06 Aug, 2025 - 12:05

Polemiche della sinistra radicale a Gubbio contro il sindaco Fiorucci: ideologia senza azione concreta

Polemiche della sinistra radicale a Gubbio contro il sindaco Fiorucci: ideologia senza azione concreta

Negli ultimi giorni a Gubbio si è acceso uno scontro politico acceso e, per molti versi, paradossale. Alcune forze della sinistra radicale – in particolare Sinistra Italiana, rappresentata dal segretario locale Simone Pellegrini, e il Partito Comunista Italiano guidato da Fabio Sebastiani – hanno attaccato duramente il sindaco Vittorio Fiorucci in merito all’ordine del giorno del Consiglio Comunale sulla situazione a Gaza. Le accuse sono state feroci, ma al di là delle parole e delle invettive non si è visto alcun passo concreto a favore delle popolazioni che dichiarano di voler difendere.

Come ha osservato un cittadino, «c’è chi evidentemente non ha ben chiaro i problemi della città, le esigenze e le urgenze a cui mettere mani, e si continua a occuparsi di questioni lontanissime, con un’impronta esclusivamente ideologica anche nell’interpretare la storia e lo scenario internazionale».

La lettera di Sinistra Italiana: “Sindaco, taccia”

Il circolo eugubino di Sinistra Italiana ha diffuso una lunga lettera aperta rivolta al sindaco Fiorucci, definendo il suo intervento in Consiglio Comunale «uno dei punti più bassi che la politica abbia mai toccato in questa città».

Il testo, dai toni accesi, critica il sindaco per il suo richiamo alla concretezza e per aver evitato di usare la parola “genocidio” nel dibattito su Gaza. «Il suo silenzio e la sua concretezza sono inazione» – scrivono i firmatari – «come l’Unione Europea che ha atteso nel 1995 davanti al genocidio di Srebrenica, così oggi voi tacete davanti al genocidio di Gaza». La lettera si chiude con un invito clamoroso: «Sindaco, abbandoni il suo scranno, sì, ora sì, in silenzio».

Fabio Sebastiani e la “fantomatica scuola” comunista

Non meno dura la posizione del Partito Comunista Italiano. Fabio Sebastiani ha lanciato un attacco frontale contro l’amministrazione comunale, arrivando a scrivere: «Condannare Hamas e condannare Israele e stare dalla parte giusta della storia è ossimoro. Comune di Gubbio, studia».

La dichiarazione è stata pronunciata direttamente dalla sede di quella che viene definita la “fantomatica scuola” legata al PCI locale. Non è chiaro se l’attività sia regolare e autorizzata, ma per molti ricorda le vecchie scuole di partito come le Frattocchie, simbolo della formazione ideologica comunista.

Goracci: “Nazisti israeliani protetti dagli USA”

Nel coro delle polemiche si inserisce anche l’ex sindaco Orfeo Goracci, che dai suoi canali social attacca quotidianamente Israele, definendo i suoi militari «novelli nazisti» e «nazisti israeliani». Scrive Goracci: «A Gaza i ‘novelli nazisti’ continuano a sterminarne 50-100 al giorno, quasi tutti civili, bambini e donne; muoiono per fame e malattie mentre cercano una ciotola di farina. I nazisti israeliani si sentono impuniti perché protetti da USA e i loro servi».

Goracci non cita mai Hamas, responsabile del massacro del 7 ottobre, e accusa l’Italia di comportamento «assurdo e ipocrita». Secondo l’ex sindaco, Francia, Gran Bretagna e Canada riconosceranno lo Stato di Palestina «come segnale politico forte», mentre la premier Giorgia Meloni «aspetta, è prematuro. Ipocrisia e vergogna».

Ideologia e retorica senza azione concreta

Le posizioni della sinistra radicale eugubina hanno in comune una caratteristica: la totale assenza di iniziativa concreta. Si moltiplicano i comunicati, le lettere aperte, i post sui social, ma nulla di tangibile viene fatto per aiutare la popolazione di Gaza.

