Sono 6.574 le persone che, solo nell’ultimo anno, hanno bussato alle porte della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia e della San Martino impresa sociale. Un esercito silenzioso di vulnerabilità, cresciuto del 5% rispetto al 2024, che disegna una mappa sociale sempre più complessa e frastagliata nel territorio ternano. Dietro il numero, che di per sé già impressiona, si nasconde un quotidiano fatto di lavoro precario, emergenza abitativa, solitudine e nuove dipendenze. Una crisi multidimensionale a cui la rete caritativa ha risposto con 38.000 pasti serviti, 28 tonnellate di alimenti distribuiti e centinaia di interventi capillari. Durante la presentazione del bilancio, il vescovo Francesco Antonio Soddu ha lanciato un monito forte sulle ingiustizie che alimentano la povertà, mentre il direttore don Giuseppe Zen ha indicato i fronti caldi dell’immediato futuro.

I dati presentati dalla presidente della San Martino impresa sociale, Martina Tessicini, raccontano una geografia della fragilità in evoluzione. Alla mensa San Valentino, le presenze hanno toccato quota 38.000 pasti consumati, con un incremento del 6%. Un osservatorio privilegiato che registra cambiamenti significativi: tra gli italiani, la fascia d’età prevalente non è più quella 40-65 anni, ma è slittata verso i più giovani, i 18-40enni, che ora rappresentano il 50% degli utenti. Segno di una difficoltà che colpisce precocemente. Tra gli stranieri, accanto alle nazionalità storiche, aumentano le presenze da Nigeria, Bangladesh e Sud America. Parallelamente, l’Emporio della Solidarietà ha distribuito oltre 28 tonnellate di generi alimentari a 508 beneficiari e una quantità di vestiario aumentata del 50% rispetto all’anno precedente, segnale di un bisogno primario che si fa più pressante.
Ma i numeri, per quanto essenziali, da soli non bastano. Don Giuseppe Zen, direttore della Caritas, delinea un quadro concettuale preciso: «Mai come oggi la povertà è frammentata, trasversale e multidimensionale. Una rete fitta e spesso invisibile, che disegna la mappa della fragilità del nostro tempo». Due sono, per lui, le emergenze che bruciano: il lavoro-povero, con occupazioni mal retribuite che non garantiscono dignità, e la casa, con un fiume in piena di famiglie e singoli che non riescono a far fronte all’affitto o ad avere un alloggio. Per quest'ultima emergenza, una campagna di raccolta fondi ha mobilitato circa 15.000 euro. Tuttavia, Zen tiene a precisare il ruolo dell’organizzazione: «La Caritas non può e non deve sostituirsi al sociale, ma sensibilizza, dà segni di speranza... Deve provocare al cambiamento».

Il bilancio sociale non è solo una rendicontazione di attività, ma assume i toni di una riflessione comunitaria e profetica. Il vescovo Francesco Antonio Soddu ha collegato esplicitamente le povertà locali alle dinamiche globali di ingiustizia. «Le povertà che nascono dalle ingiustizie devono avere un’attenzione particolare, perché dall’ingiustizia nasce la guerra, come in questo periodo che stiamo vivendo. E le vittime dell’ingiustizia sono sempre i più poveri», ha affermato, richiamando la comunità a un impegno concreto e a non “tirare i remi in barca” davanti all’aumento delle disuguaglianze.
Lo sguardo della Caritas è però già proiettato al 2026. Tra le novità annunciate spicca il progetto “Spazi di rinascita”, finanziato da Caritas Italiana, dedicato al contrasto della povertà e della violenza di genere. Un intervento che si aggiunge a una rete di servizi già articolata. Nel 2025 sono state 100 le donne maltrattate prese in carico nei centri anti-violenza di Terni e Narni, mentre il progetto “Non è amore – Scarpe Rosse” ha effettuato 210 colloqui, 22 supporti psicologici e 20 consulenze legali. Altra piaga sociale sotto la lente è il gioco d’azzardo, con un giro d’affari in Umbria stimato in un miliardo di euro, indicato come fattore di impoverimento crescente. La solitudine, definita una “pandemia silenziosa”, completa un quadro di fragilità che va ben oltre la mera dimensione economica.
L’azione si estende anche agli ultimi anelli della catena dello sfruttamento: sono state seguite 52 persone vittime di tratta (per sfruttamento sessuale o lavorativo) e accolti 267 migranti, di cui 70 minori non accompagnati. Nei centri di ascolto, compreso quello nel carcere di Terni dove i nuovi colloqui sono quasi raddoppiati, si sono registrati oltre 600 contatti. Una macchina operativa sostenuta da circa 50 volontari fissi solo alla mensa, che rappresentano il tessuto connettivo di questa risposta alla povertà, sempre in bilico tra l’urgenza dell’emergenza e la necessità di un cambiamento strutturale.

Persone aiutate totali: 6.574 (+5% sul 2024)
Mensa San Valentino: 38.000 pasti consumati (+6%). Aumento under 40 italiani (50% degli utenti).
Emporio Solidarietà: 28.493 kg di cibo distribuiti; 508 beneficiari; 50.279 capi di abbigliamento distribuiti (+50%).
Emergenza Abitativa: raccolti circa 15.000 euro con campagna dedicata.
Centri di Ascolto: oltre 600 contatti.
Contrasto Violenza di Genere: 100 donne prese in carico; progetto “Non è amore – Scarpe Rosse” (210 colloqui).
Accoglienza Migranti: 267 persone, di cui 70 minori non accompagnati.
Vittime di Tratta seguite: 52 persone.
Progetto “Fondo Famiglia”: sostegno a 152 nuclei con neonati.
Carcere di Terni: 167 nuovi colloqui, consegnati 3.924 beni di prima necessità.
Nuovo Progetto 2026: “Spazi di rinascita” per povertà e violenza di genere, finanziato da Caritas Italiana.