16 Nov, 2025 - 18:00

Perugia, la cura Tedesco funziona: tutti i numeri dall’arrivo del nuovo tecnico

Perugia, la cura Tedesco funziona: tutti i numeri dall’arrivo del nuovo tecnico

Se il Perugia fosse un paziente finito al pronto soccorso della Serie C, il primo responso dei medici direbbe: condizioni stabili ma da monitorare costantemente. Non è ancora guarito, non respira calcio brillante e spensierato, non può ancora permettersi di sorridere davanti alla classifica. Ma una cosa è certa: la terapia d’urto somministrata da mister Giovanni Tedesco sta generando i primi effetti concreti, tanto sul piano dei risultati quanto - soprattutto - su quello dell’identità emotiva e caratteriale della squadra. La diagnosi non è risolta, ma la cura funziona.

Il punto conquistato ieri in Sardegna contro la Torres - match terminato 1-1 allo stadio Vanni-Sanna - rappresenta un nuovo tassello nel percorso di risalita dei biancorossi. Una prestazione di grinta, di sofferenza, di lucidità nelle difficoltà, con elementi che prima dell’arrivo del tecnico siciliano sembravano smarriti. La classifica però continua a presentare un quadro clinico serio: terzultimo posto a quota 9 punti, +1 sulla Torres, -1 dal Livorno e Bra mentre la zona salvezza diretta – il quindicesimo posto – dista tre lunghezze, con il Pontedera a quota dodici. E proprio i granata, impegnati nel derby toscano del pomeriggio contro la Pianese, potranno rendere il quadro più semplice o più complicato.

Nel dopo gara, Tedesco ha mostrato la determinazione di chi sa perfettamente di non essere stato chiamato per semplici ritocchi, ma per una ricostruzione d’emergenza: "Non dobbiamo guardare chi abbiamo dietro, dobbiamo raggiungere le squadre a quota 12-13 punti. La prossima gara contro la Vis Pesaro sarà una finale, come tutte le altre". Una filosofia che sa di medicina preventiva: non più curare l’emorragia, ma agire per evitare ricadute.

I numeri di mister Tedesco: la terapia inizia a funzionare

Quattordici partite disputate, una sola vittoria, sei pareggi e sette sconfitte. Undici gol fatti, venti subiti, quarta peggior difesa del girone B: sulla carta, i numeri stagionali non possono generare ottimismo. Hanno fatto peggio solamente Pontedera (25 gol subiti), Bra (24) e Livorno (22). Per leggere correttamente questo quadro statistico occorre separare le due gestioni precedenti a quella di mister Tedesco, perché la tendenza è cambiata e non in modo marginale.

L’ex centrocampista del Perugia, uomo simbolo di una vecchia generazione fatta più di reslienza che di estetica, è subentrato meno di un mese fa dopo le dimissioni di Piero Braglia. Un addio arrivato in seguito alla pesantissima sconfitta per 3-0 contro il Pineto.  Alla prima sulla panchina del Renato Curi, davanti a un pubblico tornato rumoroso e affamato, Tedesco ha conquistato la prima e unica vittoria stagionale: un netto 2-0 proprio contro il Livorno, squadra concorrente nella lotta per la salvezza.

Pochi giorni più tardi, in Coppa Italia, contro il Latina, è arrivata l’eliminazione ai calci di rigore dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Una sconfitta amara ma non drammatica, perché sul piano dell’atteggiamento è arrivata un’altra risposta convincente.

In campionato, nelle partite successive, si è aperta una nuova fase: tre pareggi consecutivi arrivati tutti con caratteristiche psicologiche differenti. Contro il Pontedera, in trasferta, i biancorossi sono stati costretti a inseguire per due volte chiudendo 2-2 un match complicato ma affrontato a viso aperto. Contro l’Arezzo, una delle squadre migliori del girone e candidata alla promozione, il Perugia ha disputato una gara di grande applicazione difensiva, sfiorando addirittura la vittoria nel recupero: clamorosa la traversa di Torrasi che ha strozzato il boato del Curi.

Infine, il pareggio ottenuto in Sardegna contro la Torres, altro scontro diretto, dopo essere passati nuovamente in svantaggio. Ma la nota positiva, ormai costante, è una: il Perugia non si spegne più, non si sbriciola mentalmente, reagisce, resta sul pezzo fino all’ultimo secondo. I numeri possono mentire, il carattere no.

Identità, cuore e una nuova ricetta mentale

Il lavoro di Tedesco non si limita all’aspetto tattico, che comunque sta iniziando a intravedersi: squadra più corta, reparti più collegati, difesa più ordinata, transizioni più ragionate. Ma il vero cambiamento è culturale. I giocatori corrono, lottano, si sacrificano, mostrano una unità che nelle prime undici giornate sembrava completamente evaporata.

Nel calcio, come nella medicina, esistono terapie sintomatiche e terapie strutturali: le prime alleviano i sintomi, le seconde curano la causa. Tedesco sta lavorando sulla seconda.

La squadra, che per trovare la prima vittoria aveva atteso undici giornate, oggi è imbattuta da quattro partite, coppa esclusa. Una statistica non scintillante ma fondamentale per una squadra che deve imparare a non cadere prima ancora che a correre.

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Lorenzo Farneti
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