Un cittadino eugubino lo ha riassunto così: «È molto comodo pontificare spalmati sul divano, con una birra fresca, assistendo dal televisore a quello che accade in Palestina». Durante la guerra civile spagnola (1936-1939), migliaia di comunisti italiani – spesso giovanissimi – partirono volontari per combattere realmente a difesa della democrazia. Erano gli anni delle Brigate Internazionali, simbolo di coraggio e coerenza politica.

Oggi, invece, nessuno degli attuali barricaderi eugubini sembra disposto a organizzare un corpo di spedizione armato per andare in Palestina a difendere sul campo il popolo che dicono oppresso. Nessuno mette a rischio la propria sicurezza, preferendo limitarsi a slogan e invettive contro il sindaco e il Consiglio Comunale.

Il sindaco Fiorucci: “Serve concretezza”

Dal canto suo, il sindaco Vittorio Fiorucci ha difeso la posizione della Giunta, richiamando più volte la necessità di mantenere una linea concreta e pragmatica, anche nei simboli pubblici come il silenzio della campana civica. Un atteggiamento che i contestatori hanno bollato come «inazione», ma che molti cittadini vedono come senso di responsabilità: il Comune di Gubbio, infatti, non ha competenze dirette per incidere sui conflitti internazionali, mentre la città ha problemi urgenti da risolvere – dalla gestione dei servizi pubblici al sostegno delle famiglie in difficoltà.

Un osservatore locale commenta: «Il Consiglio Comunale è stato trasformato in un palco ideologico, mentre i veri problemi di Gubbio restano irrisolti. C’è chi parla di genocidi lontani, ma ignora le emergenze quotidiane della comunità».

La retorica del “genocidio” e il paragone con Srebrenica

Particolarmente controverso è il linguaggio usato da Sinistra Italiana nella sua lettera, in cui si paragona la situazione di Gaza al genocidio di Srebrenica del 1995. Secondo gli analisti, questo parallelismo è forzato e ideologico, e serve solo ad alimentare una narrazione di colpa collettiva dell’Occidente e delle istituzioni italiane.

Mentre la tragedia bosniaca è riconosciuta come uno dei più gravi crimini di guerra in Europa dopo il 1945, la realtà del conflitto israelo-palestinese è molto più complessa e non si può ridurre a uno schema semplicistico di «popolo inerme» contro «genocidio pianificato».

Il divario tra parole e fatti

La polemica scoppiata a Gubbio rivela una distanza abissale tra retorica politica e azioni reali. Da un lato ci sono lettere infuocate, accuse di vergogna, paragoni storici e insulti al sindaco; dall’altro non si vede alcuna mobilitazione concreta: né iniziative umanitarie significative, né raccolte fondi efficaci, né – tantomeno – l’eroismo di un tempo, quando i militanti comunisti lasciavano le proprie case per andare a combattere in difesa di un ideale.

Il risultato è una sinistra radicale che preferisce occupare il dibattito pubblico con proclami e scontri verbali, piuttosto che assumersi responsabilità dirette. E intanto Gubbio resta alle prese con i suoi problemi quotidiani, che non si risolvono con le invettive contro il sindaco ma richiedono impegno amministrativo, pragmatismo e capacità di governo – tutte qualità che, al momento, non sembrano appartenere ai contestatori.

Come sintetizza un commentatore locale: «Parlano di genocidi e rivoluzioni, ma la loro rivoluzione si ferma al post su Facebook o al massimo a una bandiera esposta sulla facciata del palazzo dei Consoli. La verità è che la sinistra radicale eugubina non ha più il coraggio e la coerenza dei suoi padri. Preferisce l’indignazione da salotto alle scelte difficili».

A noi ricordano tristemente una celebre strofe di Trilussa:

"Spiana li monti, sfonna, spara, ammazza...
Per me, — barbotta — c'è una strada sola... 
E intigne li biscotti ne la tazza."

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Mario Farneti
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