Con accanto Paolo Tagliavento, amministratore delegato di Ternana Women, che ha prenotato l'aula consiliare di Palazzo Spada (pagando l'affitto al Comune, ndr), Stefano Bandecchi ha tenuto due conferenze stampa-fiume. La prima da presidente della squadra femminile, la seconda da sindaco (ne parliamo in un altro articolo), per rispondere alla Ternana e al suo legale l'avvocato Manlio Morcella sulle vicende che riguardano il ramo d'azienda clinica e il complessivo project-financing per la realizzazione del nuovo stadio Liberati.
Diffida alla Ternana Calcio della famiglia Rizzo con la richiesta immediata di 2 milioni di euro da versare alla società di scopo Stadium, rivendicazione della piena titolarità del ramo sanitario e disponibilità a subentrare integralmente nella realizzazione dell’impianto sportivo. Un pacchetto di annunci che suona come un ultimatum, con un messaggio chiaro: o si procede subito, o la Ternana Women dimostrerà la capacità di avanti da sola.
Il primo punto fissato da Bandecchi riguarda la clinica. Alla mezzanotte di ieri, indicata come data essenziale negli accordi, la Ternana Women - come abbiamo già spiegato - è tornata proprietaria del ramo d’azienda sanitario destinato alla costruzione della struttura sanitaria. Un passaggio che discende dal mancato rispetto degli impegni economici assunti dalla controparte.
Il ramo era stato inizialmente promesso in vendita dalla Ternana Calcio alla Ternana Women per 14 milioni di euro, con pagamento decennale. Successivamente, la società femminile aveva sottoscritto un compromesso per cederlo al Gruppo Nuova Villa Claudia, riconducibile alla famiglia Rizzo, a condizione della restituzione di circa 1,97 milioni di euro, già versati come acconto dei canoni di locazione alla Ternana Calcio. Quella restituzione non è mai arrivata.

Bandecchi lo ha spiegato senza giri di parole, formalizzando la riappropriazione del ramo sanitario: “I soldi non ci sono stati restituiti. La data essenziale decisa dalla famiglia Rizzo è saltata e quindi la Ternana Women oggi ha il ramo d’azienda della clinica”. Da qui la decisione di procedere autonomamente, ritenendo del tutto vigenti i profili autorizzativi legati ai permessivi di costruire comunali, dopo la decisione della Regione di rinunciare alla sospensiva del suo ricorso al TAR.
Il secondo fronte è quello più delicato, perché riguarda direttamente il cantiere dello stadio. La Ternana Women ha inviato una diffida formale alla Ternana Calcio, intimando il versamento immediato di 2 milioni di euro alla società Stadium.
Si tratta di fondi già trasferiti dalla Ternana Women alla Ternana Calcio nel luglio scorso. Secondo quanto ricostruito da Bandecchi, la destinazione era vincolata e inequivocabile: costruzione dello stadio. Lo indicavano le causali dei bonifici e una delibera della stessa Ternana Calcio che prevedeva il passaggio delle somme a Stadium. Passaggio che, a oggi, non risulterebbe avvenuto.
L’accusa è diretta: quei fondi - che la Ternana avrebbe utilizzato come finanziamento-ponte, non sarebbero mai stati trasferiti ma a tutt'oggi utilizzati per “cose diverse” rispetto allo scopo previsto. Un utilizzo che avrebbe generato ritardi non più tollerabili per il club femminile. “Vorremmo vedere i lavori, dato che abbiamo versato già 2 milioni di euro anticipatamente. Ogni giorno di ritardo per me costa e i danni saranno attribuiti alla Ternana Calcio, attualmente di proprietà della famiglia Rizzo”, ha affermato Bandecchi in qualità di presidente della Ternana Women.
La terza mossa completa il quadro e chiarisce la strategia. Per la Ternana Women il progetto è unitario e indivisibile: stadio e clinica procedono insieme o non procedono affatto. “Il progetto è stadio-clinica, quindi per costruire la clinica serve la costruzione dello stadio”, ha ricordato Bandecchi. Utilizzando anche la sua metafora del passato: ogni due mattoni dello stadio, uno della clinica.
Da qui la disponibilità a subentrare integralmente nella realizzazione dell’impianto sportivo qualora la proprietà della Ternana Calcio non intendesse più procedere. Una disponibilità che, secondo il presidente TW, ha solide basi giuridiche: “Siccome non ci hanno messo una lira, se vogliono possono solo cedere il loro diritto alla Ternana Women e lo possono fare perché Stadium è indipendente come società, pur essendo interamente posseduta dalla Ternana Calcio”.

Sul piano amministrativo e giudiziario, la Ternana Women si dice serena anche in vista dell’udienza al TAR del 27 gennaio, che riguarda l’impugnazione del provvedimento comunale. L’obiettivo dichiarato resta uno solo: avviare i lavori in tempi rapidi, portando le ruspe nell’area del progetto.
C’è infine un dettaglio che assume un valore nella logica della piena volontà del club femminile di sostenere gli investimenti. Le spese legali della controversia con la Regione, oggi in corso, sono sostenute interamente dalla Ternana Women. “La causa che è stata portata avanti dalla Regione, per la quale gli avvocati che attualmente se ne occupano sono pagati esclusivamente dalla Ternana Women per un accordo raggiunto con la Ternana Calcio”, ha precisato Bandecchi.
Un elemento che il presidente di Ternana Women utilizza come prova di affidabilità e di impegno concreto. Il messaggio, anche in questo caso e dal suo punto di vista, è lineare: chi mette risorse, tempo e responsabilità pretende certezze. E, se necessario, è pronto a prendersi tutto il progetto sulle spalle. A Terni, sullo Stadio-Clinica, la partita entra ora nella sua fase decisiva di uno scontro da "royal rumle", tutti contro tutti.