Nella notte tra venerdì e sabato, a Piediluco, i Carabinieri della Stazione locale hanno arrestato un 44enne rumeno, accusato di aver violato il divieto di avvicinamento imposto nei confronti della ex compagna, sua connazionale. Una telefonata concitata al 112 da parte della donna, che riferiva di essere seguita, insultata e minacciata, ha consentito un intervento tempestivo dei militari. Pochi minuti dopo, in un bar del centro, la vittima è stata ritrovata in lacrime, visibilmente scossa, mentre l’uomo continuava a pedinarla. Nonostante la presenza delle forze dell’ordine, il 44enne si è mostrato aggressivo, lanciando nuove offese e minacce. I militari lo hanno subito bloccato, traendolo in arresto e impedendo che la situazione degenerasse in un’aggressione fisica.
Il caso di Piediluco non è isolato e si inserisce in una serie di episodi che nelle ultime settimane hanno interessato l’Umbria, portando nuovamente l’attenzione sulla questione della violenza domestica e sul rispetto delle misure cautelari.
Solo pochi giorni fa a Perugia, un uomo è stato arrestato dopo aver tentato di introdursi nell’abitazione della ex moglie, in spregio all’ordine del giudice che gli vietava qualsiasi contatto. A Foligno, invece, una donna di 35 anni ha chiesto aiuto ai carabinieri dopo essere stata minacciata dall’ex compagno, già destinatario di un provvedimento restrittivo. Anche a Terni, a fine agosto, un quarantenne era finito in manette dopo aver perseguitato l’ex convivente con appostamenti sotto casa e continui messaggi dal contenuto intimidatorio.
A integrazione del quadro, va segnalato quanto accaduto recentemente a Fontivegge, quartiere di Perugia già noto per varie criticità legate all’ordine pubblico. In questo caso, un’aggressione improvvisa e violenta registrata dalle telecamere di sorveglianza ha visto una donna colpita al volto da un uomo mentre camminava sul marciapiede in pieno giorno, un episodio che ha suscitato una profonda indignazione nella comunità.
Nel caso di Piediluco, l’intervento dei carabinieri è stato decisivo per garantire la sicurezza della donna. Dopo l’arresto, convalidato dal Giudice nel rito direttissimo di sabato mattina, è stato disposto per l’uomo il divieto di dimora nel capoluogo. Al contempo, la vittima è stata affidata ai servizi competenti per ricevere supporto psicologico e tutela, in una fase particolarmente delicata della sua vita.
Va ricordato che l’indagato è attualmente sottoposto alla fase di indagini preliminari e, fino a eventuale pronuncia definitiva, deve considerarsi innocente. Tuttavia, la violazione di un divieto di avvicinamento rimane un campanello d’allarme significativo che le autorità non sottovalutano: l’immediatezza della risposta è fondamentale per neutralizzare situazioni che possono degenerare in violenza fisica.
In parallelo all’intensa attività di prevenzione sul fronte della sicurezza, i carabinieri del Comando Provinciale di Terni hanno preso parte a un’iniziativa di solidarietà. Nella mattinata odierna, numerosi militari hanno donato il sangue presso il reparto di Immunoematologia e Trasfusionale dell’ospedale “Santa Maria” di Terni, guidato dalla dottoressa Marta Micheli, su invito dell’Avis provinciale, rappresentata dal presidente Sergio Commissari.
Un gesto volontario che, come sottolineano dall’Arma, intende ribadire il valore del legame con la comunità umbra. La partecipazione all’iniziativa arriva in un momento in cui le strutture sanitarie hanno segnalato una carenza significativa di sangue e plasma. In questo senso, l’impegno dei militari si è tradotto non solo in un’attività di tutela della sicurezza pubblica, ma anche in un contributo solidale alla salute collettiva.