acceso solo un trasmettitore: è stato acceso un faro simbolico, una memoria viva e una promessa per il futuro.

Chi ascolta, lo sa. Chi trasmette, resiste. E chi ama la radio, non spegne mai.

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Mario Farneti
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