È una delle sole undici strutture in Italia e rappresenta un punto di riferimento per il Centrosud. L’Unità spinale unipolare dell’Umbria, con sede all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, sarà potenziata. La conferma è arrivata direttamente dalla presidente della Regione, Stefania Proietti, durante la seduta dell’Assemblea legislativa, in risposta all’interrogazione urgente presentata da Bianca Maria Tagliaferri (Umbria Domani - Proietti Presidente).
Un confronto coordinato all'interno della maggioranza, quello avvenuto in aula, che ha acceso i riflettori su una struttura nata nel 1998 e riconosciuta a livello nazionale per il suo approccio globale alla riabilitazione delle persone con lesione midollare. Un presidio che, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare non poche criticità legate soprattutto alla carenza di personale e alla conseguente riduzione dei posti letto.
La presidente Proietti è stata chiara: “La volontà assoluta della Regione è mantenere e potenziare l’Unità spinale, integrandola pienamente nella rete riabilitativa”. Un’integrazione che passa dalla conferma dei 13 posti letto - oggi già riportati a 12 dopo i tagli subiti in pandemia - e dall’avvio del rafforzamento dell’organico, per restituire piena operatività alla struttura.
Nel nuovo Piano sociosanitario regionale, ancora in fase di definizione ma prossimo alla presentazione pubblica, l’Unità spinale è inserita come nodo centrale nella riorganizzazione della rete di riabilitazione post-acuzie. Un disegno che include, oltre alla spinale, le unità per gravi cerebrolesioni acquisite, la riabilitazione intensiva, estensiva, ambulatoriale e domiciliare.
Il coordinamento dei lavori è affidato ai direttori sanitari e ai responsabili delle unità operative di riabilitazione, tra cui il dottor Sauro Biscotto, direttore dell’Unità spinale, con l’obiettivo dichiarato di “fornire risposte clinicamente appropriate e organizzativamente sostenibili ai bisogni delle persone con lesione al midollo spinale”.
Ogni anno, in Italia, si registrano circa 2.500 nuovi casi di lesione midollare. Solo in Umbria si contano 20-25 nuovi casi all’anno, con una popolazione stabilizzata di oltre 500 pazienti. Per questi cittadini - e per molti provenienti anche da altre regioni - la struttura perugina rappresenta un punto di riferimento insostituibile.
Tagliaferri, nel motivare l’interrogazione, ha richiamato proprio il ruolo strategico dell’Unità spinale e la necessità di garantire continuità assistenziale, investimenti nei sussidi tecnologici riabilitativi e una maggiore efficienza organizzativa. “Non è scontato avere un’Unità spinale in Umbria. Al momento della sua istituzione, nel 1998, erano solo tre in tutta Italia. E oggi il nostro compito è preservarla e valorizzarla”.
Proietti ha ricordato che il potenziamento della struttura è previsto anche nella recente legge regionale 7/2024, dedicata al progetto globale per le persone con lesione midollare. Una legge che, pur approvata, attende ancora una piena attuazione. L’intervento della presidente ha confermato la volontà politica di concretizzarne i principi, avviando una pianificazione strategica che includa anche il terzo settore e rafforzi l’integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali.
La Regione Umbria scommette, dunque, su una sanità capace di superare le criticità del recente passato - pandemia e tagli in primis - rilanciando un modello organizzativo centrato sulla persona. L’Unità spinale unipolare di Perugia diventa così emblema di una strategia più ampia, che punta su specializzazione, prossimità, e continuità delle cure.
Nel suo intervento conclusivo, Tagliaferri ha espresso soddisfazione per la risposta ottenuta: “Finalmente si parla di prospettiva, di attenzione, di un ruolo concreto nel Piano sociosanitario. L’Unità spinale non può essere solo un capitolo, ma una colonna portante di una visione moderna della riabilitazione”.