Un pareggio che lascia spazio a qualche rimpianto, ma anche a tanta fiducia. Il Perugia torna da Pontedera con un 2-2 che allunga la serie positiva e conferma i progressi fatti sotto la gestione di Giovanni Tedesco. Al “Mannucci”, i biancorossi hanno disputato una gara di carattere, trovando il gol con Giraudo e Manzari, ma subendo due reti evitabili da parte dei toscani, firmate da Vitali e Ladinetti.
È il secondo risultato utile per il nuovo tecnico, che in una sola settimana ha già ridato identità e spirito competitivo a un gruppo in difficoltà. Il cammino resta lungo - la classifica parla chiaro, con il Grifo terzultimo a quota 7 insieme alla Torres - ma la sensazione è che qualcosa si stia finalmente muovendo nella direzione giusta.
Al termine della gara, Giovanni Tedesco analizza così la prestazione dei suoi:
“La squadra è in crescita. Abbiamo provato a giocare palla, a fare la partita, ci abbiamo creduto fino alla fine. Volevamo vincerla. Se devo essere pignolo, non mi sono piaciuti i primi sette-otto minuti del secondo tempo, dove il Pontedera è stato più aggressivo. Nel primo tempo abbiamo tenuto il possesso, ma siamo stati un po’ lenti e in alcune zone del campo abbiamo forzato la giocata, permettendo loro di ripartire in contropiede”.
Il tecnico sottolinea poi l’aspetto difensivo:
“Sul gol subito eravamo in nove in area, ma siamo rimasti piatti. Dovevamo andare più forte in pressione. Sono episodi da cui dobbiamo imparare, ma ci sono molti aspetti incoraggianti”.
Poi, un pensiero sentito verso chi lo sta accompagnando in questa nuova avventura:
“Voglio ringraziare Riccardo Gaucci e Novellino che mi sostengono in questo percorso. C’è grande partecipazione, soprattutto da parte di Riccardo. Si lavora tutti nella stessa direzione”.
Con la lucidità di chi conosce il calcio, Tedesco individua un momento preciso da cui ripartire:
“Il nostro campionato è iniziato al 55’ del secondo tempo contro il Livorno, quando Manzari ha corso sessanta metri per rincorrere una palla presa da Giunti. Da lì ho capito che la squadra mi segue. Abbiamo giocato tre partite in una settimana, ho avuto poco tempo per lavorare, ma la risposta è stata positiva. Ora bisogna fare di più”.
E aggiunge con tono fermo:
“Siamo nelle zone basse della classifica e dobbiamo tirarci fuori il prima possibile. Non è semplice, ma quando ti chiami Perugia lo devi fare. È una maglia che pesa, e bisogna onorarla”.
Il mister elogia anche gli avversari:
“Il Pontedera è una squadra organizzata, con due-tre giocatori di grande qualità e un allenatore importante. È una società che lavora molto bene sui giovani, con un progetto serio. Non è facile venire qui e portare via punti”.
Poi lo sguardo va già alla prossima sfida, contro la capolista Arezzo:
“L’Arezzo è una squadra forte. Conosco bene l’allenatore, è un mio grande amico. Abbiamo rispetto per tutti, paura per nessuno. Dobbiamo affrontarla con la mentalità giusta, senza mai arretrare”.
Infine, un pensiero toccante per la scomparsa di Giovanni Galeone:
“Non lo conoscevo personalmente, ma mando un grande abbraccio alla famiglia. È stato un allenatore che ha lasciato un segno nel calcio italiano”.
Il Perugia visto a Pontedera ha mostrato segnali di crescita evidenti. La squadra è più corta, più attenta nella gestione dei momenti e con una maggiore partecipazione collettiva alla fase difensiva.
L’impressione è che il lavoro di Tedesco stia iniziando a dare frutti: mentalità, spirito e consapevolezza stanno tornando. Ora serve dare continuità ai risultati e soprattutto cominciare a vincere. Perché la classifica - con il Grifo ancora terzultimo - non aspetta.
