Palazzo Bazzani ha accolto oggi, 16 aprile, la prima assemblea dei sindaci della Provincia di Terni convocata dal neo eletto presidente Stefano Bandecchi. Una sala del Consiglio gremita in cui erano presenti 32 primi cittadini sui 33 dei Comuni che compongono la Provincia Ternana.
Bandecchi, dopo il giuramento di ieri in cui ha illustrato le linee programmatiche del suo mandato, oggi ha ribadito alcuni punti fondamentali. Un discorso quello odierno, improntanto alla massima collaborazione nella piena consapevolezza delle criticità che vanno affrontate e che chiedono risposte concrete.
Bandecchi in primis ha ricodato come la sua elezione sia stata il risultato di un ampio consenso trasversale ai partiti. "Io sono qui perché in tantissimi Comuni di questa Provincia c'è qualcuno che ha votato per me. Dobbiamo lavorare insieme". L'impegno, ribadito a più riprese, è verso un rilancio a tutto tondo della Provincia di Terni, partendo proprio dai sindaci e dai cittadini. "Voglio essere chiaro - ha detto - a me interessano i cittadini a prescindere dall'estrazione politica".
La riflessione si è ampliata sul crescente disinteresse verso la politica, una partecipazione sempre più risicata che è il sintomo di un problema radicato quanto stratificato. "Il 50 per cento dei cittadini italiani non si fida più di nessuno di noi, qualsiasi sia il partito che rappresentiamo. È una nostra colpa che cade sulla nostra testa, perché se i nostri elettori stanno a casa vuol dire che abbiamo sbagliato. Sono convinto che i cittadini che scelgono di non votare convinti che la politica non serva a nulla, rappresentino la sconfitta più grande di questa Nazione".
Bandecchi ha quindi sollevato un altro dei grandi problemi che affliggono la provincia di Terni, così come l'intero Paese: la denatalità. "Lo scorso anno - ha ricordato -in Italia sono nati 337mila bambini, un numero bassissimo, lo stesso del 1850. Abbiamo una situazione drammatica dal punto di vista delle donne in età fertile. L'Italia sembra destinata alla scomparsa e in 15 anni il recupero sarà impossibile" ha rimarcato. "La politica ha sbagliato tanto, qualunque sia il nostro colore perché non ha dato le risposte giuste ai cittadini, almeno da una trentina di anni. Rispetto alle Nazioni più avanzate siamo indietro di cinquant'anni, un ritardo che dipende da chi ha gestito la cosa pubblica".
"Le Province sono tra le istituzioni più vecchie di Italia e sono indispensabili per i cittadini - ha proseguito il presidente -. Quando noi entriamo in questa assemblea dobbiamo iniziarci a considere un Comune unico di cui facciamo parte, anche se con idee diverse: dobbiamo pensare ai cittadini, l'unica scelta che ci permetterà di arrivare a risultati concreti. Io vi sto dando la mia ascia di guerra, la sto seppellendo. Non voglio dire che ciò succederà da domani è farina di Bandecchi ma sarà farina di un insieme di teste che insieme decideranno".
Nel frattempo sono già partite le interlocuzioni con la Regione per far sì che alla Provincia tornino maggiori competenze. "Ho già detto alla Regione che non intendo gestire una Provincia solo per quanto riguarda le strade e le scuole. Mi voglio occupare del turismo del nostro territorio dove ci sono alcuni Comuni stupendi. Facciamo squadra - così si è rivolto ai sindaci -. Il turismo oggi spetta alla Regione ma non è in grado di gestirlo perché non sta sul territorio che invece ognuno di noi conosce. Noi abbiamo una grande responsabilità: quella di permettere ai nostri figli di restare in Umbria, nella provincia di Terni e in Italia. Dobbiamo ragionare per cambiare sistema e da qualche parte dobbiamo cominciare: in Regione ci devono ascoltare".
E dalla Regione i segnali sembrano buoni, così come dalla Provincia di Perugia dove Presciutti, l'altro neo eletto presidente, condivide la visione di Bandecchi. "Dipende solo da noi - ha concluso - la nostra collaborazione diventa obbligatoria. Io sarò sempre a disposizione di ogni sindaco".