25 Sep, 2025 - 17:30

Perugia, chiedono soldi per non diffondere video compromettenti: a processo due campani per estorsione

Perugia, chiedono soldi per non diffondere video compromettenti: a processo due campani per estorsione

Due uomini, originari della Campania, sono tornati a processo, davanti al tribunale collegiale di Perugia, accusati di estorsione ai danni di un giovane. I due avrebbero minacciato il giovane di diffondere online una videochiamata a sfondo sessuale con una ragazza, costringendolo a versare 1.300 euro attraverso quattro bonifici. Si tornerà a processo a ottobre.

Perugia, due campani a processo per estorsione

Due persone sono comparse davanti ai giudici del Tribunale penale di Perugia per rispondere, dell’accusa di estorsione a carico di un giovane, minacciandolo di diffondere online un video a carattere sessuale che lo ritraeva.

Nella giornata di ieri, sono stati interrogati la persona offesa e un agente della Polizia postale, chiamato a riferire sugli accertamenti svolti.

Il ricatto dei due imputati

Si è tornato in aula dopo il 5 marzo, per quest’episodio che risale al luglio 2022. "I due campani - si legge nel capo di imputazione - avrebbero messo in atto un vero e proprio ricatto".

I due imputati avrebbero minacciato un giovane a diffondere una videochiamata su internet, con atti sessuali tra lui e una ragazza, e lo hanno costretto a versare 1.300 euro con quattro bonifici

Quanto rischiano i due imputati per estorsione?

L’accusa contesta ai due imputati il reato di estorsione aggravata dall’aver agito “in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, punibile con una pena che può arrivare a 10 anni di reclusione. La difesa degli imputati è affidata all’avvocato Alberto Catalano.

Il processo, che si svolge davanti ai giudici Carla Maria Giangamboni, Edoardo Esposito e Serena Ciliberto, è stato rinviato al mese di ottobre, quando si valuteranno eventuali richieste di integrazione probatoria ai sensi dell’articolo 507 del codice di procedura penale e, successivamente, si terrà la discussione. 

Assisi, un caso simile: diffamò la compagna con video privati

Lo scorso anno si è verificato un caso simile. Ad Assisi un uomo venne indagato per maltrattamento verso la compagna, con tanto di diffusione di video privati

La Procura di Perugia riferì, infatti, che l'indagato, pur non vivendo più insieme alla compagna sotto lo stesso tetto, avrebbe continuato a contattarla in modo insistente al telefono. L'uomo avrebbe minacciato la donna, dichiarando di avere l'intenzione di diffondere a terze persone alcuni video che li ritraevano in atteggiamenti intimi.

L'uomo, quindi, avrebbe pubblicato i suddetti video privati sui canali social, oltre che con il loro invio a terzi. Gli inquirenti ritengono, inoltre, che l'indagato abbia rivolto il proprio atteggiamento "intimidatorio e persecutorio" anche nei confronti del padre della compagna, al quale avrebbe inviato molteplici messaggi, tra cui minacce di morte.

Accertata la presenza dell'uomo in Sicilia, fu dato mandato al commissariato di Marsala di rintracciare l'uomo, e venne data esecuzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento e di dimora nel comune di Assisi.

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Emanuele Landi
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