Il bando per il rilancio del polo chimico di Terni, inserito nell’Accordo per lo sviluppo e la coesione FSC 2021-2027, guadagna tempo. La Regione Umbria ha infatti prorogato i termini per la presentazione delle domande di agevolazione al 6 marzo 2026, accogliendo la richiesta avanzata da Confindustria Spa lo scorso 1 ottobre 2025.
L’associazione degli industriali aveva segnalato la necessità di una proroga per permettere alle grandi imprese e multinazionali di completare iter autorizzativi interni complessi, spesso rallentati da procedure di compliance e approvazioni multilivello. La Regione, ritenendo fondata la richiesta, ha concesso più tempo per favorire nuovi insediamenti e consolidare il piano di rilancio dell’area di crisi complessa Terni-Narni, che resta uno dei fronti industriali più sensibili della politica economica regionale.
Una proroga che non apre nuovi fondi, ma consente di utilizzare meglio quelli già stanziati nel 2024 dal governo Meloni e annunciati dall’allora ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, nell’ambito della distribuzione dei fondi di coesione all’Umbria.
Il piano, dal valore complessivo di 15 milioni di euro, era stato illustrato dopo la firma dell'accordo con il MIMIT nel 2024 dall’allora assessore Michele Fioroni, con il primo obiettivo di avviare un polo di biochimica e materiali innovativi a Terni in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia. Accanto a questo sono disponibili i fondi residui dell'Area di crisi complessa per l'attivazione di nuovi investimenti produttivi.
Oggi la gestione del dossier è nelle mani del nuovo assessore allo Sviluppo economico, Francesco De Rebotti, che ha scelto di garantire continuità all’impostazione originaria, ma adeguandola alle dinamiche industriali e alla tempistica delle grandi aziende. “Con il Piano strategico di rilancio del polo chimico del territorio ternano - ha spiegato De Rebotti - la Regione Umbria ha deliberato un sostegno alle iniziative di investimento per il rilancio e lo sviluppo delle imprese in un’area strategica per la crescita dell’intera regione. Una nuova progettualità che individua nel polo di Terni e Narni un ambito da promuovere per coniugare produzione di qualità, competitività innovativa e sostenibilità ambientale”.
Il primo avviso pubblico, già operativo, prevede 7 milioni di euro per la concessione di agevolazioni a fondo perduto destinate a investimenti produttivi e progetti di tutela ambientale. L’avviso si rivolge a micro, piccole, medie e grandi imprese interessate a interventi di efficientamento energetico, fonti rinnovabili, ricerca e sviluppo e start-up innovative.
“Le risorse economiche non sono l’unica leva di un progetto così complesso”, ha aggiunto l’assessore, “serve il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder del territorio per fare del polo chimico un punto di riferimento per la chimica verde e i materiali del futuro”.
I 15 milioni di euro destinati al piano di rilancio del polo chimico di Terni provengono dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), lo strumento con cui lo Stato italiano sostiene interventi strategici nelle regioni nell’ambito della programmazione nazionale 2021-2027.
Il 9 marzo 2024, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Umbria hanno firmato l’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione (ASC) 2021-2027, che assegna all’Umbria una dotazione complessiva di 238,2 milioni di euro. Di questi, 149,4 milioni sono stati destinati alla cosiddetta “quota ordinaria”, cioè agli interventi strategici gestiti direttamente dalla Regione.
Tra questi, figura la linea d’azione “01.01 Ricerca e Sviluppo - Piano strategico di rilancio del polo chimico di Terni”, con 15 milioni di euro interamente a valere sul FSC. Il relativo bando – gestito da Sviluppumbria S.p.A. - ha attivato una prima tranche da 7 milioni, con l’obiettivo di stimolare investimenti privati in progetti di innovazione, tutela ambientale e transizione ecologica.
Si tratta quindi di risorse nazionali, ma programmate su base regionale, vincolate a progetti di sviluppo territoriale con criteri di misurabilità e coerenza con le priorità del Piano Nazionale di Riforma e con la strategia di coesione europea. Nessuna nuova “pioggia di euro”, dunque: i fondi erano già previsti, e la proroga della scadenza al 6 marzo 2026 serve unicamente a garantire una maggiore partecipazione e qualità delle candidature.
Il progetto di rilancio si innesta su una collaborazione sempre più strutturata tra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia, che attraverso le risorse del Pnrr ha avviato due spoke di ricerca su nanomateriali e biomateriali all’interno dell’ecosistema di innovazione “Vitality”.
Oggi il sistema coinvolge oltre 200 ricercatori, 40 imprese e 30 progetti industriali, con 5 milioni di euro già investiti in strumentazione scientifica avanzata a disposizione del tessuto produttivo locale. L’obiettivo è far evolvere lo spoke dedicato ai biomateriali in un vero e proprio polo di innovazione all’interno dell’ex area Montedison, trasformandola in un laboratorio di chimica sostenibile.
La Regione ha già firmato un protocollo d’intesa con l’ateneo per sostenere la collaborazione scientifica e industriale, nella prospettiva di una conversione del sito verso la biochimica e i materiali innovativi. Una sfida complessa ma necessaria per restituire a Terni la centralità perduta nel panorama manifatturiero italiano.