Il Gip di Firenze ha condannato a quattro anni di carcere Piero Fabbri, il 59enne, che l’11 gennaio 2023 durante una battuta di caccia al cinghialenella zona del fosso delle Carceri, sul monte Subasio, uccise il 24enne Davide Piampiano.
Piero Fabbri è stato condannato quattro anni di carcere per Piero Fabbri. La condanna, inflitta dal gip di Firenze, è arrivata con le modalità del rito abbreviato, per il 59enne Piero Fabbri, accusato di omicidio colposo del 24enne Davide Piampiano.
Il 59enne è stato condannato, nella giornata del 22 dicembre, anche a versare, ai familiari della vittima, provvisionali da 150 mila euro complessivi.
Il giudice per l’udienza preliminare, Fabio Gugliotta, nella condanna, non ha riconosciuto il dolo eventuale a carico del muratore 59enne, a cui è stata invece attribuita l'aggravante della colpa cosciente.
Lo scorso luglio il tribunale aveva rigettato la richiesta di patteggiamento a tre anni avanzata da Fabbri con l’avallo dell’accusa. Il gip nella sentenza ha disposto la trasmissione degli atti, alla procura competente, per valutare anche l'ipotesi di omissione di soccorso, aggravata dall’evento-morte.
In data 11 gennaio del 2023, l'uomo sparò, durante una battuta di caccia al cinghiale sul monte Subasio, al 24enne Davide Piampiano. Fabbri, in seguito alle indagini era stato in carcere nel gennaio 2023, inizialmente ritenuto responsabile di omicidio volontario con dolo eventuale in delitto colposo.
Da una prima ricostruzione della dinamica, attraverso le dichiarazioni dei vari testimoni, era emerso che la vittima si trovava a caccia con un altro amico e che un terzo cacciatore, non impegnato con loro nella battuta ma residente in quella località, aveva trovato la vittima in fin di vita, dopo aver udito in lontananza uno sparo ed essersi avvicinato per verificare se i due fossero riusciti ad abbattere un cinghiale.
Sul luogo dell’incidente, i carabinieri avevano sequestrato, oltre ai telefoni, alle armi e agli indumenti dei presenti, anche una GoPro che la vittima utilizzava per pubblicare suoi contenuti sui social. Dai filmati al suo interno, le forze dell'ordine hanno potuto stabilire che il colpo fatale non è stato esploso dal fucile della vittima a seguito di una caduta, ma da quello di un terzo presumibilmente anche lui nella battuta di caccia.