La Regione Umbria ha avviato ufficialmente la “Rete umbra per lo sviluppo sostenibile - Governance, partecipazione, cultura e comunicazione per la sostenibilità”, un progetto ambizioso volto a rafforzare la collaborazione tra amministrazioni locali, cittadini, imprese e istituzioni educative per tradurre a livello territoriale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. L’iniziativa, promossa dalla Regione in collaborazione con Anci Umbria e FELCOS, intende costituire un network stabile tra i Comuni partecipanti, favorendo lo scambio di esperienze, la condivisione di buone pratiche e la progettazione coordinata di interventi sul territorio. L’obiettivo è potenziare la capacità di pianificazione strategica, migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche locali e garantire una maggiore coerenza tra gli obiettivi globali di sostenibilità e le esigenze delle comunità umbre.
Il cuore operativo della Rete è rappresentato da un insieme di strumenti pensati per tradurre gli obiettivi globali in interventi concreti e misurabili a livello locale. Tra questi figurano forum territoriali e tavoli d’area per l’ascolto delle comunità, un Forum giovani per coinvolgere le nuove generazioni nella definizione delle priorità, azioni di capacity building rivolte ad amministratori e tecnici e la realizzazione di un “atlante” dei progetti locali già allineati alla strategia regionale. L’obiettivo è duplice: dotare i Comuni di competenze e metodi per pianificare in chiave sostenibile e offrire una banca dati di pratiche replicabili su scala più ampia.
Secondo i promotori, alla Rete hanno aderito oltre 30 Comuni umbri, con un coinvolgimento che si estende anche a università, imprese e soggetti del terzo settore. L’obiettivo pratico è costruire un presidio territoriale capillare che faciliti lo scambio di buone pratiche, l’armonizzazione dei piani comunali con la strategia regionale e la programmazione congiunta per accedere in modo più efficace ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei. La Rete intende inoltre promuovere gemellaggi di buone pratiche tra territori e progetti pilota replicabili, elemento chiave per accelerare la transizione ecologica e rafforzare la coesione sociale.
Le linee operative individuate si presentano come un insieme organico e sinergico di azioni, concepite per tradurre la visione strategica in risultati concreti. Oltre all’aggiornamento della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e alla co-progettazione delle agende locali, sono previsti percorsi formativi dedicati alla rendicontazione, alla valutazione degli impatti e alle tecniche di project management, con l’obiettivo di rafforzare le competenze dei funzionari comunali.
Un ruolo altrettanto centrale sarà svolto dalle campagne di comunicazione mirate e dall’animazione dei forum tematici, strumenti pensati per favorire la trasparenza e stimolare il coinvolgimento attivo di cittadini e imprese, rafforzando così il principio di partecipazione condivisa nelle scelte strategiche.
Sul piano settoriale, le priorità si concentrano su temi chiave quali la mobilità sostenibile, la gestione efficiente dei rifiuti, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e scolastici, insieme a progetti dedicati all’inclusione sociale e alla formazione professionale. Interventi che, nel loro insieme, mirano a costruire un modello di sviluppo sostenibile radicato nei territori e capace di generare benefici duraturi.
Le ricadute attese riguardano sia la qualità dei servizi - ad esempio una mobilità urbana più efficiente o edifici scolastici più performanti - sia la crescita della capacità progettuale dei Comuni e la loro incisività nella raccolta di finanziamenti. Indicatori di successo ipotizzati sono la riduzione delle emissioni locali, l’aumento della percentuale di raccolta differenziata, il numero di progetti condivisi tra più amministrazioni e il coinvolgimento effettivo dei giovani nei processi decisionali. Fondamentale sarà l’istituzione di strumenti di monitoraggio condivisi che rendano trasparenti progressi e criticità.
Il percorso intrapreso non è tuttavia esente da ostacoli e impone una gestione attenta delle criticità che potrebbero comprometterne l’efficacia. Tra le più rilevanti figurano l’esigenza di evitare duplicazioni progettuali, la necessità di garantire continuità sia sul piano finanziario sia su quello amministrativo e la complessità insita nel misurare con criteri rigorosi gli impatti sociali e ambientali in tempi relativamente brevi.
Un'ulteriore criticità riguarda la marcata disparità di risorse e competenze tra i comuni di dimensioni maggiori e quelli più piccoli: mentre i primi possono fare affidamento su strutture amministrative più solide e personale specializzato, i secondi rischiano di trovarsi in difficoltà nell’attuazione concreta delle strategie. In tale scenario, la Rete sarà chiamata a individuare un equilibrio tra percorsi formativi calibrati sulle diverse esigenze e strumenti operativi semplici, replicabili e facilmente accessibili. Solo così sarà possibile garantire inclusione, uniformità di approccio e una reale efficacia delle azioni intraprese.