09 Jul, 2025 - 21:30

Perugia, stalker 18enne condannato a 3 anni: aveva inviato 18mila messaggi

Perugia, stalker 18enne condannato a 3 anni: aveva inviato 18mila messaggi

Condannato il 18enne di Perugia, accusato di stalking nei confronti di una ragazza di cui si era invaghito e verso la madre della giovane. La pena da scontare sarà di 3 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere. Il ragazzo era arrivato a mandare 18mila messaggi.

Stalking, ecco la condanna per un 18enne

3 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere: questa è la sentenza emessa a carico di un ragazzo di Perugia di appena 18 anni, accusato di stalking nei confronti di una ragazzina di cui si era invaghito e anche verso la madre. Ieri mattina, riferisce il Corriere dell'Umbria, il giovane avrebbe chiesto scusa, riferendo di non essersi reso conto del male causato alla ragazza.

Il giudice Margherita Amodeo ha, quindi, accolto (quasi completamente= la richiesta del pubblico ministero Patrizia Mattei che aveva sollecitato una pena superiore ai 4 anni. All’imputato è stata data la libertà vigilata con l'ordine di curarsi presso un Centro  di salute mentale.

L’avvocato Giuliana Astarita, che assisteva la vittima, aveva chiesto anche un risarcimento di 80 mila euro ma il giudizio è stato demandato al civile senza provvisionali.

Aveva inviato 18mila messaggi a un'amica della ragazza

Al termine del processo con rito abbreviato (che all'imputato è valso lo sconto di un terzo della pena) condizionato a perizia psichiatrica, la madre della vittima ha raccontato di un vero e proprio incubo: "Credo che la sentenza di oggi un po’ ci renda giustizia. Tutto ciò che ha vissuto mia figlia non è giusto a 20 anni, così come non lo è a nessuna età: messaggi, appostamenti sotto casa, minacce, atti persecutori continui che ti portano a doverti guardare le spalle e a non poter più uscire da sola".

L’imputato (difeso dall’avvocato Francesca Pieri) era accusato di stalking tra il 2023 e il 2024: aveva mandato quasi 18mila messaggi a un’amica della ragazza di cui si era invaghito tra minacce, frasi inquietanti e intenzioni violente. 

"Prima o poi la rapisco e nessuno la rivedrà più, soltanto io, perché è giusto così", si legge in uno dei tanti messaggi persecutori. Ecco altri messaggi da brividi resi noti: "Adesso tipo non me dovrebbe mai capità davanti, sennò rischierebbe il rapimento". "Me la porto via" e "Sta ragazza è diventata un’ossessione".

Situazione si era aggravata nonostante il braccialetto elettronico

La gravità dei comportamenti e la loro reiterazione avevano portato il giudice, nella fase cautelare, a disporre anche l’applicazione del braccialetto elettronico. Questa misura, però, a detta della genitrice non avrebbe portato a miglioramenti.

"Anche col braccialetto elettronico la situazione non è migliorata - aveva detto la mamma della vittima - anzi abbiamo vissuto in costante allerta col dispositivo che suonava di giorno e di notte e la polizia che la chiamava o la raggiungeva perché lui era vicino. A un certo punto era ovunque, sotto casa, sotto il mio ufficio, persino al distributore dove facevo regolarmente rifornimento". 

"Ciò che mi sento di dire è di fidarsi della giustizia e delle forze dell’ordine – prosegue la donna – e di denunciare sempre perché di fronte a tali situazioni si è impotenti e non se ne esce da sole. E ancora che non sempre si tratta di ex. Nel caso di mia figlia si è trattato di un compagno di scuola che ha scambiato la sua gentilezza ed empatia in chissà cosa, il che ha scatenato in lui una vera e propria ossessione nei suoi confronti".

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Emanuele Landi
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