Un passo avanti decisivo per la sanità umbra e per la lotta ai tumori. All’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è stato inaugurato il nuovo acceleratore lineare Radixact, una tecnologia di ultima generazione che consente trattamenti radioterapici più precisi, rapidi e mirati, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la qualità della vita dei pazienti oncologici.
L’apparecchiatura, del valore complessivo di 7,5 milioni di euro, è stata acquisita grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed è collocata nel nuovo bunker del reparto di Radioterapia Oncologica, diretto dal professor Riccardo Autorino.
All’inaugurazione hanno partecipato il ministro della Salute Orazio Schillaci, il presidente della Commissione Sanità e Welfare del Senato e promotore dell’iniziativa Franco Zaffini, il sottosegretario al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco, l’europarlamentare Marco Squarta, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Antonio D’Urso e la direttrice della Radioterapia Oncologica Cynthia Aristei.

Nel suo intervento, il ministro Orazio Schillaci ha sottolineato come l’Umbria stia dimostrando una capacità crescente di investire in innovazione sanitaria e nella modernizzazione delle strutture ospedaliere.
"Questo acceleratore rappresenta un esempio virtuoso di come le risorse del PNRR possano tradursi in servizi migliori per i cittadini", ha dichiarato Schillaci. "L’obiettivo del governo è ridurre le diseguaglianze territoriali e garantire a tutti l’accesso a cure di qualità, a partire dai territori che più hanno bisogno di strumenti moderni e personale qualificato".
Il ministro ha inoltre ricordato che, a livello nazionale, sono stati destinati 2,4 miliardi di euro aggiuntivi alla sanità pubblica, specificando che "queste risorse serviranno non solo per nuove tecnologie e infrastrutture, ma anche per sostenere il personale sanitario, che resta il cuore pulsante del nostro sistema".
Schillaci ha poi espresso soddisfazione per la collaborazione istituzionale che ha portato al completamento del progetto: "Questo risultato è frutto di una sinergia efficace tra governo, Regione Umbria, Università e Azienda Ospedaliera. Lavorare insieme è la condizione essenziale per un sistema sanitario efficiente e vicino ai cittadini".
All’evento era presente anche il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, che ha evidenziato il valore simbolico e strategico di questo investimento per la comunità umbra.
"La sanità è il primo presidio di fiducia dello Stato nei confronti dei cittadini - ha affermato Prisco - e questa struttura dimostra che anche nei territori di medie dimensioni come il nostro si possono garantire cure di eccellenza e tecnologie di livello internazionale".
Il sottosegretario ha inoltre ricordato che il nuovo acceleratore lineare Radixact rappresenta un segnale concreto di come il PNRR possa incidere positivamente sul tessuto locale: "La collaborazione tra governo, Regione e Università di Perugia è la chiave per consolidare un modello sanitario sostenibile, innovativo e vicino alle persone".
Prisco ha sottolineato che "la sanità umbra è chiamata a essere non solo un presidio di cura ma anche un laboratorio di innovazione, in grado di attrarre professionisti, investimenti e ricerca di qualità".
Il professor Riccardo Autorino, direttore della Radioterapia Oncologica dell’Ospedale di Perugia, ha spiegato in termini tecnici le potenzialità del nuovo acceleratore: "Radixact consente una radioterapia adattativa e personalizzata, capace di modellare la dose in tempo reale in base ai cambiamenti anatomici del paziente. Si tratta di una tecnologia che aumenta la precisione del trattamento e riduce i tempi di seduta, migliorando il comfort e l’efficacia complessiva della terapia".
Grazie al nuovo acceleratore, il reparto potrà trattare oltre 1.000 pazienti all’anno, con un incremento stimato del 25% rispetto alla capacità attuale. Autorino ha evidenziato come questo investimento rappresenti "un salto di qualità decisivo per la sanità umbra, che si dota di uno strumento in grado di competere con i migliori centri oncologici italiani ed europei".
La Regione Umbria ha voluto sottolineare che l’intervento si inserisce in una più ampia strategia di rafforzamento e innovazione del sistema sanitario regionale, con l’obiettivo di trasformare le principali strutture ospedaliere in poli di eccellenza per la cura e la ricerca clinica.
Oltre a Perugia, sono in corso analoghi progetti di ammodernamento tecnologico negli ospedali di Terni, Foligno e Città di Castello, sempre con il supporto dei fondi del PNRR. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una rete capillare di servizi ad alta specializzazione, riducendo la mobilità sanitaria e offrendo ai cittadini la possibilità di essere curati nella propria regione.
L’assessore regionale alla sanità ha evidenziato che "investire in tecnologia significa investire nella dignità del paziente e nella professionalità degli operatori", ricordando che la Regione ha già destinato oltre 50 milioni di euro del PNRR al rinnovo di apparecchiature, reparti e sistemi digitali di gestione sanitaria.

"È una giornata straordinariamente importante perché inauguriamo un acceleratore lineare, un apparecchio destinato alla cura dei malati, che rappresenta la missione più alta e autentica di una struttura come questa - ha detto Antonio D'Urso -. Questo è un ospedale che ha come obiettivo primario la cura delle persone che soffrono, in particolare dei pazienti oncologici, quindi di persone che affrontano malattie particolarmente complesse, oncologiche, oncoematologiche, ma anche bambini. Disporre di una tecnologia così avanzata significa poter offrire risposte altamente qualificate a un'ampia platea di pazienti. È un passo avanti significativo nella qualità dell'assistenza e della cura".
Il progetto Radixact rappresenta non solo un investimento infrastrutturale, ma anche un passaggio culturale verso una sanità più moderna e integrata con la ricerca scientifica. L’Università degli Studi di Perugia, partner del progetto, ha infatti già avviato collaborazioni con il reparto di Radioterapia per lo sviluppo di protocolli clinici avanzati e attività di formazione per medici e tecnici.
Secondo gli esperti, l’introduzione di tecnologie come Radixact consentirà di ampliare la capacità diagnostica e terapeutica, riducendo le liste d’attesa e migliorando l’efficienza complessiva del sistema.
"L’Umbria - ha commentato Schillaci - può diventare un modello per altre regioni, dimostrando che anche un territorio di dimensioni contenute può puntare sull’innovazione come leva per una sanità più equa, accessibile e di qualità".