“Un segnale di attenzione concreto verso chi amministra in condizioni estreme”. Così Remigio Venanzi, coordinatore della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, commenta con soddisfazione la decisione di Anac di prorogare l’utilizzo della piattaforma semplificata per gli affidamenti pubblici sotto i 5 mila euro. Un provvedimento che arriva a pochi giorni dalla scadenza fissata al 30 giugno 2025 e che consente agli enti locali, specie quelli minori, di continuare a operare senza incorrere in ulteriori complicazioni amministrative.
“La proposta Anci di mantenere la procedura semplificata per gli affidamenti e acquisti fino a 5 mila euro, accolta con favore da Anac - sottolinea Venanzi - ci trova estremamente soddisfatti in quanto permette di non far gravare sui piccoli Comuni adempimenti ulteriori, che rischiavano di compromettere e rallentare le attività degli enti”.
Ma cosa prevede in soldoni la proroga accolta dall’Anac su richiesta dell’Anci? Fino alla completa funzionalità delle Piattaforme di approvvigionamento digitale (PAD), sarà possibile continuare a utilizzare l’interfaccia web della Piattaforma contratti pubblici (PCP) per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5 mila euro. Questo consentirà di andare incontro, in particolare, alle esigenze dei piccoli Comuni, nell’ottica di semplificare gli adempimenti delle stazioni appaltanti.
“Questo risultato ottenuto dall’Anci consente a numerosi piccoli Comuni che soffrono spesso di carenza strutturale e di personale, di poter svolgere le proprie attività di acquisti e affidamenti, tramite queste procedure semplificate che molto spesso soprattutto nei nostri enti sono anche le più numerose”, ha dichiarato la Consulta nazionale dei piccoli Comuni dell’Anci, della quale il sindaco di Polino è coordinatore regionale.
La decisione formalizzata dal Consiglio dell’Autorità nazionale anticorruzione rappresenta terza proroga della deroga all’utilizzo delle PAD, previste dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici. In concreto, scuole, Comuni ed enti pubblici potranno continuare a utilizzare l’interfaccia web della PCP, messa a disposizione direttamente dall’Autorità.
“Il nostro plauso - aggiunge Venanzi - va ad Anci e Anac per aver contribuito a mantenere un sistema che non farà gravare sui nostri Comuni nuovi adempimenti, che rischiavano di aggravare ulteriormente i carichi di lavoro e i tempi di attuazione degli interventi”.
Il presidente di Anac, Giuseppe Busìa ha sottolineato come la decisione dell’Autorità sia nata da richieste dirette da parte dei Comuni e di Anci, proprio per alleggerire il carico procedurale degli enti più fragili.
“Con questo provvedimento, abbiamo voluto ancora una volta andare incontro alle esigenze dei comuni e delle amministrazioni, specie quelle di dimensioni più ridotte, favorendo la semplificazione”, ha dichiarato Busìa.
Che ha sottolineato, però, come sia necessario procedere con l'introduzione delle tecnologie digitali, per favorire la trasparenza e ridurre i rischi di corruzione nel sistema degli appalto. “Richiamiamo le piattaforme a porre in essere ogni misura idonea a favorire il procedimento digitale nel rispetto delle regole tecniche previste dal Codice - ha affermato -. Anac monitorerà costantemente l’attività per stabilire la definitiva dismissione della scheda PCP web”.
Nel 2024 sono stati rilasciati 3,4 milioni di CIG per affidamenti inferiori a 5.000 euro, con un valore medio di 1.480 euro. Numeri che confermano come i microaffidamenti costituiscano una componente rilevante dell’operatività amministrativa, soprattutto nei territori a bassa densità abitativa.
“Le strutture comunali - ricorda Remigio Venanzi - riescono ancora, seppur tra mille difficoltà, a far fronte a oneri procedurali che spesso hanno poco a che fare con una buona gestione. Questo solo grazie alla caparbietà degli amministratori e dei dipendenti pubblici”.
Un risultato che, per ora, mette al riparo i Comuni più esposti, ma che non chiude il capitolo. La transizione digitale, infatti, resta un passaggio obbligato, ma dovrà avvenire con strumenti proporzionati alla realtà dei territori. La collaborazione tra Anci e Anac in questa fase delicata appare, finalmente, come una strada concreta per riformare l’amministrazione pubblica partendo dalla base.