Il conto alla rovescia è quasi terminato: il derby dell’Umbria tra Perugia e Ternana, in programma domani alle 14:30 al “Renato Curi”, è pronto a incendiare l’ambiente e a catalizzare l’attenzione di tifosi e addetti ai lavori. Una sfida che, come tradizione impone, va oltre la semplice lettura della classifica e sfugge a qualsiasi pronostico.
La Ternana si presenta all’appuntamento reduce dalla sconfitta interna per 2-1 contro il Guidonia Montecelio, una gara in cui i rossoverdi non sono riusciti a esprimere il loro potenziale, offrendo una prestazione al di sotto delle aspettative. Nonostante lo stop, la squadra di Liverani resta in piena corsa nelle zone nobili del campionato: l’ottavo posto a 21 punti dista appena tre lunghezze dal quarto, occupato proprio dal Guidonia Montecelio.
Dall’altra parte, il Perugia vive un momento più complesso. I biancorossi, con 12 punti in 15 partite, sono coinvolti nella battaglia salvezza e devono reagire dopo il k.o. di Alessandria contro la Juventus Next Gen, un 1-0 che ha lasciato più di un rimpianto alla formazione di mister Tedesco.
Alla vigilia del grande appuntamento, mister Liverani ha preso la parola nella consueta conferenza stampa prepartita, analizzando temi, insidie e aspettative di un derby che, come sempre, vale molto più dei tre punti.
Considerazione sul ritorno di Liverani a Perugia da avversario e sul ritrovare in panchina Tedesco, ex compagno di squadra.
"Da quando sono andato via calcisticamente ci sono tornato poco, credo una volta da calciatore e una da allenatore del Lecce. È stato il mio trampolino di lancio, anche se è stato un solo anno, mi ha portato nel calcio vero. Alla famiglia Gaucci sarò sempre riconoscente, a Sabatini, a Serse Cosmi, non posso dimenticare a prescindere dalla rivalità. La stagione 2000-2001 è stata una consacrazione totale, sono arrivato in Nazionale. Oggi vivo il mio presente dentro e fuori dal campo in una città, in un popolo che mi è entrato dentro, e mi fa vivere questo appuntamento con il giusto atteggiamento. Abbiamo grande voglia di rivalsa, noi dobbiamo fare una partita vera, di cuore, giocata con lealtà ma con ferocia, con qualità e attenzione. Come detto qualche giorno fa, c’è il campionato e poi ci sono due partite che non sono uguali alle altre: questa è la prima delle due".
Sulla storica frase “il derby non si gioca ma si vince”, sul momento delle due squadre e sull’assenza dei tifosi rossoverdi.
"L’assenza dei tifosi penso sia una sconfitta per il calcio. Non si riesce a trovare una strada per poter vivere questi eventi con la gioia e con la presenza dei propri tifosi per ogni squadra. Questa continuità di non poter trovare una soluzione, come gli altri Paesi che riescono a gestire tutto, per noi sportivi è una sconfitta. Abbiamo una squadra con giocatori esperti e anche tanti giovani che si trovano alle prime esperienze, alle prime partite così sentite. Si deve preparare senza caricarli troppo, si deve trasmettere tensione senza troppa ansia, bisogna trovare la medicina giusta. Domani al termine della gara sapremo se lo abbiamo preparato bene. La frase 'il derby non si gioca ma si vince'? Non è nuova, è ormai una frase scontata. Giochiamo tutte le partite per vincere, ancora di più il derby, poi il campo ci dirà il suo verdetto".
Sul valore tecnico del Perugia e sulle insidie del derby.
"È una squadra che, se avessimo guardato i nomi individualmente, nessuno poteva pensare una stagione così. A livello di giocatori importanti ce ne sono abbastanza, hanno trovato delle difficoltà. Con il nuovo tecnico stanno cercando di trovare un’identità nuova, giocano in casa, vogliono fare il massimo. Il derby può darti una spinta, è una partita che esula da ciò che è stato prima. Nei derby non ha valore il percorso precedente, può cambiare radicalmente tutto il futuro. Troveremo una squadra preparata, che vuole vincere per rialzarsi e recuperare punti. Non dobbiamo permettere questo a loro: dobbiamo ripartire noi. Dopo dieci risultati utili consecutivi abbiamo incappato in una sconfitta, dobbiamo tornare a camminare il più forte e il più velocemente possibile".
