03 Dec, 2025 - 11:00

Perugia, stupro in estate ai danni di una studentessa: 45enne afgano chiede uno sconto di pena

Perugia, stupro in estate ai danni di una studentessa: 45enne afgano chiede uno sconto di pena

Il 45enne afgano, arrestato nel mese di agosto per aver sequestrato e abusato sessualmente di una studentessa 21enne, avrebbe chiesto uno sconto di pena. Tramite il suo legale, Francesco Mattiangeli, l'imputato ha richiesto formalmente di essere giudicato in un processo abbreviato che, in caso di condanna, gli porterebbe lo sconto di un terzo.

Stupro in centro a Perugia: l'aggressore cerca uno sconto di pena

Sequestrò, picchiò e abusò di una 21enne di origini asiatiche lo scorso 19 luglio. L'aggressore, 45enne afgano, fu arrestato e portato in carcere. Ora, secondo quanto anticipato da "Il Corriere dell'Umbria", l'imputato avrebbe depositato, tramite il suo avvocato, Francesco Mattiangeli, l’istanza di rito abbreviato che, in caso di condanna, gli porterebbe lo sconto di un terzo.

La richiesta arriva dopo aver ricevuto la notifica della fissazione del giudizio immediato, richiesta dal pm titolare del fascicolo, Mario Formisano. L’udienza è stata fissata per gennaio.

La donna era riuscita a registrare la violenza subita

Un appuntamento, all'apparenza innocente, si trasformò in un vero e proprio incubo per una giovane 21enne, originaria della Mongolia. 

La ragazza, nonostante la violenza subita, sarebbe riuscita ad attivare la telecamera del suo cellulare, riprendendo alcune fasi dell'aggressione, prima di potersi liberare e darsi alla fuga al mattino, quando l'uomo si è addormentato.

Queste immagini, poi, sarebbero state proiettate in aula a settembre dello scorso anno, in sede di incidente probatorio, quando la studentessa 21enne, assistita da un’interprete, avrebbe raccontato tutto. 

Perugia, violenza sessuale ai danni di una giovane: l'ha illusa con un posto di lavoro

L'uomo, di nazionalità afgana, classe 1980, aveva conosciuto la ragazza la sera prima e le avrebbe dato un appuntamento, facendole credere che ci fosse una proposta di lavoro, facendole credere che stesse per aprire un nuovo ristorante (che era ancora "in costruzione") invitandola a visitare il cantiere, magari per un lavoro futuro che le avrebbe potuto offrire.

La giovane avrebbe accettato di visionare l'immobile, anche perché il posto indicato era sulla stessa strada che avrebbe dovuto percorrere per andare a casa. Quel vecchio ristorante, ormai chiuso, ma accessibile dall’esterno, in via Pinturicchio, divenne il luogo dove sarebbe avvenuta la violenza che sarebbe andata avanti tutta la notte.

Dopo qualche giorno, la vittima sporse denuncia alle autorità, presentandosi poi presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove le furono diagnosticate delle lesioni guaribili entro un mese, avendo riportato alcune ferite ed ecchimosi.

A seguito della querela sporta, dopo un lungo lavoro di indagini, da parte del personale della Squadra Mobile, l'uomo fu incastrato dalla corrispondenza del suo Dna con quello del materiale biologico trovato nell’ex bar dismesso e sui vestiti della ragazza.

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Emanuele Landi
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