01 Dec, 2025 - 14:30

Qualità della vita, Perugia accelera ed è 37esima, Terni stabile al posto 48: il balzo è già nel passato

Qualità della vita, Perugia accelera ed è 37esima, Terni stabile al posto 48: il balzo è già nel passato

Il cuore verde d’Italia mostra due battiti differenti. Nella trentaseiesima edizione della ricerca sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, presentata oggi, le due province umbre disegnano traiettorie che si allontanano. Perugia non si accontenta e avanza, consolidando il suo ruolo di locomotiva regionale: sale di tre posizioni rispetto al 2024, piazzandosi al 37° posto nella graduatoria nazionale che misura il benessere in 107 province. Terni, dopo il poderoso rimbalzo dello scorso anno, sembra aver esaurito la spinta: si arena al 48° posto, mantenendo la posizione conquistata nel 2024.

Un dato che fotografa una regione spaccata, dove la provincia del capoluogo regionale accelera su binari propri, mentre la seconda provincia umbra fatica a mantenere il passo, restando aggrappato alla metà bassa della classifica.

La notizia, nelle pagine economiche del quotidiano, è proprio questa dinamica divergente. Perugia non si limita a un lieve miglioramento, ma compie un vero salto di qualità in settori strategici, compensando alcune criticità persistenti. Terni, al contrario, dopo aver bruciato le sue cartucce con un +14 di posizioni l’anno scorso, ora staziona. La fotografia del benessere umbro, insomma, ha due soggetti con espressioni diverse: uno sorridente e proiettato in avanti, l’altro più corrucciato, con lo sguardo rivolto a un recupero che appare già lontano.

Il motore Perugia: lavoro e società trainano, ma la sicurezza frena

A spingere Perugia dalla 40ª alla 37ª posizione in due anni sono soprattutto due macro-aree che fungono da termometro della vitalità di un territorio. La prima è “Affari e lavoro”, dove la provincia compie un’impressionante rimonta di circa 30 posizioni tra il 2024 e il 2025, risalendo dalla coda verso la zona centrale della classifica nazionale. Un segnale forte, che parla di un mercato del lavoro in ripresa, di indicatori imprenditoriali più solidi e di una qualità occupazionale in miglioramento. Non è un caso che questa voce sia diventata il vero driver della risalita complessiva.

Il secondo motore è “Demografia e società”, dove Perugia guadagna circa 20 posizioni. Qui il merito è di un mix virtuoso: miglioramento degli indici sull’istruzione, tenuta della componente giovanile e, soprattutto, un risultato eclatante nella “Qualità della vita delle donne”, dove la provincia si piazza addirittura al terzo posto in Italia. Un dato che restituisce l’immagine di una comunità con un capitale sociale e umano solido e in evoluzione.

Tuttavia, il cammino non è in discesa. Due ombre offuscano parzialmente il quadro positivo. La prima è “Giustizia e sicurezza”, un’area dove Perugia, dopo un miglioramento nel 2024, nel 2025 segna il passo o avanza di pochissime posizioni. Il freno viene da dati specifici che allarmano la stampa locale: i furti in abitazione e il tasso di infortuni sul lavoro rimangono nodi critici. La seconda debolezza è in “Ricchezza e consumi”, dove la provincia perde otto posizioni, restando stabilmente oltre la 50ª piazza, a testimonianza di un reddito disponibile e una dinamica dei consumi ancora in affanno rispetto alle aree più ricche del Paese.

Terni: il grande balzo è nel passato, il 2025 è l'anno della stasi

La storia di Terni nella classifica è una storia di due velocità. Il 2024 era stato l’anno della grande rimonta: un guadagno complessivo di 14 posizioni, frutto di exploit in settori chiave come “Ricchezza e consumi” (+24 posizioni), “Giustizia e sicurezza” (+19) e “Cultura e tempo libero” (+26). Un recupero vigoroso, che aveva portato la provincia al 48° posto, instillando forse un cauto ottimismo.

Il 2025, però, spegne gli entusiasmi. Quella spinta propulsiva si è esaurita e i dati parlano di “oscillazioni limitate” e di un “2025 più piatto”. Nessuna delle macro-aree mostra un ulteriore salto di scala. Anzi, due voci registrano significativi passi indietro: “Giustizia e sicurezza” perde 18 posizioni, erodendo buona parte del guadagno dell’anno prima, e lo stesso calo si registra in “Cultura e tempo libero”. Crescono, ma in misura più contenuta, “Democrazia e società” (+27) e “Affari e lavoro” (+12). Il risultato è una fotografia di stasi: Terni resta ancorata nella metà bassa della classifica, senza riuscire a scalfire il distacco crescente da Perugia e a intaccare le posizioni delle province più dinamiche.

Due province umbre a confronto: le prospettive per il futuro

La lettura congiunta dei due profili offre uno spaccato sulle prospettive dell’Umbria. Da un lato, Perugia dimostra di avere gli anticorpi e la capacità di reagire, puntando su lavoro, impresa e capitale sociale. Il suo posizionamento medio-alto (37°) è ormai consolidato. Dall’altro, Terni paga lo scotto di una struttura economica più fragile e di una maggiore vulnerabilità alle congiunture. Il suo percorso sembra essere a scatti: una grande accelerazione, seguita da una fase di assestamento che rischia di trasformarsi in stagnazione se non sorretta da nuove politiche.

La classifica del Sole 24 Ore, con i suoi 107 indicatori, non detta sentenze definitive, ma offre coordinate preziose. Quelle odierne dicono che l’Umbria del benessere viaggia su due treni. Quello di Perugia ha incrementato la velocità. Quello di Terni, dopo una potente frenata e un’altrettanto potente ripartenza, ora viaggia a regime, guardando con una certa apprensione il segnale di “Ambiente e servizi”, che per entrambe le province rimane un’area critica e senza scatti di rilievo. Il rischio, per il secondo capoluogo, è che la stazione del progresso debba essere riattivata al più presto.

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Federico Zacaglioni
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