Sull'approccio mentale richiesto nei derby rispetto alla scorsa stagione.
"Credo che il derby vada sempre giocato per vincere, soprattutto quello di dicembre. Non credo ci sia questa preoccupazione. Il punto non ti cambia: può essere a livello umorale? Forse. Siamo al girone d’andata, si gioca per vincere. Quello che potrà uscire non lo so: la mentalità dovrà essere quella di provare a vincere, con rispetto e concentrazione. È il nostro obiettivo: non ci sono partite semplici, gli altri vogliono vincere come noi".
Considerazione sulla presenza dei tifosi alla rifinitura e sul discorso motivazionale di Marinai, eletto rossoverde del secolo.
"Mi ha fatto piacere incontrarlo e vedere quanta passione c’è in un giocatore di un’età lontana dalla mia calcisticamente, che è rimasto nei cuori rossoverdi. Ha vinto con un plebiscito su tutti, vederlo con l’emozione, trasmettere quelle parole ai ragazzi credo che ai ragazzi abbia dato qualcosa. Una persona che cinquant’anni fa e anche di più stava qui e oggi ritorna e trasmette cosa sono i colori di questa maglia, credo che sia bello. Per me è stata una cosa molto piacevole, anche per i ragazzi. Anche Benatti, che è stato premiato ieri sera come miglior difensore dal nostro capitano, ha trasmesso quello che voi in questi anni gli avete dato. Da quando abbiamo iniziato la stagione i tifosi sono molto vicini a noi. Quando subentra il capire la situazione diventano più uniti con il gruppo squadra. Noi dobbiamo rispondere sul campo con le prestazioni. Non abbiamo dei crediti: noi facciamo i calciatori, loro i tifosi, e vanno rispettati. Bisogna dargli i risultati sul campo: non vuol dire vincere sempre, ma onorare la maglia".
Sulla situazione degli indisponibili e su Brignola.
"È fuori solo Brignola, ha fatto minutaggio con la Primavera ma ha avuto un problema muscolare. Gli altri sono tutti recuperati. Caso Brignola? Non esiste. È un giocatore che ha avuto tanti problemi, cercava minutaggio, è sceso in Primavera, ha fatto un allenamento con loro per giocare oggi, ieri si è fermato a fine allenamento. Gli si voleva dare più minutaggio anche in vista del mercato di gennaio. Non ci sono casi all’interno dello spogliatoio. Era un’organizzazione per dare minutaggio al ragazzo".
Un pensiero sulla scomparsa di Renzo Luchini, storico massaggiatore del Perugia.
"Anche se sono stato solo un anno, per me è stato una delle persone che, quando sono arrivato, mi ha aiutato ma anche fatto capire dove stavo essendo molto giovane. I primi tempi con noi giovani non ci permetteva neanche di entrare in infermeria nei primi giorni di ritiro. Non c’era possibilità per noi e all’epoca lo vivevamo male. Dopo però capisci l’importanza di dare un segnale ai giovani in prima squadra. Ho cominciato a giocare, il rapporto è durato. Era una colonna portante di quella società, credo che la sua mancanza, per quello che riguarda il Perugia, sia importante. Ci tengo a fare le condoglianze alla famiglia: è un dispiacere".
Sulle idee tattiche e sulle scelte offensive.
"Dobbiamo avere tre giocatori offensivi sempre. Non credo che un’idea di calcio possa cambiarti o farti venire dubbi dopo due partite fatte bene, poi magari arriva un intoppo, dovuto più all’atteggiamento che al modulo. Chi gioca? Avendoli tutti, ci penso fino all’ultimo. Non ci saranno grandi stravolgimenti, lavorano bene. Dubbi? In mezzo al campo uno, davanti devo gestire la situazione".
Sul fatto che Durmishaj, Garetto e Pettinari abbiano segnato a Perugia.
"Non lo sapevo, stasera ci penso un pochino".