La Regione Umbria ha dato il via libera alla rampa scorie per contenere le emissioni a Prisciano, ma il clima resta incandescente. L'autorizzazione è arrivata sette giorni fa, prima ancora della diffida firmata da Stefano Bandecchi, indirizzata ad Arpa, Asl, Regione, AST e Tapojarvi. A far esplodere la polemica politica sono state le parole dell’assessore all’Ambiente Thomas De Luca, che ha rivendicato il lavoro della Giunta. "Da soli sette mesi governiamo la Regione e sul dossier dell'inquinamento di Terni abbiamo impresso una svolta decisiva, avviando interventi concreti che erano attesi da anni".
La risposta di Alternativa Popolare, il partito di Bandecchi, è caustica: “Negli ultimi vent’anni, per quindici ha governato la sua parte politica. Ora De Luca scopre le soluzioni che lui stesso, per anni, ha osteggiato”.
L’ok definitivo è arrivato il 14 luglio. Dopo mesi di iter complesso, vincoli sismici e una normativa stringente sul rischio di incidente rilevante, la Regione Umbria ha dato il via libera alla realizzazione della nuova rampa scorie, intervento chiave per mitigare la dispersione di polveri nel quartiere Prisciano.
“Grazie al lavoro del direttore Gianluca Paggi e dell’ingegner Sandro Costantini, abbiamo sbloccato un’opera cruciale. È una risposta concreta a un problema irrisolto per troppo tempo”, ha dichiarato Thomas De Luca, assessore regionale all’Ambiente.
L'infrastruttura sarà operativa entro marzo 2026 e consentirà il recupero delle scorie, limitando il conferimento in discarica. Rientra tra gli impegni dell’Accordo di Programma con Arvedi AST, che include anche interventi ambientali strutturali e vincolanti. "Il Comune - afferma l'assessore regionale - avrebbe potuto presentare proposte e prescrizioni per risolvere il problema delle polveri. Agli atti risultano solo due prescrizioni: un sistema di bagnatura automatica dei piazzali e una relazione sull'integrità della barriera perimetrale".
La Regione risponde punto su punto alla diffida del Comune di Terni. Oltre alla rampa, sono già attivi altri strumenti operativi, come lo studio epidemiologico “Neoconca” e la campagna di biomonitoraggio legata al progetto InSinergia.
“Abbiamo salvato risorse ministeriali che rischiavano di andare perdute. E abbiamo imposto a Tapojarvi e AST nuovi standard sulle emissioni di nichel, attraverso il riesame dell’AIA”, aggiunge De Luca.
Poi l’affondo: “Da una parte c'è chi, con serietà e determinazione, lavora per risolvere alla radice un problema che affligge Terni da decenni. Dall'altra, assistiamo a una sterile propaganda che genera solo strumentalizzazioni su una questione tanto drammatica quanto delicata”.
A cercare di smontare il racconto dell’assessore regionale ci provano alcuni esponenti di Alternativa Popolare, che attaccano frontalmente quello che definiscono un “riposizionamento di comodo”.
“De Luca è stato per anni il volto più aggressivo della battaglia contro l’acciaieria. Ha chiesto chiusure, ha parlato di disastri ambientali, ha sollevato interrogazioni e costruito visibilità politica sull’allarme salute a Terni. Oggi veste i panni dell’uomo di governo e invita alla calma. Siamo di fronte a una virata che non può essere ignorata”, accusa Maria Elena Gambini, consigliera comunale bandecchiana.
“I cittadini non sono stupidi. Hanno visto De Luca passare dal fuoco incrociato al linguaggio felpato. E il sospetto, più che fondato, è che questo cambio di toni non nasca da nuove evidenze ambientali, ma dalla necessità di non disturbare l’asse politico su cui poggia la sua poltrona”, rincara la dose.
Claudio Batini ricorda che “dei vent’anni di presunto immobilismo, ben quindici li ha governati proprio il centrosinistra di cui oggi De Luca è espressione. È curioso che chi oggi accusa altri di inerzia abbia avuto tutte le leve per intervenire e non lo abbia fatto”.
Ma l’attacco non si limita al passato: “Oggi assistiamo a una narrazione che ignora le responsabilità. Eppure mai nessun sindaco aveva chiesto con tanta forza un piano straordinario di interventi, come sta facendo Stefano Bandecchi, che scrive direttamente a Ministeri, Regione, Asl, Arpa e persino Corte dei Conti. Questo non è populismo, è leadership”.