Senza consenso è violenza sessuale e anche in Italia questo principio, già applicato in molti Paesi nel mondo, si avvia ad entrare nell'ordinamento giuridico. Ieri la proposta di legge che porta la firma di due donne, Carolina Varchi di FdI e Michela Di Biase del PD, è stata approvata all'unanimità dalla Commissione Giustizia della Camera con 227 sì riscuotendo un consenso bipartisan. Ora si attende il passaggio all'esame del Senato dove verrà discussa e votata e se approvata, completerà l'iter legislativo.
La notizia, che arriva a pochi giorni dalla data simbolo contro la violenza di genere del 25 novembre, ha avuto una vasta eco. Anche la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, delegata nazionale alle Pari Opportunità e alla Pace in Anci, ha espresso grande soddisfazione.
"L’approvazione all’unanimità della legge sul consenso segna una svolta culturale profonda, attesa da anni. L’introduzione chiara e inequivocabile del principio del consenso libero, attuale e consapevole afferma finalmente che ogni atto sessuale senza consenso è violenza" ha dichiarato Ferdinandi. L'introduzione del consenso libero e attuale senza il quale si commette il reato di stupro "è un messaggio netto, la dignità e l’autodeterminazione delle persone non sono negoziabili" ha aggiunto.
La prima cittadina di Perugia ha riflettuto anche sul percorso che ha portato alla proposta di legge che ha coinvolto anche le leader dei due partiti proponenti, Giorgia Meloni e Elly Schlein. "È stata una grande soddisfazione nel vedere maggioranza e opposizione lavorare insieme per raggiungere questo risultato. La collaborazione trasversale, guidata anche da tante donne nelle istituzioni, ha dimostrato che su temi come il contrasto alla violenza di genere è possibile e necessario superare ogni divisione politica", ha sottolineato.
"Questa legge - ha affermato - non è solo un passo avanti normativo, è un avanzamento civile che parla al Paese intero. È stato affermato un principio di giustizia e di rispetto, e abbiamo dato un segnale forte a tutte le vittime che spesso non riescono a far sentire la propria voce. L’Italia – ha concluso la delegata Anci – ha dimostrato di essere pronta a scegliere la strada della dignità".
La proposta di legge intende modificare l'articolo 609 bis del Codice Penale in materia di violenza sessuale introducendo il "consenso libero e attuale" in assenza del quale si commette il delitto di violenza sessuale. I due principi di libertà e attualità, in linea con la Convenzione di Istanbul, ne sono il punto centrale.
Nel primo comma della proposta sono elencate le tre diverse condotte che danno luogo al reato di violenza sessuale nell'assenza di consenso. Ovvero compiere atti sessuali su un'altra persona; far compiere atti sessuali ad un'altra perona e far subire atti sessuali ad un'altra persona. Nel comma due ci sono i due casi attualmente contemplati dalla legge in vigore, anche se con lievi modifiche, ovvero ogni volta che si impone di compiere o subire atti sessuali attraverso minaccia o abuso di autorità e ogni caso in cui si abusa delle condizioni di inferiorità, fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona.
Dall'Anci, pochi giorni fa, la sindaca Ferdinandi aveva anche annunciato l'introduzione di una campagna nazionale permanente contro la violenza maschile sulle donne, attiva 365 giorni l’anno in tutti i Comuni italiani.
"Una rivoluzione gentile" che possa raggiungere tutti i territori e che porrà al centro la sicurezza delle donne come responsabilità collettiva: "Perché la libertà di una donna è la libertà di tutti" ha evidenziato Ferdinandi. "La lotta alla violenza non si ferma il 25 novembre - ha aggiunto - è un impegno quotidiano che deve vivere nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle comunità. Solo insieme possiamo cambiare la cultura che la genera".