Il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, in mattinata ha preso parte all'udienza Papale con circa 300 delegati delle associazioni e dei movimenti impegnati per la pace, accolti da Papa Leone XIV nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. L'iniziativa si è svolta sulla scia del grande evento "Arena di pace", che lo scorso anno ha riunito a Verona, alla presenza di Papa Francesco, centinaia di realtà impegnate per la giustizia sociale, la nonviolenza e la solidarietà. Al termine dell'udienza -scrive l'Ansa- il presidente della Provincia Presciutti ha voluto condividere il senso della sua presenza a Roma, legando idealmente questa giornata al cammino verso la prossima Marcia per la pace, in programma il 12 ottobre.
"Siamo in cammino -ha detto Presciutti- nella lunga marcia di avvicinamento per la Perugia-Assisi al grido di Pace Subito! Un grido che portiamo con noi non come semplice slogan, ma come impegno profondo. La pace è una responsabilità che si coltiva ogni giorno, con gesti concreti di rispetto, ascolto e solidarietà. In un mondo segnato da conflitti e tensioni, essere portatori di pace significa lavorare con serietà e determinazione per costruire relazioni giuste e durature, capaci di resistere alle sfide più difficili".
Presciutti ha lasciato Roma nella tarda mattinata, sottolineando la rilevanza del momento vissuto e l’impegno della Provincia nel sostenere progettualità coerenti con i valori espressi durante l’udienza. La presenza della Provincia di Perugia ha testimoniato la volontà di agire in sinergia, in un percorso che, partendo dal territorio, ambisce a contribuire a una più ampia cultura della pace.
Nell'udienza odierna di Papa Leone XIV, non è mancato un messaggio forte, chiaro e che deve far riflettere un po' tutti, nessuno escluso. “C’è troppa violenza, c'è troppa violenza nella nostra società. Educare i giovani al rispetto è fondamentale. Il cammino verso la pace richiede cuori e menti allenati e formati all’attenzione verso l’altro e capaci di riconoscere il bene comune. I giovani e i ragazzi hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco. Pertanto, dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni".
Papa Leone ha concluso quindi con queste parole: "Vi incoraggio all’impegno e ad essere presenti: presenti dentro la pasta della storia come lievito di unità, di comunione, di fraternità”, auspicandosi che: “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, nella fiduciosa speranza che essa è possibile grazie all’amore di Dio, ‘riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo’”.
I movimenti e le associazioni per la pace sono ascrivibili all’interno dei movimenti che si battono per il riconoscimento universale dei diritti umani, più in specifico contrastano il verificarsi di guerre e l’utilizzo di qualsiasi forma di violenza come possibile soluzione dei conflitti. Inoltre si oppongono alla proliferazione degli armamenti, in particolare nucleari e chimici/biologici, e alla coscrizione obbligatoria. I movimenti per la pace costruiscono campagne nazionali e internazionali attraverso repertori d’azione non violenti come la disobbedienza civile, le marce, ma anche attività di pressione a livello istituzionale ed attività educative alla non-violenza. Il movimento per la pace nel nostro paese fonda le sue basi nel secondo dopoguerra nell’articolo 11 della costituzione “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.