28 Dec, 2025 - 12:30

Premi e gratifiche natalizie al Comune di Gubbio: tra riconoscimento del lavoro e interrogativi sulla spesa pubblica

Premi e gratifiche natalizie al Comune di Gubbio: tra riconoscimento del lavoro e interrogativi sulla spesa pubblica

Quasi 200 mila euro di premi distribuiti nel 2024

Secondo il quotidiano online "Vivo Gubbio" di Massimo Biccucci, il Comune di Gubbio avrebbe erogato nel 2024 premi complessivi pari a 195.447,37 euro destinati al personale dirigente e non dirigente. La cifra rappresenta il 96,97% delle risorse complessivamente stanziate, pari a 201.547,73 euro.

Nel dettaglio, le risorse sono state così ripartite:

  • Dirigenti: 71.921,11 euro distribuiti su 4 figure apicali, su un totale previsto di 77.279,28 euro.

  • Dipendenti non dirigenti coinvolti in progetti specifici: 15.910,84 euro su 16.241,13 stanziati.

  • Performance individuale: 107.615,42 euro di 108.027,32 previsti.

  • Funzionari non incaricati di elevata qualificazione: per 30 unità erogati 320.263,63 euro complessivi nel quadro degli strumenti di valorizzazione professionale.

Un quadro economico impegnativo, che riapre il confronto su quanto e come il denaro pubblico venga investito nella macchina amministrativa, in un contesto nazionale dove gli enti locali continuano a fronteggiare criticità strutturali di bilancio.

Trasparenza sì, ma nel rispetto della privacy

Sempres secondo Vivo Gubbio, le cifre complessive sono state fornite dal segretario generale del Comune, Roberto Gamberucci, anche in qualità di responsabile della Trasparenza.

Un chiarimento doveroso che tuttavia non mette a tacere l’attenzione cittadina su dinamiche di spesa pubblica sempre più sensibili alla percezione collettiva, soprattutto in tempi in cui viene richiesto sacrificio ai cittadini contribuenti.

Il richiamo a Papa Francesco e alla gestione del Vaticano

Il tema dei premi e delle risorse interne al Comune di Gubbio si inserisce inevitabilmente in una riflessione più ampia su come amministrare con responsabilità.
Non può non venire in mente il precedente del 2013, quando appena eletto, Papa Francesco, trovandosi di fronte a un bilancio del Vaticano con un deficit di circa 80 milioni di euro, adottò scelte drastiche e coraggiose:

  • Blocco del premio economico da 500 euro per dipendente previsto per l’elezione del Pontefice.

  • Stop a straordinari e aumenti salariali, fatta eccezione per il piccolo scatto biennale.

  • Blocco delle assunzioni.

  • Mancata sostituzione di numerosi pensionamenti.

  • Accorpamento degli enti e razionalizzazione delle spese, in un’unica logica di contenimento e riorganizzazione.

Una linea severa, impopolare, ma efficace. Oggi lo Stato della Città del Vaticano ha un bilancio sanato, risultato ottenuto grazie a decisioni difficili ma orientate alla sostenibilità economica.

Va inoltre ribadito inoltre che l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica non riconosce mai, salvo nel caso dell'elezione del Pontefice, alcun premio ai dipendenti vaticani.

Il confronto inevitabile: quando accadrà lo stesso negli enti italiani?

Guardando alla situazione italiana, la domanda sorge spontanea: quanto tempo servirà per vedere un equilibrio simile anche nei bilanci degli enti pubblici italiani?

La realtà dice che molte amministrazioni locali convivono con:

  • vincoli economici stringenti,

  • difficoltà di programmazione,

  • spese incomprimibili,

  • aumento delle funzioni richieste ai Comuni,

  • richieste di servizi sempre più elevati dai cittadini.

In questo contesto, l’erogazione di fondi destinati a “performance”, sebbene prevista dalla normativa contrattuale e finalizzata a incentivare la qualità del lavoro pubblico, resta oggetto di discussione soprattutto sul piano dell’opportunità.

Merito, efficienza e percezione pubblica

Il tema delle gratifiche ai dipendenti pubblici tocca inevitabilmente il terreno del merito e della responsabilità.
Da una parte c’è chi sostiene che riconoscere economicamente chi lavora bene sia giusto e persino necessario:

«Un’amministrazione funziona se chi lavora è motivato e riconosciuto nel suo impegno», sostengono molti operatori del settore.

Dall’altra parte, c’è chi sottolinea che finché anche un solo servizio comunale è carente, finché esistono criticità strutturali o organizzative, parlare di premi rischia di urtare la sensibilità collettiva:

«Prima si sistemino le priorità dei cittadini, poi si premi la burocrazia», ribattono altri.

La verità, probabilmente, sta nel mezzo: servono trasparenza, valutazioni serie e misurabili, criteri chiari e pubblici. Ma soprattutto serve una visione politica capace di tenere insieme rigore finanziario e valorizzazione delle risorse umane.

Una riflessione che Gubbio apre ma riguarda tutti

Il caso Gubbio non è isolato. Rappresenta una fotografia di ciò che accade in moltissimi Comuni italiani.
La differenza, oggi, la fa la capacità delle amministrazioni di:

  • dimostrare chiarezza nei numeri,

  • spiegare perché e su quali basi vengono premiati i dipendenti,

  • garantire che ogni euro pubblico speso sia realmente utile alla collettività.

Una domanda aperta

Papa Francesco scelse la via del rigore per salvare i conti del Vaticano e ci riuscì.
Oggi Gubbio, come tante altre amministrazioni, continua a muoversi su una linea di equilibrio tra esigenze del personale e responsabilità finanziaria.

Resta una domanda che va oltre i confini comunali e riguarda il sistema Paese:
quando i bilanci pubblici italiani riusciranno davvero a respirare?
E soprattutto: riusciremo a farlo con una gestione capace di coniugare giustizia, efficienza e rispetto per il denaro dei cittadini?

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Mario Farneti
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